DIOCESI DI TRIESTE
BATTESIMO DEL SIGNORE
✠ Giampaolo Crepaldi
Parrocchia San Gerolamo, 10 gennaio 2021
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. Il tempo natalizio si chiude oggi con la celebrazione del Battesimo del Signore, descritto dall’evangelista Marco con queste semplici parole: “Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. Chiediamoci: perché Gesù, che era senza peccato, si è sottoposto al battesimo di penitenza di Giovanni che includeva la confessione dei propri peccati? Scendendo nella corrente del Giordano, Gesù anticipa l’evento della sua morte in croce, ed inizia il suo itinerario orientato verso di essa. Uscendo dalla corrente del Giordano, Egli anticipa la sua risurrezione. La condivisione della nostra condizione ha l’effetto di mutarla radicalmente. La conferma la si ha quando Gesù esce – risorge – dall’acqua, espressa con queste parole dall’evangelista Marco: “E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»”. Le conseguenze sono molte. La prima: il cielo, che era chiuso, si squarcia, cioè in Cristo ci è data la possibilità di un rapporto di famigliarità e di dialogo con Dio. La seconda: lo Spirito vivificante scende e rimane in Gesù, da Gesù viene donato ai suoi discepoli, da essi a tutti noi. La terza: la voce dal cielo ricomincia a farsi sentire e ci svela che Gesù è il Figlio donato al mondo perché noi abbiamo la vita eterna. Queste mirabili verità sul battesimo di Gesù devono stimolarci a rinnovare fedelmente le nostre promesse battesimali. La festa del Battesimo ci ricordi pertanto la necessità di vivere sempre come figli di Dio, di custodire gelosamente la dolce presenza di Dio in noi, e di ricorrere al più presto alla Confessione se ci cogliesse la sventura di perdere il Signore con il peccato mortale.
2. Carissimi fratelli e sorelle, questa Santa Messa vuole essere un’occasione per ringraziare il Signore per l’opera preziosa svolta in lunghi anni di presenza nella nostra Diocesi dalla Congregazione delle Suore della Misericordia che lasciano definitivamente Trieste. Vuole anche essere quindi l’occasione per dire alla Congregazione e, in particolare alle suore della comunità di Trieste, il grazie di tutta la nostra Chiesa diocesana. È impossibile riassumere in poche righe la gratitudine per quanto la Congregazione ha fatto nella nostra Chiesa in questi anni di presenza qui, in particolare nella cura del Sanatorio Pneumologico, nell’Ospedale per Lungodegenti, nel Vescovado, nella Casa di Riposo San Domenico, nelle parrocchie di Roiano e di San Gerolamo. Vogliamo oggi mettere su questo altare il dono di tante sorelle che, nel silenzio e nel nascondimento, hanno arricchito la nostra Chiesa con gesti concreti di misericordia. Esse sono state testimoni dell’amore di Dio, convinte che servire l’uomo povero e nel bisogno significa servire Cristo stesso. Il doloroso distacco che si consuma oggi dopo 180 anni di presenza delle suore della Misericordia nella nostra realtà ecclesiale va vissuto nell’ottica spirituale che ci viene suggerita dalla liturgia odierna che ci richiama alla grandezza e alla bellezza del sacramento del battesimo. Si racconta che quando san Leonida, che fu un martire dei primi secoli, fece battezzare il suo primogenito, subito dopo il rito prese il bambino tra le braccia e lo baciò sul cuore, dicendo che Dio, grazie al Battesimo, abitava ora in quel piccolo bambino. Ed è vero. Quando, dopo il Battesimo, i genitori stringono tra le braccia il loro bambino, essi possono essere certi che Dio abita in lui come in un tempio. Ogni battezzato è tempio di Dio. Affidiamo tutti alla materna protezione della Madonna, Madre di Dio e madre nostra.
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Saluto alla diocesi di Trieste
nella comunità parrocchiale di San Gerolamo 10.01.2021
Sr. Franca Furlani
superiora provinciale
Porgo un saluto cordiale e riconoscente al vescovo mons. Giampaolo Crepaldi e al parroco don Jan Lorenz che hanno desiderato questa Eucaristia per ringraziare il Signore della presenza delle Sorelle della Misericordia nella diocesi di Trieste. Avrei tanto desiderato essere presente e condividere con voi questo momento, ma i tempi della pandemia non lo permettono. Mi unisco perciò a distanza al vostro rendimento di grazie e rendo lode al Signore per quanto ha operato nelle Sorelle e attraverso le sorelle nei più di novant’anni di presenza in diocesi. Chiamate dall’allora vescovo di Trieste, dopo un lavoro insistente e paziente di mediazione da parte del Vicario generale, le prime sorelle entrarono nel Sanatorio Popolare di Ancarano di Capodistria il 2 giugno 1927 dove si prodigarono, senza non poche difficoltà, per alleviare e risollevare le precarie situazioni igienico-sanitarie in cui versavano gli ospiti. Nel 1944, causa la guerra, sono dovute riparare a Trieste; alloggiate presso l’Ospedale San Giovanni, hanno prestato servizio presso i lungodegenti e nel sanatorio; successivamente con un’altra comunità nell’Ospedale psichiatrico. Nel 1958 la comunità si trasferisce nel nuovo Ospedale “Santorio” appena inaugurato. Dal 1997 la comunità alloggia presso il Seminario Vescovile di Trieste; alcune sorelle continuano il servizio presso l’Ospedale, altre presso le Case di Riposo “Livia Jeralla” e “San Domenico”, altre ancora presso le parrocchie “Santi Ermacora e Fortunato” di Roiano e San Gerolamo. Dal 1979 al 1996 una comunità ha prestato servizio in Vescovado. Ora anche per noi è un momento assai doloroso dover lasciare definitivamente una diocesi in cui le sorelle della Misericordia hanno sparso a piene mani, con grande dedizione il seme della Misericordia e dalla quale hanno ricevuto molto in comprensione, riconoscenza, stima e affetto. Partiamo ma non ce ne andiamo: rimaniamo con quanto abbiamo ricevuto e quanto abbiamo donato, quanto abbiamo seminato e quanto abbiamo costruito insieme. Con la grazia del Signore, abbiamo seminato il carisma della misericordia. La misericordia donata dal Signore ai nostri fondatori i beati padre Carlo e madre Vincenza, vissuta e testimoniata dalle sorelle, ora rimane qui presente tra voi, la consegniamo a voi; ora lasciamo a voi questo filmato, questo tracciato di vita cristiana da continuare a portare avanti: ora passiamo il testimone. Ciò che hanno fatto fino ad ora le suore oggi lo può fare ogni laico cristiano, lo può fare ciascuno di voi. E sarà questo il ricordo e la riconoscenza più bella e più gradita. Anche a nome della superiora generale, madre Maria Visentin, e del suo consiglio, desidero ringraziare quanti hanno reso possibile e feconda la nostra presenza qui a Trieste; un grazie sincero e riconoscente ai vari vescovi che si sono succeduti, ai parroci, ai preposti e al personale delle varie Istituzioni che ci hanno visto presenti, ai benefattori, ai collaboratori e ai parrocchiani tutti per l’amore, la benevolenza, l’attenzione, la premura che sempre hanno avuto e dimostrato verso le nostre sorelle. Quanto abbiamo vissuto qui a Trieste ha creato un legame che dura oltre il tempo e oltre lo spazio. Continuiamo perciò a pregare gli uni per le altre perché la grazia del Signore accompagni copiosamente i nostri passi quotidiani nel luogo e nella missione che il Signore affida a ciascuno. Grazie di cuore a tutti e la grazia e la benedizione del Signore vi accompagni sempre.