DIOCESI DI TRIESTE
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 1 marzo 2017
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!
1. Prende avvio quest’oggi il tempo liturgico della Quaresima, che la Chiesa ci offre come occasione preziosa per prepararci alla Pasqua del Signore Gesù, esortandoci a intensificare la preghiera e a praticare la penitenza, il digiuno e la carità. Momento assai significativo di questa celebrazione è l’imposizione delle ceneri. Esse, in primo luogo, sono il segno della debolezza e fragilità della nostra condizione umana. Ne era ben consapevole Abramo che, rivolgendosi a Dio, affermò: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27). Anche Giobbe, riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, affermò: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19; Cf anche Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27). Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire peccaminoso e decide di compiere un cammino di conversione verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo (cf. Gdt 4,11).
2. Carissimi fratelli e sorelle, per il tempo della Quaresima ho reso pubblico un Messaggio su La preghiera cristiana, invitando tutta la comunità diocesana a pregare molto e con rinnovato fervore. “Pregare è ascoltare Dio; è fare spazio a lui; è aprire il nostro cuore a lui; è custodire la sua presenza dentro di noi. È un pressante invito rivolto a Dio perché intervenga nella nostra vita, affinché sia la sua volontà a guidare le nostre intenzioni e le nostre decisioni. È fare in modo che Dio diventi il Signore della nostra vita” (n. 2). Inoltre, la preghiera si pone nell’ordine dell’amore, è amore, chiede amore, riceve amore. Santa Teresa di Lisieux scrisse: “La preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia; insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù”.
3. Carissimi fratelli e sorelle, nel mio Messaggio sulla preghiera, ho rivolto alla comunità diocesana delle raccomandazioni, alcune delle quali desidero qui ricordare. La prima raccomandazione riguarda la fedeltà nel mettere in pratica l’obbligo del precetto festivo, partecipando alla Santa Messa ogni domenica e nelle altre feste di precetto. Raccomando, inoltre, un vivo rapporto orante con la Vergine Maria. In particolare, desidero raccomandare a tutti la preghiera del Santo Rosario. Raccomando vivamente di pregare in famiglia. Papa Francesco spesso invita a dire la preghiera “che si può fare attorno alla tavola recitando un Padre Nostro, il Rosario, pregando gli uni per gli altri: il marito per la moglie, la moglie per il marito, i genitori per i figli, i figli per i genitori e i nonni. Questo fa forte la famiglia: la preghiera”. Raccomando la riscoperta della preghiera al nostro Angelo custode, ripetendo quella più conosciuta nella tradizione cristiana: Angelo di Dio. Infine vi raccomando la preghiera di suffragio per i vostri cari defunti. Invochiamo l’aiuto di Maria, affinché il tempo della Quaresima sia pieno di fede, di speranza e di carità!