DIOCESI DI TRIESTE
Santa Messa in Coena Domini
✠ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 9 aprile 2020 – Giovedì santo
Carissimi fratelli e sorelle,
1. “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, … si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e … cominciò a lavare i piedi dei discepoli” (Gv 13,1-6). Questo brano del Vangelo di Giovanni ci racconta la lavanda dei piedi dei discepoli da parte di Gesù nella sua ultima cena con loro, ma rimanda anche, in maniera più generale, all’agire di Dio che, nella Pasqua del Figlio Unigenito, si avvicina a noi per salvarci con il suo amore infinito. Dio si alza dalla sua tavola divina e scende fino a lavare i piedi dell’uomo perché ciascuno di noi sia ammesso alla sua mensa, diventi degno di stare a tavola con Lui stesso. Questa sera noi celebriamo l’umiliazione di Dio che ha permesso che noi fossimo elevati a dignità sublime: l’umiliazione di Dio è la nostra esaltazione! Questa umiliazione di Dio, sorgente della nostra salvezza, ce la ricorda san Paolo in un famoso passo della sua Lettera ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,5-8).
2. Carissimi fratelli e sorelle, nella dolorosa situazione che ci troviamo a vivere a causa del coronavirus, molti si chiedono se Dio non ci abbia abbandonati, se Dio non si sia dimenticato di noi. La celebrazione di questa sera, con la quale iniziamo il Triduo pasquale, è la risposta a questa lacerante domanda. Con l’istituzione dell’Eucaristia Dio manifesta la sua volontà di essere sempre con noi. Con l’Eucaristia, infatti, Dio ci offre la reale e concreta possibilità di sedersi a tavola con Lui, di essere sempre con Lui e di attingere dal mistero redentivo che l’Eucaristia rende presente, pienezza di carità, di speranza e di vita. L’Eucaristia, oltre ad essere il sacramento della presenza amorosa di Dio con noi, è anche la forza che ci trasforma interiormente e ci rende capaci di agire come Gesù e di amare come Gesù. Nell’Eucaristia, infatti, Dio trasfigura la nostra libertà: da forza di autodeterminazione – tanto impropriamente celebrata oggi in chi presume di avere il potere di togliere la vita con l’aborto, l’eutanasia e il suicidio assistito, potere fortemente e costantemente stigmatizzato da Papa Francesco – a forza di auto-donazione, a forza di amore che si prende cura della vita, di tutta la vita e della vita di tutti come stanno testimoniando in queste ore nei nostri ospedali tanti medici e infermieri che donano la loro vita per salvare la vita degli altri. Alla Madonna della Salute chiediamo la grazia che accada in ciascuno di noi il miracolo di questa trasfigurazione eucaristica nel segno dell’amore.