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CORPUS DOMINI Omelia per la santa Messa

scritta dal Giampaolo Crepaldi | Arcivescovo-Vescovo. 26 giugno 2011

Carissimi fratelli e sorelle,

1. celebriamo oggi uno dei più grandi Misteri della fede, quello dell’Eucaristia, ovvero il Mistero del Corpo e Sangue di Cristo donati a noi come cibo e bevanda spirituali. Di questo Mistero centrale per la nostra vita di fede, trattano le letture che abbiamo appena ascoltato. La prima lettura, presa dal libro del Deuteronomio, ci parla della manna. Con questo cibo prodigioso, Dio nutrì il popolo d’Israele durante il suo esodo attraverso il deserto. La manna, pane disceso dal cielo, prefigurava e prefigura l’Eucaristia. Come il popolo d’Israele nel suo cammino verso la terra promessa fu nutrito con la manna, così anche noi, nel nostro pellegrinaggio terreno, ma protesi verso la Patria Celeste, siamo quotidianamente nutriti dal Pane Celeste che è la Santa Comunione. Il cammino attraverso il deserto del popolo d’Israele non fu privo di insidiosi pericoli, ma chi rimase fedele, nutrito da questa «manna sconosciuta» (Dt 8,16), giunse alla meta tanto desiderata. Anche il nostro cammino di cristiani è pieno di difficoltà e pericoli e il pellegrinaggio nel deserto di questo mondo spesso ci tende delle insidie, ma, nutriti dall’Eucaristia, possiamo trovare la forza necessaria per procedere sicuri, nonostante il demonio, l’ostilità del mondo e la carne continuino a ostacolarci.

2. Nel brano del Vangelo di Giovanni che abbiamo devotamente ascoltato, Gesù afferma: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). Queste parole sono tra le più straordinarie, coinvolgenti e consolanti di tutto il Vangelo. Soffermiamoci un momento su di esse per gustarne il valore e per coglierne il profondo significato: contemplare Gesù che si fà il nostro cibo e nostro sostentamento ci deve colmare di gratitudine e di gioia. Con queste sue parole, Gesù afferma apertamente che la manna che nutrì gli Israeliti nel deserto era solo un’ombra rispetto alla realtà. Il vero pane è Lui, è il Signore, e solo cibandoci di Lui possiamo avere e raggiungere la Vita eterna. Continua, infatti, il brano del Vangelo: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo [ovvero di Gesù] e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» (Gv 6,53-55).

3. Carissimi fratelli e sorelle, l’Eucaristia è stata definita come il Sacramento della carità e dell’amore. Gesù, infatti, non poteva offrirci prova più significativa del suo amore. L’Eucaristia è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Tale mutazione di sostanza si realizza durante la Santa Messa, quando il sacerdote, dopo aver invocato la discesa dello Spirito Santo sul pane e sul vino, pronuncia le parole della Consacrazione, dicendo: «Questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue». In quel momento avviene il miracolo più straordinario che si possa immaginare: il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. San Josemaria Escrivà, consapevole della centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa e di ogni cristiano, esortava, con queste parole, a unire ogni giorno la propria esistenza al sacrificio eucaristico. Scriveva: “Lotta per far sì che il santo sacrificio dell’altare sia il centro e la radice della tua vita interiore, in modo che tutta la giornata si trasformi in un atto di culto – prolungamento della Messa che hai ascoltato e preparazione alla successiva -, che trabocca in giaculatorie, nelle visite al Santissimo, nell’offerta del lavoro professionale e della tua vita familiare….”. Così sia!

leggi l’ Omelia per il dopo-processione.