Festa diocesana dei Popoli nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

DIOCESI DI TRIESTE

FESTA DIOCESANA DEI POPOLI

+ Giampaolo Crepaldi

Santa Caterina da Siena, 14 gennaio 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        Sono lieto di celebrare la Festa diocesana dei popoli nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina che, in questa occasione con la vostra presenza fatta di tanti e diversi popoli, diventa una eloquente espressione della cattolicità della Chiesa. La nostra assemblea liturgica, infatti, nella quale si sono date appuntamento persone di molteplici culture e nazioni che vivono a Trieste, è, in qualche modo, un’immagine della famiglia della Chiesa distribuita su tutta la terra. Al di là di tutti i confini e di tutte le differenze, ci riconosciamo fratelli e sorelle. Cattolicità della Chiesa non esprime solo una dimensione orizzontale, il raduno di molte persone nell’unità; esprime soprattutto una dimensione verticale: solo rivolgendo lo sguardo a Dio che è nostro Padre, solo aprendoci a Lui noi possiamo diventare veramente una cosa sola, dando espressione concreta all’universalità del Vangelo. Sant’Ireneo di Lione, ha descritto il legame tra cattolicità e unità in modo molto bello: “Questa dottrina e questa fede la Chiesa disseminata in tutto il mondo custodisce diligentemente formando quasi un’unica famiglia: la stessa fede con una sola anima e un solo cuore, la stessa predicazione, insegnamento, tradizione come avesse una sola bocca. Diverse sono le lingue secondo le regioni, ma unica e medesima è la forza della tradizione. Le Chiese di Germania non hanno una fede o tradizione diversa, come neppure quelle di Spagna, di Gallia, di Egitto, di Libia, dell’Oriente, del centro della terra; come il sole creatura di Dio è uno solo e identico in tutto il mondo, così la luce della vera predicazione splende dovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono venire alla cognizione della verità” (Adv. haer. I 10,2).

2.        Carissimi fratelli e sorelle, per questa Giornata particolare è opportuno meditare il Messaggio Per la Pace di quest’anno del Santo Padre Francesco che è tutto incentrato sulla questione dei migranti. Il Papa ci invita a seguire una rotta che prevede la valorizzazione di quattro tappe.
– La prima tappa indicata dal Papa è accogliere. Essa «richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali».
– La seconda tappa è proteggere. Essa «ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi».
– La terza tappa è promuovere. Essa «rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione».
– La quarta tappa è integrare. Essa «significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali». Carissimi fratelli e sorelle, tutti vi benedico e tutti affido alla materna protezione della Madonna, la nostra Madre celeste.