650° Giubileo del titolo di Cappella Civica alla chiesa della Beata Vergine del Rosario

DIOCESI DI TRIESTE

CHIESA BEATA VERGINE DEL ROSARIO

650° GIUBILEO DEL TITOLO DI CAPPELLA CIVICA

+ Giampaolo Crepaldi

Trieste, 1 ottobre 2017

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.           Quest’anno ricorre il 650° anniversario che ci ricorda la data quando, questa bellissima chiesa dedicata alla Beata Vergine del Rosario, è stata insignita del titolo di Cappella Civica, titolo che ha dato forma e ancora continua a dare forma ad un legame speciale e forte tra la nostra città di Trieste e la fede cristiana. Se vogliamo che i nomi non siano espressioni che richiamano solamente un passato, ma che abbiano invece un valore per il presente e il futuro della nostra città, il titolo di Cappella Civica attribuito a questa chiesa richiama tutti all’impegnativa prospettiva di costruire la nostra convivenza civile con un costante e fecondo riferimento a Dio, al suo amore misericordioso, alla sua volontà resa manifesta nel Vangelo di Gesù Cristo e costantemente alimentata dallo Spirito Santo, Spirito di vita, di purificazione, di amore fraterno e solidale.

2.           Carissimi fratelli e sorelle, in occasione di questa fausta circostanza giubilare, la Sede Apostolica – che ringraziamo di vero cuore – ha concesso ai frequentanti questa chiesa la grazia di poter usufruire del dono delle indulgenze e della benedizione papale che, tra poco, avrò l’opportunità di impartire per il bene delle anime di tutti i presenti. Sia nelle Sacre Scritture, sia nelle celebrazioni che lungo i secoli si sono fatte dei giubilei, l’evento giubilare è sempre collegato con l’invito alla remissio. Il giubileo, infatti, consiste nel proclamare la remissione, cioè etimologicamente il rimettere al posto giusto ciò che è fuori posto. Si parte dal convincimento che il mondo è fuori posto. Nel mondo, poi, sono fuori posto soprattutto i suoi abitanti che, con i loro peccati e fragilità, si collocano in un comportamento che non rientra nell’ordo voluto da Dio. Ecco, fratelli e sorelle, il senso profondo dell’odierna celebrazione giubilare: essa contiene l’invito pressante a mettere ordine e in ordine le nostre anime e le nostre vite, la nostra città, e il mondo affinché tutto torni ad essere ordinato, buono, fraterno e felice così come Dio l’aveva sognato nel primo mattino della creazione.

3.           Carissimi fratelli e sorelle, questa chiesa è dedicata alla Madonna, a Colei che, con la sua maternità divina, ci ha dato il Salvatore del mondo, nostro Signore Gesù Cristo che, tramite i misteri santi della sua incarnazione e della sua pasqua, ha ridato all’umanità e al mondo, afflitti dal disordine del peccato, la possibilità di una vita nella divina dimensione dell’ordine della grazia. La generazione di Gesù è stata la ragion d’essere di tutta la vita di Maria. In questo modo, Essa ci indica il motivo profondo del vivere nell’ordine della grazia: nessuno vive per sé stesso, né muore per se stesso, ma abbiamo la vita per offrirla nell’amore. E non c’è amore più grande che amare e far amare Gesù Cristo che è l’origine e la salvezza di tutto e di tutti. Inoltre, la maternità di Maria continua nella maternità della Chiesa, chiamata a generare figli che siano ad immagine e somiglianza del Figlio di Maria, Gesù Cristo nostro Signore. Molti presumono di poter trovare Cristo da soli, al di fuori del compito generativo e materno della Chiesa. Si tratta di una illusione, perché solo la Chiesa possiede i beni necessari e indispensabili, come la Parola e i sacramenti, per generarci alla vita cristiana e per farci Figli di Dio.

4.           Carissimi fratelli e sorelle, questa chiesa è dedicata alla Madonna del Rosario e il beato cardinale Newman, con felicissima intuizione spirituale, affermò che “Il rosario è il Credo che diventa preghiera”. Sotto lo scorrere delle Ave Maria passano, in una luce viva di racconto e insieme di visione spirituale, le grandi verità della fede. Il rosario resta oggi, come ieri, come sempre la preghiera mariana della fede, incentrata nel mistero dell’ordine divino della grazia. La caratteristica del rosario non sta tanto nell’essere una preghiera a Maria, quanto nell’essere una preghiera con Maria. Se la grande dignità della preghiera liturgica sta nella sua unione con Cristo e la Chiesa (in persona Christi et Ecclesiae), l’umile dignità del rosario sta nella sua unione con Maria. Carissimi, il rosario è la preghiera di chi – dotto oppure no, laico o religioso, liturgista o devoto – vuol occupare qualche momento della giornata in amabile familiarità con la Madre del Salvatore, di nostro Gesù Cristo che ci ha offerto la possibilità di vivere nell’ordine della grazia. Con il rosario, nel cuore di ogni cristiano è sempre presente il mistero della Chiesa sacramento universale di salvezza. È presente l’uomo creato a immagine di Dio e redento e restituito all’ordine della grazia dal Cristo. È presente il mondo che soffre e spera. È presente il dolore di questo mondo che passa e la luminosa certezza della nuova creazione. A Maria, Madre tenerissima, affidiamo i nostri propositi di bene, questa comunità parrocchiale e la nostra amata città di Trieste.