Scritto da Stefano Fontana | giovedì 16 giugno 2011
Anche la Pentecoste può essere laicizzata, disposta in orizzontale, interpretata secondo modalità new age: una specie di esperanto delle lingue che fa parlare tutti i popoli lasciandoli però così come sono. La festa dei popoli, la convivialità delle differenze, l’accoglienza delle diverse culture …
La Pentecoste può venire intesa come un generico momento di incontro con lo spirito, ma non con lo Spirito Santo, la Terza Persona della Trinità nella quale credono i cristiani; lo Spirito per virtù del quale il Figlio si è incarnato in Maria Santissima, lo Spirito creatore, per il quale tutte le cose sono. La Pentecoste può venire intesa come l’aprirsi ad un vago spirito di comunione universale, una immedesimazione con gli altri e con il creato.
Già, il Creato. Lo Spirito Santo è lo Spirito creatore ed è anche lo Spirito ri-creatore. Il Creato geme, come ci ha ricordato san Paolo nella lettura di domenica scorsa, in attesa della nuova creazione. La Pentecoste è la festa della nuova creazione, non di una generica convivialità tra i popoli, ma la festa di un Nuovo popolo di redenti nel Signore. La creazione geme nelle doglie del parto.
Non è creata per se stessa ma per la salvezza. Solo che il peccato degli uomini l’ha sporcata e coperta di una poltiglia ripugnante. Ma essa non è per questo, attende una nuova e vera vita. La Pentecoste è questa ri-creazione da parte dello Spirito. Nasce la Chiesa, il Nuovo popolo, sacramento di unità e di salvezza per il genere umano.
I giovani cattolici di Trieste hanno fatto una Veglia con il Vescovo e poi un pellegrinaggio notturno a Monte Grisa. Cosa hanno voluto dire con questo? Che c’è un “Grande Spirito” cordiale e benevolo che accomuna il tutto? Che dobbiamo imparare le lingue straniere per intendersi con tutti? Essi hanno voluto dire qualcosa di più: che lo Spirito Santo li ha generati e li ri-genera, che senza il Suo soffio spirituale siamo smarriti, che nei sacramenti e in particolare nell’Eucaristia incontriamo questa nuova Vita che ci rende veramente liberi. Hanno testimoniato che lo Spirito Santo è la relazione di amore (il Noi) tra il Padre (l’Io) e il Figlio (il Tu): hanno testimoniato la fede nella Santissima Trinità.
Lo Spirito Santo non è un carezzevole venticello che rinfresca e lascia tutti come erano prima. Non è un benevolo invito ad andare d’accordo. La Pentecoste è una nuova nascita della persona nella Chiesa, è il rinnovamento dell’essere, la nuova creazione che diventa storia e concreta possibilità per tutti coloro che vogliono farsi investire dal soffio di vita nuova.
È l’inizio di un Popolo destinato ad estendersi fino agli estremi orizzonti, perché dentro questo Popolo tutti i popoli si ritrovano, comprendono la loro verità. È l’inizio di una lingua nuova così che tutti i popoli, pur parlando molte lingue, arrivino a parlare una lingua sola, la lingua dell’amore e della verità, la lingua dello Spirito del Signore.
“Veni, Creator Spiritus” … il canto invoca non il venticello delle danze folkloristiche e degli spettacoli poliglotti, ma lo Spirito che ha creato l’universo e che alla natura propone di diventare sopranatura. È Dio, che con il suo Spirito ci attrae a salire fin “lassù”, dove da soli non possiamo nemmeno lontanamente pensare di arrivare.
fonte: vitanuovatrieste.it