Trinità1

Te Deum di ringraziamento

DIOCESI DI TRIESTE

CELEBRAZIONE DEL TE DEUM DI FINE ANNO 2012

OMELIA

 

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 31 dicembre 2012

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.           Siamo riuniti questa sera per elevare al Signore il canto gioioso del Te Deum, con il quale intendiamo dare espressione, personale e comunitaria, al nostro ringraziamento per i tanti benefici che ci ha elargito nel 2012, anno che volge al termine. Lo ringraziamo soprattutto per averci mantenuti saldi nella fede cattolica, per averci fatto grazia della sua Presenza nei sacramenti ecclesiali, per essere stato Parola di luce e di conforto in tanti momenti della vita. Le Letture bibliche che ci sono state proposte in questa Liturgia della Parola ci offrono i termini più adeguati per riportare il nostro ringraziamento dentro le coordinate esigenti della fede e della speranza cristiane, facendoci dono di una singolare, ma sapientissima, visione della vita. San Giacomo nella sua Lettera avverte i fratelli cristiani a non coltivare l’insana illusione di essere i padroni della propria vita, perché – questo il monito dell’Apostolo – “Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare”. Li invita, invece, a considerare la vita in un’ottica differente: “Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello”. Il brano del Vangelo di Luca ci riporta una parabola del Signore che ci parla di un uomo ricco che ragionava tra sé e sé su come fare ulteriori buoni affari per aumentare la sua ricchezza, senza fare il conto più importante perché quella stessa notte sarebbe morto. La morale che Gesù evidenzia alla fine della parabola è ricca di insegnamenti sul senso da dare alla vita: “Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”.  La vita va vissuta per arricchire davanti a Dio.

2.           Carissimi fratelli e sorelle, in questo anno che volge al termine vogliamo ringraziare il Signore per averci fatto la grazia incommensurabile di avviare – in concomitanza con l’apertura dell’Anno della Fede voluto dal Santo Padre Benedetto XVI per ricordare il 50° anniversario dell’inizio dei lavori del Concilio Vaticano II – il V Sinodo diocesano, il Sinodo della Fede. In questa Cattedrale, l’11 ottobre scorso, con una solenne e partecipata Liturgia della Parola, i sinodali hanno pregato il Signore di accompagnare e guidare Lui stesso il cammino sinodale della nostra Chiesa e hanno prestato, con commovente disponibilità spirituale, il doveroso giuramento di lavorare intensamente avendo a cuore solo gli interessi di Dio e della Chiesa di Trieste. Sappiamo che l’esperienza della fede cristiana sperimenta al giorno d’oggi una situazione di difficoltà e anche di crisi, che richiede da parte della Chiesa generose risposte di nuova evangelizzazione delle menti e dei cuori e di nuova missionarietà per portare gli uomini e le donne all’incontro salvifico e liberante con Gesù. Il Sinodo servirà a ridare freschezza della nostra esperienza di fede in modo da renderci più credibili agli occhi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che, come la samaritana del Vangelo di Giovanni, hanno sete del Signore Gesù – anche se inconsapevolmente -, hanno bisogno di incontrarLo – magari nascostamente -, Lo cercano – spesso con affanno e sofferenza – per ricomporre il quadro di esistenze spesso frantumate e rese insignificanti.

3.           Carissimi fratelli e sorelle, vogliamo ringraziare il Signore anche per un altro motivo particolare: le ordinazioni. Prima di tutto per l’ordinazione episcopale di S. E. Mons. Guido Pozzo, Elemosiniere di Sua Santità Benedetto XVI, un prete del clero tergestino; poi per l’ordinazione di tre giovani preti; poi per quella di un giovane diacono destinato al sacerdozio e di due diaconi permanenti. Queste ordinazioni sono il segno consolante e incontestabile di una sorprendente vitalità spirituale della nostra Chiesa diocesana. Sono anche un segno di speranza che consente di guardare al futuro con serena fiducia. Sono, soprattutto, il segno dell’amore provvidente di Dio che guida la sua Chiesa. Ringraziamo il Signore anche per i nostri due Seminari diocesani, quello che è ospitato a Castellerio presso Udine e il Redemptoris Mater presso le Beatitudini: sono entrambi una benedizione del cielo. La cura delle vocazioni al sacerdozio deve continuare ad essere posta al centro delle nostre attività pastorali. I problemi e le fatiche che quotidianamente sperimentiamo nella trasmissione della fede verranno superate se la Chiesa potrà contare su preti santi, tutti dediti al loro ministero e preparati. Problemi e fatiche che si toccano con mano quando si ha a che fare con i giovani. A Trieste, mentre alcuni giovani varcano le porte del Seminario per donarsi totalmente al Signore, altri giovani – non tutti s’intende – vivono situazioni di disperante non senso della vita, alcune delle quali si sono consumate in esiti tragici.  Situazioni che suscitano in me molte domande: come deve essere e cosa deve fare la nostra Chiesa diocesana per dare senso e futuro alla vita degli adolescenti e dei giovani della nostra città? Si tratta di domande serissime, che inquietano ed esigono una risposta.

4.           Carissimi, vogliamo ringraziare il Signore anche per i tanti benefici materiali che ci ha elargito quest’anno. E’ vero, non è stato un anno facile per tante famiglie e tanti lavoratori e imprenditori a causa del perdurare di una crisi economica che ha colpito anche la nostra città. In questa situazione difficile la Chiesa di Trieste ha invitato tutti alla solidarietà e alla responsabilità.  Ha invitato a riflettere sui problemi della crisi nella prospettiva delineata dalla sua dottrina sociale con l’organizzazione della Cattedra di San Giusto nel tempo dell’Avvento; è intervenuta con un significativo documento del Consiglio Pastorale Diocesano; io stesso ha invitato alla coesione sociale e a scrivere un nuovo patto di cittadinanza.  A questo va aggiunto lo straordinario e impagabile impegno caritativo della nostra Chiesa verso i poveri attraverso la Caritas e le parrocchie. Grazie a Dio, accanto a isole di egoismo, la città di Trieste può contare su tantissime persone che hanno il cuore educato ai valori cristiani e umani della carità verso il prossimo in difficoltà e della solidale fraternità. Questi valori, oltre ad avere un significato profondo se vissuti dalle persone nella loro singolare esperienza di vita, devono acquisire anche una valenza pubblica sempre più ampia, in modo che siano in grado di rigenerare i comportamenti delle istituzioni, del ceto politico e della società civile. Per uscire dalla crisi, anche economica, abbiamo bisogno di accumulare capitale morale, di accumulare sul fronte dell’etica pubblica, di educare i comportamenti affinché siano all’insegna dell’onestà, della legalità, della responsabilità, del senso alto e severo del bene comune. E’ arrivato il tempo di voltar pagina e di scrivere una pagina nuova e convincente di moralità pubblica.

5.           Alla fine di questo 2012 ci rivolgiamo al  Signore con la preghiera del Salmo 90: “Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male”. La Madonna, che domani invocheremo con il titolo di Madre di Dio, protegga le nostre vite e le renda sempre più capaci di arricchire davanti al Signore, Creatore del cielo e della terra e Signore della storia umana. Amen!