03.11.11 | Con la celebrazione solenne dei Vespri presso la Cattedrale di San Giusto si è chiusa la giornata dedicata alla memoria del Santo Patrono della Città e della Diocesi di Trieste. L’Arcivescono nell’omelia ha commentato il brano della liturgia tratto dal primo capitolo della seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. Il tema è quello della consolazione che il Padre ci dona per mezzo di Gesù Cristo in ogni momento di sofferenza e tribolazione, anche quando ci sentiamo colpiti “oltre ogni misura”. “Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione”. Le prove sono anche momenti per verificare e mostrare la nostra fede, se teniamo lo sguardo fisso a Gesù Cristo che è il dono più grande del Padre. E la consolazione è grande quando i cristiani arrivano a dire “Tutto per noi è Cristo” – “Omnia Christus est nobis” (Sant’Ambrogio) – e anche “Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio”. L’Arcivescovo ha poi enucleato un altro aspetto che è quello ecclesiale: il legame di fraternità, che deriva ai cristiani dal riconoscersi figli dello stesso Padre, ci deve spingere a cercare ed offrire la consolazione nella piena comunione, nella Comunità cristiana. Infatti “Egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, grazie alla vostra cooperazione nella preghiera” e ai cristiani è chiesto con la testimonianza e nella comunione di dare “ragione” di questa speranza.