Il pellegrinaggio mariano da Monte Grisa a Santa Maria Maggiore

DIOCESI DI TRIESTE

Il pellegrinaggio mariano da Monte Grisa a Santa Maria Maggiore

+ Giampaolo Crepaldi

Santa Maria Maggiore, 1 settembre 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

  1. sono particolarmente lieto di accogliervi qui nel Santuario di Santa Maria Maggiore a conclusione della processione con la quale, partiti da Monte Grisa, avete voluto rendere, anche quest’anno all’inizio del mese di settembre, un dovuto omaggio di venerazione e di amore a Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa. Con Lei e con il suo aiuto possiamo alimentare la nostra fede nel Figlio suo Gesù, la nostra speranza e anche la nostra carità; con Lei e con il suo aiuto possiamo giungere spediti a quella determinazione spirituale di intraprendere le strade della santità personale ed ecclesiale, tanto necessarie. Sono particolarmente lieto che, prima di questa Santa Messa, abbiate recitato il Rosario. A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita personale e comunitaria, alla sua pratica costante, le cause più difficili. Il Rosario mette in campo soprattutto un enorme potere spirituale nella nostra battaglia contro il peccato. La Chiesa ci esorta a pregare. Se vogliamo avere una possibilità di crescita nella nostra vita cristiana, abbiamo bisogno di pregare per collegarci alla forza spirituale di Gesù Cristo e di Maria. Abbiamo bisogno del Rosario.

 

  1. Carissimi fratelli e sorelle, Papa Francesco un giorno raccontò che, quando era vescovo, si era unito a un gruppo che recitava il Rosario con San Giovanni Paolo II. Questo il suo racconto: «Pregavo in mezzo al popolo di Dio al quale appartenevamo io e tutti coloro che erano lì, guidati dal nostro Pastore… Sentii che quell’uomo, scelto per guidare la Chiesa, ripercorreva un cammino fino alla sua Madre del cielo, un cammino iniziato fin dalla sua infanzia… Compresi la presenza di Maria nella vita del Papa. La testimonianza non si è persa in un istante. Da quella volta recito ogni giorno i quindici misteri del Rosario». Questo toccante racconto ci indica la strada per affrontare i tanti problemi che, al giorno d’oggi, affliggono la nostra società e anche la Chiesa, invitandoci alla salutare preghiera del Rosario. Questo ci consentirà la doverosa e rinnovata vigilanza affinché non si giunga alla disistima di quegli indispensabili valori morali che rendono bella la nostra anima quando sono accolti, amati e testimoniati. Il rischio e il pericolo consistono nel giungere fino alla perdita del senso del peccato, dove le categorie del bene e del male – come categorie irrinunciabili della moralità – vengono fissate in maniera soggettiva e strumentale. Tentazione ricorrente se già, prima di Cristo, il profeta Isaia avvertì la necessità di scrivere: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro» (5,20). A Maria, Madre amatissima, affidiamo i buoni propositi di bene che devono accompagnare la nostra esistenza, mentre la imploriamo di stendere il suo manto di protezione sulle nostre anime, sulla Chiesa e sul mondo intero.