Sr. M. Giacinta (Malvina) Riondato
Nata a Cervarese Santa Croce (PD), il 4 marzo 1934, primogenita di tre fratelli. I genitori, Antonio e Leonilde, erano contadini affittuari. Malvina, che ereditò il nome da una zia suora, morta a 22 anni, nacque con problemi alle anche, per cui, dopo aver frequentato le elementari, andò ad imparare il mestiere di sarta. Quando aveva 16 anni la mamma si ammalò di cancro, e morì due anni dopo, assistita dalle numerose zie.
A 18 anni conobbe P. Aurelio, di Praglia, che l’accompagnò spiritualmente fino all’entrata in Monastero: le propose la clausura, ma essa la rifiutò decisamente: “Se vado in clausura, muoio”. Il Monastero di S. Cipriano a Trieste però gestiva una scuola elementare e un educandato, ed il parroco, consultato, le propose di andare là. A 22 anni fece un mese di prova, tornò a casa per 15 giorni e rientrò in Monastero accompagnata dall’amica Natalina (la futura Sr Lucia), il 5 giugno 1956. Nonostante l’ambiente non le piacesse perché troppo cupo, percepì che il Signore la voleva qui e confidando in Lui vi rimase. Emise la professione temporanea il 5 giugno 1958. Nei primi anni svolse per di più il lavoro di sarta, poi fu celleraria e cuoca per una decina di anni; in seguito prestò le sue mansioni nel laboratorio di restauro del libro antico e di legatoria, e quindi, dopo il trasloco del Monastero a Prosecco, ritornò a fare la sarta. Andò in aiuto a Piacenza, come cuoca, per un mese e mezzo; e a S. Gimignano per un altro mese e mezzo come sarta. Subì per due volte un intervento di protesi all’anca sinistra. Fece anche due operazioni impegnative al cuore. A causa delle delicate condizioni di salute, negli ultimi anni aveva più bisogno di riposare, rimaneva spesso in cella a leggere libri e giornali, con i quali talvolta si addormentava. Amava i fiori e le piante, che annaffiava e moltiplicava con passione. Era arguta e, normalmente taciturna, talora esplodeva in osservazioni e considerazioni infuocate. Il Signore l’ha colta all’improvviso con un grave ictus, per il quale è stato necessario il ricovero in ospedale. Paralizzato mezzo corpo, senza poter parlare né deglutire, senza poter vedere le consorelle a causa del divieto-covid alle visite, dopo tre settimane, nella festa della presentazione di Gesù al Tempio, è repentinamente peggiorata. La Madre, M. Elena e sr. Elisabetta sono riuscite a darle un ultimo saluto col permesso dei medici, e alle 17.45 il Signore ha gradito la sua offerta e l’ha accolta nella Sua dimora eterna.
A Lui il nostro grazie per la testimonianza della sua vita orante e operosa.
Il funerale sarà il giorno martedì 10 febbraio: la salma verrà esposta alle ore 11.00 nella cappella mortuaria di via Costalunga a Trieste, seguirà la Santa Messa alle 13.30 sempre nella chiesa di Via Costalunga; la sepoltura avrà luogo alle ore 14.45 nel cimitero di Prosecco.