Trinità

Te Deum di ringraziamento

DIOCESI DI TRIESTE

TE DEUM

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto

31 dicembre 2013

 

Distinte autorità, cari fratelli e sorelle,

1.                     A tutti partecipo la mia personale gratitudine per aver voluto associarvi questa sera al canto del Te Deum, con il quale desideriamo rivolgere al Signore il sentimento comune del ringraziamento in questo ultimo giorno dell’anno 2013. Il Te Deum si apre con la lode – Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore – e termina con una professione di fiducia – Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno. Quasi a prescindere dall’andamento dell’anno – facile o difficile, sterile o ricco di frutti – come cristiani facciamo nostra la saggezza contenuta nel  Te Deum, quella saggezza che ci fa dire che, nonostante tutto, c’è del bene nel mondo, e questo bene è destinato a vincere grazie a Dio, il Dio di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto. Certo, a volte è difficile cogliere questa profonda realtà, poiché il male fa più rumore del bene. Ma, al di sopra di tutto, il Signore ci dona la grazia di una speranza certa.

 2.                     Cari fratelli e sorelle, vogliamo ringraziare il Signore per aver vissuto, con particolare intensità,  l’Anno della fede, promosso dal Santo Padre Benedetto XVI e concluso dal Santo Padre Francesco. Anno segnato dalle dimissioni di papa Benedetto e dall’elezione di papa Francesco: il primo ha fatto dono alla Chiesa di una luminosa testimonianza ispirata alla veritas caritatis, mentre il secondo ci sta donando una coinvolgente testimonianza all’insegna della caritas veritatis. Alla fede, alle sue urgenze ecclesiali connesse alla nuova evangelizzazione è strettamente collegato anche l’impegno pastorale della nostra Chiesa diocesana con il suo Sinodo della fede, che ha già cominciato a dare i suoi frutti preziosi: “Nella fede, dono di Dio, virtù soprannaturale da Lui infusa, riconosciamo che un grande Amore ci è stato offerto, che una Parola buona ci è stata rivolta e che, accogliendo questa Parola, che è Gesù Cristo, Parola incarnata, lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro, e fa crescere in noi le ali della speranza per percorrerlo con gioia. Fede, speranza e carità costituiscono, in un mirabile intreccio, il dinamismo dell’esistenza cristiana verso la comunione piena con Dio” (Lumen fidei, n. 8).

 3.                     Cari fratelli e sorelle, vogliamo ringraziare il Signore per aver donato alla nostra Chiesa un cuore buono capace di andare incontro ai tantissimi poveri colpiti da una crisi economica severa e dolorosa. Per rispondere ai tanti bisogni è stato istituito l’Emporio della solidarietà, e altre iniziative sono in cantiere. A Trieste sono anche convenuti i Vescovi europei presidenti delle rispettive Caritas nazionali per un significativo incontro promosso dal CCEE.  Con riguardo al tema della povertà, il Santo Padre Francesco, nell’Esortazione apostolica Evagelii Gaudium, ci ha offerto un ampio approfondimento, contenuto nel capitolo IV, sulla scelta preferenziale per i poveri, che tutti ci riguarda. Il Papa ne parla dal punto di vista dell’amore evangelico di Gesù per i piccoli e gli ultimi. E’ una ricca riflessione sull’atteggiamento dei credenti e della Chiesa nei confronti dei poveri e su quanto da essi si possa imparare. L’inclusione sociale dei poveri diventa qui qualcosa di più che una politica sociale. Diventa la prospettiva stessa del nostro vivere in società, l’aspetto che continuamente ci ricorda il motivo ultimo per cui esiste la comunità civile e politica. Trova spazio, esplicitamente o implicitamente, tutta la riflessione della Dottrina sociale della Chiesa sulla solidarietà e il bene comune, visti questa volta dal punto di vista dei poveri. Viviamo in un momento particolare, da questo punto di vista. La crisi economica fa aumentare le disuguaglianze e, quindi, anche i poveri e la povertà. Un nuovo sguardo sui poveri a partire dai poveri evangelicamente intesi sarà di grande aiuto per tutti.

 4.                     Cari fratelli e sorelle, vogliamo ringraziare il Signore per i tanti segni di risveglio spirituale che sono presenti nella nostra Chiesa, soprattutto per lo sviluppo inatteso di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. E’ questo un segno di grazia divina di cui essere particolarmente grati al Signore. Su questa preziosa cornice vocazionale, il prossimo anno si celebrerà a Trieste l’incontro nazionale della Giornata Mondiale delle Vocazioni. La Giornata dell’11 di maggio 2014 avrà il seguente tema conduttore:  Vocazioni testimonianza della Verità, che ha  nel n. 9 della Lettera Enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate, il suo testo di riferimento. Il tema suggerisce che la Chiesa è chiamata a coltivare una specifica missione di verità «in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione». In questa stimolante prospettiva, la pastorale vocazionale della Chiesa, è invitata a servire ogni persona, perché possa riconoscere nel progetto di Dio la realizzazione di sé e della propria verità.  E’ questa anche la logica che deve orientare l’impegno preparatorio della nostra Chiesa per l’evento del maggio del prossimo anno: individuare nel progetto di Dio le piste di una rinnovata ricerca del senso del vivere, cioè la ricerca della verità di se stessi; la ricerca di una verità profonda nelle relazioni con il creato, con gli altri, con noi stessi; la straordinaria esperienza di sentire che possiamo toccare con mano la Verità dell’Amore di Dio per ciascuno di noi e l’incontro che genera autenticità e trasparenza, che avviene ogni qualvolta il Signore Gesù – Via,Verità e Vita – trova aperta la porta del nostro cuore: questo significa cercare e testimoniare la Verità.

5.                     Carissimi fratelli e sorelle, a Maria dedichiamo tutti gli innumerevoli cammini spirituali dei cristiani della nostra Chiesa diocesana, pregandola di accompagnarli e assisterli con la sua materna protezione. Lei, che invochiamo come Mater Dei e Mater Ecclesiae, affidiamo il nuovo anno che viene, ponendolo già da ora sotto la sua materna protezione.  Nella Madre di Dio la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede.