DIOCESI DI TRIESTE
Santa Pasqua 2020: siamo del Signore
Messaggio
✠ Giampaolo Crepaldi
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. A Pasqua noi cristiani facciamo memoria di un fatto realmente accaduto nella storia: Gesù crocifisso, morto e sepolto, è risorto. La nostra fede e la nostra identità di cristiani è costruita sul fondamento di questo fatto. Con la sua risurrezione, infatti, Cristo è entrato nella gloria dell’esistenza del Padre anche col suo corpo e il suo corpo crocefisso e morto è divenuto partecipe della stessa vita di Dio. A partire da questo fatto esiste una condivisione vera e profonda da parte nostra della condizione di Cristo risorto: con Lui ed in Lui siamo resi capaci anche noi, la famiglia umana, la storia e l’intero universo, di partecipare alla dimensione di vita nuova di cui Cristo risorto è sorgente e causa.
2. Carissimi fratelli e sorelle, in questo tempo di paura e di smarrimento per l’epidemia da coronavirus che, con le regole del confinamento sociale, ci priva anche della possibilità di celebrare la Pasqua del Signore Gesù in maniera partecipata e comunitaria, sono ad invitarvi a far tesoro di una parola speciale che il Santo Padre Francesco ha pronunciato il 27 marzo scorso, in una Piazza San Pietro completamente vuota, ma resa piena e ricca dalla presenza dell’icona della Madonna, del Crocifisso e del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia. In quello storico evento, il Papa ci invitò a far salire “Gesù nelle barche delle nostre vite” e a consegnare a Lui “le nostre paure, perché le vinca”. In Lui troviamo un’ancora: “nella sua croce siamo stati salvati”. In Lui troviamo un timone: “Nella sua croce siamo stati riscattati”. In Lui troviamo la speranza: “Nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”, perché “con Dio la vita non muore mai”.
3. Carissimi fratelli e sorelle, nella contemplazione del mistero della risurrezione del Signore Gesù abbiamo la straordinaria opportunità di districare i tanti nodi relativi al senso del vivere e del morire che sono giunti al pettine di tutti con l’epidemia da coronavirus. Soprattutto la morte – non solo quella degli altri, ma la nostra e quella dei nostri cari – si è prepotentemente imposta con la comparsa di un virus invisibile, ma presente ovunque. Inerti e quasi paralizzati dalla paura, ci chiediamo: c’è una parola convincente e illuminante su questo? Fratelli e sorelle, sì questa parola esiste. Non è una parola mia, ma è una parola detta da Dio, una parola che san Paolo ha fissato nella sua Lettera ai Romani e che la Chiesa custodisce da sempre. È questa: “Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore” (Rm 14,7-8). Siamo del Signore: è questa la parola di cui abbiamo bisogno per dare un senso compiuto al periodo difficile che stiamo vivendo.
Affido tutti alla Madonna della Salute, vi benedico e vi auguro una Santa Pasqua di consolazione e speranza nel Signore Risorto.