Solennità di Tutti i Santi

DIOCESI DI TRIESTE

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

+Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 1 novembre 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.           La Chiesa ci invita a celebrare oggi, con questa solenne Liturgia, Tutti i Santi e ci introduce nella contemplazione di questo mistero con la grandiosa visione dell’Apocalisse che ci è stata proposta nella prima lettura. In essa l’apostolo Giovanni descrive in maniera mirabile la gloria della Gerusalemme celeste, dove i Santi – “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7,9) – avvolti nelle vesti candide della grazia divina e stringendo tra le mani le palme del loro trionfo, stanno in piedi davanti al trono di Dio e dell’Agnello. La devota contemplazione di questa moltitudine immensa di Santi è fonte di gioia per la Chiesa e anche per ognuno di noi: quelli che ora godono eternamente la felicità di Dio in Paradiso sono nostri fratelli e sorelle che hanno trascorso la loro esistenza su questa terra di esilio, in mezzo a quelle difficoltà e sofferenze che noi pure incontriamo. Ed è anche bello constatare la grande varietà di Santi che dimora nella Gerusalemme celeste: ve ne sono di tutte le epoche, di tutti i continenti, di tutte le razze, di tutte le categorie, di tutte le età. Essi son i beati descritti nel brano del Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato: i poveri di spirito, i puri di cuore, gli umili, i misericordiosi, gli operatori di pace, coloro che soffrono calunnie, ingiustizie e persecuzioni a causa del Signore Gesù. Essi hanno percorso la strada dietro di Lui e che noi tutti, di conseguenza, dobbiamo seguire, se vogliamo raggiungere la santità.

2.           Carissimi fratelli e sorelle, l’odierna solennità ci ricorda un’altra grande verità cristiana: tutti siamo chiamati alla santità, tutti possiamo e dobbiamo essere santi! È questo infatti il primo dovere di ogni cristiano. La santità è per tutti, è possibile a tutti, anche se la strada che vi conduce esige tante rinunce ed è un cammino opposto alle logiche del mondo e ai capricci della nostra natura. Nel Documento finale del recente Sinodo per i giovani troviamo scritto: Tutte le diversità vocazionali si raccolgono nell’unica e universale chiamata alla santità, che in fondo non può essere altro che il compimento di quell’appello alla gioia dell’amore che risuona nel cuore di ogni giovane. Effettivamente solo a partire dall’unica vocazione alla santità si possono articolare le differenti forme di vita, sapendo che Dio «ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente» (Francesco, Gaudete et exsultate, n. 1). La santità trova la sua fonte inesauribile nel Padre, che attraverso il suo Spirito ci invia Gesù, «il santo di Dio» (Mc 1,24) venuto in mezzo a noi per renderci santi attraverso l’amicizia con Lui, che porta gioia e pace nella nostra vita” (n. 165).

3.           Carissimi fratelli e sorelle, dalla contemplazione della gloria che i Santi ora godono in Paradiso deve scaturire una seria riflessione per la nostra vita cristiana, riflessione che troppo spesso tralasciamo di fare. Si tratta di questo: è il Cielo e non la terra la nostra meta finale, il traguardo della nostra vita terrena, la nostra vera Patria, il luogo beato, dove tutti dovremmo desiderare di entrare. Questo è il pensiero di fondo che deve occupare la nostra mente, particolarmente oggi, in questa solennità di Tutti i Santi. Il pensiero del Paradiso ci riempie di speranza, considerando che l’esistenza umana non è un cammino verso il nulla, ma verso l’eternità. Da questa prospettiva che la fede ci dona, ci accorgiamo subito quale grande valore, quale senso, quale profondo significato abbia il tempo, breve o lungo che sia, della nostra vita terrena. Se ci fermassimo più spesso a riflettere che dalla nostra condotta presente dipende il nostro futuro di castigo o di premio eterno, certamente saremmo più impegnati a dare un orientamento migliore alla nostra esistenza. Guai a privare la nostra vita del Cielo! Il Cielo ci chiama, il Cielo ci aspetta. Affidiamoci alla Madonna, la Madre che ha formato e continua a formare i Santi.