DIOCESI DI TRIESTE
COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI
+ Giampaolo Crepaldi
Cimitero di Sant’Anna, 2 novembre 2019
Carissimi fratelli sorelle in Cristo!
1. Riuniti nella Chiesa del Cimitero di Sant’Anna, commemoriamo i Fedeli Defunti. Se riflettiamo attentamente si tratta di una commemorazione assai singolare: infatti, siamo venuti qui a celebrare la vita eterna in mezzo alle tombe dei morti. Su quali basi la Chiesa ci convoca a celebrare la dimensione eterna della vita in un luogo tanto strano, dove tutto ci parla di morte? La risposta a questa domanda ci giunge dall’Apostolo Paolo che, nella sua Prima Lettera ai Corinti, ha esposto questa memorabile verità cristiana: il corpo “è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità;è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza;è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale” (15,42-44). Tutto qui ci parla di corruttibilità, di miseria e di debolezza: siamo nel luogo della morte. Eppure, se guardiamo questo luogo con gli occhi della fede, siamo in un campo santo, poiché siamo in un campo in cui sono nascosti tanti semi, i corpi dei nostri fratelli defunti che risorgeranno nella gloria, nella forza, nella nobiltà della pienezza della vita. Quali potenza e profondità di orizzonti sono sprigionati dalla fede cristiana!
2. Carissimi fratelli e sorelle, visitando il cimitero, molti sono indotti a pensare che il destino finale dell’uomo sia il nulla. Per noi cristiani non è così. Scrissero i Padri conciliari: “Dio infatti ha chiamato e chiama l’uomo ad aderire a Lui con tutto il suo essere, in una comunione perpetua con l’incorruttibile vita divina” (Gaudium et Spes 19,2). Inoltre, san Giovanni nella sua Prima Lettera ci rassicura, affermando che “chiunque è stato generato da Dio… un germe divino rimane in lui” (1Gv 3,9). Per cui, anche se “ciò che saremo non è stato ancora rivelato”, e lo costatiamo in maniera inequivocabile in questo luogo, tuttavia “noi fin da ora siamo figli di Dio” e “noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2). Questo nostro credere alla vita eterna è tutto il contrario di chi si considera soltanto una particella della natura e la parte anonima di un universo impersonale, non riconoscendo di avere una destinazione eterna. Noi cristiani veniamo qui a professare la speranza cristiana e, celebrando l’Eucaristia noi entriamo in comunione coi nostri fratelli defunti, mentre preghiamo intensamente che non venga mai a mancare quella fede nella vita eterna che ci consente, fra le vicende di questo mondo, di tenere sempre fisso il nostro cuore là dove è la vera gioia!