DIOCESI DI TRIESTE
GIUBILEO DIOCESANO
PER IL 750° DEL DUOMO DI MUGGIA
5 MARZO – 26 GIUGNO 2014
MESSAGGIO
+ Giampaolo Crepaldi
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
1. Sono lieto di annunciare che, in occasione del 750° anniversario della consacrazione del Duomo di Muggia, ho indetto un Giubileo Diocesano che inizierà il 5 marzo, Mercoledì delle Ceneri, e terminerà il 26 di giugno festa dei Santi Patroni Giovanni e Paolo. Annoverato, infatti, tra le più antiche chiese della nostra Diocesi, il Duomo fu consacrato il 29 dicembre del 1263 dal mio predecessore Arlongo dei Visgoni, come attestato in una pergamena originale conservata nell’Archivio Parrocchiale. Per questa fausta circostanza, la Penitenzieria Apostolica, con appositi decreti, ci ha fatto il dono di poter vivere il Giubileo Diocesano, consentendoci di percorrere un cammino di conversione al Signore attraverso i beni spirituali delle indulgenze. Esse, infatti, quale dono interiore offerto alla nostra libertà, sostengono il cammino di conversione dell’uomo peccatore che ritorna a Dio e che da Lui riceve l’amore che perdona e rinnova.
2. Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa pone tre requisiti – da tenere in seria considerazione in questo tempo giubilare – per celebrare e accogliere le grazie spirituali delle indulgenze:
– accostarsi al Sacramento della confessione, da celebrare con piena disponibilità interiore a ritornare a mettere in pratica i dieci Comandamenti;
– la partecipazione alla celebrazione dell’Eucaristia, con la comunione sacramentale, fonte e vertice della nostra vita cristiana;
– la recita di preghiere secondo le intenzioni del Papa e del Vescovo, quale testimonianza di comunione ecclesiale.
Inoltre, i gesti cristiani più appropriati che la Chiesa ci suggerisce di compiere in questo tempo giubilare per le indulgenze sono i seguenti:
– un pellegrinaggio – personale o comunitario – al Duomo di Muggia, partecipando ad una celebrazione liturgica (Eucaristia, Lodi, Vesperi), compiendo un pio esercizio (Via Crucis, Rosario), o sostando per un certo tempo in meditazione da concludersi con la recita del Padre Nostro, Credo e un’invocazione alla Beata Vergine Maria;
– la visita, per un congruo tempo, ai fratelli e alle sorelle che si trovano in necessità o in difficoltà, quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro;
– il compimento di gesti di penitenza o di carità che attuano, in modo concreto e generoso, lo spirito penitenziale.
3. Carissimi fratelli e sorelle, il Giubileo Diocesano per le fauste celebrazioni del 750° anniversario della consacrazione del Duomo di Muggia sarà tanto più autentico se promuoverà l’occasione di un profondo rinnovamento spirituale, tramite una rinnovata opzione per una vita di santità personale. La vocazione delle vocazioni è la vocazione alla santità. Tutta la storia della Chiesa è lì a testimoniare che le grandi stagioni di rinnovamento ecclesiale sono state animate dai santi. La coltivazione della vocazione alla santità consentirà alla nostra comunità diocesana di intraprendere una nuova stagione di evangelizzazione, stagione tanto incoraggiata anche dal nostro Santo Padre Francesco con la sua recente Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Prima di lasciare visibilmente gli apostoli e i discepoli, Gesù ha detto: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15). Il Giubileo diocesano per il 750° anniversario del Duomo di Muggia sarà anche l’occasione propizia per coltivare una rinnovata responsabilità cristiana, intessuta di carità e solidarietà, nei confronti delle persone nel bisogno, soprattutto dei poveri. L’identificare il cuore della missione della Chiesa nell’annuncio di Cristo e del Suo Vangelo, infatti, non ci distacca dai nostri impegni concreti, temporali e sociali. Il guardare verso la mèta non distoglie la nostra attenzione dal quotidiano in cui viviamo, né tanto meno svuota il nostro impegno storico.
4. Carissimi fratelli e sorelle, affidiamo alla materna protezione della Madonna il Giubileo diocesano per il 750° anniversario del Duomo di Muggia, affinché sia occasioni di crescita personale e comunitaria. Scrisse San Cesario di Arles: “Con gioia e letizia celebriamo oggi, fratelli carissimi, il giorno natalizio di questa chiesa: ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi. Se riflettiamo un po’ più attentamente sulla salvezza della nostra anima, non avremo difficoltà a comprendere che siamo il vero e vivo tempio di Dio. Dio non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo (At 17,24), o in case fatte di legno e di pietra, ma soprattutto nell’anima creata a sua immagine per mano dello stesso Autore delle cose. Il grande apostolo Paolo ha detto: Santo è il tempio di Dio che siete voi (1Cor 3, 17) (Discorsi 229, 1-3). Di cuore partecipo a tutti la benedizione del Signore!
Trieste, 4 marzo 2014