Giovedì Santo | Santa Messa in Coena Domini

DIOCESI DI TRIESTE
Santa Messa in Coena Domini

+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 2 aprile 2015 – Giovedì santo

Carissimi fratelli e sorelle,

1.     Con questa santa Eucaristia, denominata in coena Domini, la Chiesa ci invita a iniziare la celebrazione del santo Triduo, cioè dei misteri santi della nostra redenzione, portandoci nel Cenacolo. Nel Cenacolo, infatti, Gesù fece alla Chiesa tre doni straordinari: il sacramento dell’Eucaristia, il nuovo comandamento dell’amore e il sacerdozio ministeriale. Il primo inestimabile dono è l’Eucaristia. Nella lettura biblica che abbiamo ascoltato, presa dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinti, l’Apostolo descrive l’istituzione di questo sacramento: Gesù «… nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga» (11,23-26). L’Eucaristia è la ripresentazione sacramentale nel tempo del sacrificio di Gesù nella croce, è il sacramento della sua totale donazione. Gesù è l’Agnello pasquale che porta a compimento il progetto di liberazione iniziato nel primo esodo; il suo donarsi nella morte è l’inizio di una presenza nuova e permanente; «il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa» (Prefazio della SS. Eucaristia, I).

2.     Carissimi fratelli e sorelle, l’evangelista Giovanni, nel riferire le ultime ore di Gesù con i suoi discepoli, non ci parla dei gesti sul pane e sul vino come gli altri evangelisti. Egli richiama l’attenzione sul gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi e lascia, come suo testamento, di fare altrettanto tra i fratelli. E’ questo il secondo dono di Gesù nel Cenacolo: il comandamento dell’amore. Afferma Gesù: “Vi ho dato … l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. Chiediamoci: che cosa ha fatto il Signore? Ha lavato i piedi ai suoi discepoli. In questo modo ha servito, si è umiliato, si è abbassato, ha donato ed ha amato. In questo modo, Egli indica un modo e una forma di rapporto con gli altri completamente diversi e innovativi. Tutto questo è possibile perché Gesù, con la sua Eucaristia, ci rende partecipi della sua stessa capacità di amare; nell’Eucaristia noi diventiamo capaci di fare ciò che Cristo ha fatto. L’Eucaristia ci attira dentro al cuore di Cristo. Gesù non comanda di ripetere un rito, ma di fare come lui, cioè di rifare in ogni tempo e in ogni comunità gesti di servizio attraverso i quali sia reso presente l’amore di Cristo. Ogni gesto di amore diventa così segno di una mirabile verità cristiana: l’amore del Padre in Cristo, l’amore in Cristo dei credenti.

3.     Carissimi fratelli e sorelle, il terzo grande dono è l’istituzione del sacerdozio: esso nasce dall’Eucaristia. Chi presiede l’Eucaristia, presiede anche la comunità: la raccoglie nella preghiera comune, come la unisce nelle diverse attività pastorali e dell’aiuto reciproco. Il Concilio Vaticano II afferma: «I Presbiteri… ad immagine di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, sono consacrati per predicare il vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino, quali veri sacerdoti dei Nuovo Testamento… Esercitando, secondo la loro parte di autorità, l’ufficio di Cristo Pastore e Capo, raccolgono la famiglia di Dio, quale insieme di fratelli animati da un solo spirito, e per mezzo di Cristo nello Spirito li portano al Padre… » (Lumen gentium, 28). Il senso ultimo del sacerdozio, sia quello di Cristo sia quello di ogni sacerdote, è quello di mettere la propria vita a servizio dei fratelli. Cristo vive e perdura nella Chiesa; la Chiesa rende attuale questo mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti e riceve in sé, per la forza dello Spirito Santo, la vita del suo Signore da testimoniare nel mondo… ( Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi, Premesse, p. 12).

Carissimi fratelli e sorelle, in questa santa celebrazione eucaristica vogliamo tutti invocare l’aiuto del Signore a mantenerci fedeli ai suoi doni di grazia e, nello stesso tempo, vogliamo pregare perché i sacerdoti della nostra Diocesi siano fedeli al mandato spirituale e pastorale che deriva loro dall’essere sacramenti di Cristo Pastore e Maestro del suo popolo.