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UNA PASQUA DI SPERANZA – Messaggio pasquale dell’Arcivescovo

Carissimi fratelli e sorelle,

Surrexit Christus, spes nostra! Non est in alio aliquo sales: Cristo, nostra speranza, è risorto; in nessun altro c’è salvezza (cf. Act. 4,12). Con queste parole contenute nel libro degli Atti degli Apostoli auguro a tutti una Santa Pasqua. Surrexit Christus, alleluia! La risurrezione del Signore Gesù diventa per ognuno di noi fonte di guarigione, di speranza e di consolazione. L’erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è l’albero della vita reso nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita. L’augurio pasquale porta con sé una prospettivva nuova nella nostra esistenza di uomini e di cristiani: una prospettiva segnata non dalla morte, ma dalla vita; non dal conflitto, ma dalla pace; non dall’egoismo individualistico, ma dalla solidarietà; non dalla falsità e dalla menzogna, ma dallo splendore della verità, della luce e della purezza. La Pasqua sarà veramente buona e feconda di bene se la nostra vita di peccato si orienterà e convertirà a Dio. La lontananza e l’indifferenza verso il Dio della vita sono le drammatiche malattie che mortificano il nostro presente e ogni speranza di futuro. Il Santo Padre Benedetto XVI, con il suo illuminante magistero, ci ammonisce a far tesoro della grazia che giunge a noi dal mistero pasquale del Signore Gesù: “La Pasqua di Cristo è l’atto supremo e insuperabile della potenza di Dio. È un evento assolutamente straordinario, il frutto più bello e maturo del mistero di Dio. È l’avvenimento che fonda tutta la nostra fede” . Bellissimo il nome che gli angeli danno al Risorto: Colui che è vivo! Qui si colloca la scommessa della nostra fede e della nostra esistenza: Cristo vivo, adesso, qui. Non solo il suo insegnamento e le sue idee, ma la sua Persona: se Lui è vivo, ci chiama, ci tocca, respira con noi, semina gioia, e ci ama con amore fedele e totale. Non simbolicamente, non apparentemente, non idealmente, ma realmente. “Se Cristo non fosse risorto” dice la Scrittura, “vana sarebbe la vostra fede”: quella fede che da duemila anni sorregge innumerevoli uomini e donne, dà senso alla loro vita, li motiva nelle grandi imprese come nell’agire quotidiano, li apre alla speranza. Anche Trieste ha bisogno di aprirsi alla speranza pasquale che giunge a noi dal Cristo Risorto: alla speranza in un rinascimento spirituale condizione di ogni altro rinnovamento; alla speranza in una stagione di operosa amicizia civile capace di dare lavoro e fiducia ai nostri giovani; alla speranza in una composta riconciliazione delle diversità; alla speranza in una vita resa ricca dai valori della bontà e della fraternità; alla speranza capace di investire in una rinnovata primavera allietata dalla nascita di tanti bambini e bambine. Il Santo Padre ci assicura: “I nostri insuccessi, le nostre delusioni, le nostre amarezze che sembrano segnare il crollo di tutto sono illuminate dalla speranza. L’atto di amore della croce viene confermato dal Padre e la luce sfolgorante della Risurrezione tutto avvolge e trasforma. Dal tradimento può nascere l’amicizia, dal rinnegamento il perdono, dall’odio l’amore” . Buona Pasqua a tutti, una Pasqua di speranza!

+ Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo di Trieste