Solennità di Maria Assunta in Cielo

DIOCESI DI TRIESTE

SOLENNITÀ DI MARIA ASSUNTA IN CIELO

+ Giampaolo Crepaldi

Repentabor-Monrupino / Muggia Vecchia, 15 agosto 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        La Chiesa celebra oggi la più importante e solenne festa mariana: l’assunzione al cielo di Maria. Fu il Santo Padre Pio XII che proclamò, in maniera infallibile, questa mirabile verità della nostra fede con le queste parole: “L’Augusta Madre di Dio… ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo” (Cost. Ap. Munificentissimus Deus, AAS 42(1950), 796). Il cuore del mistero mariano che oggi celebriamo è il seguente: Maria, in Cristo e per mezzo di Cristo, ha già vinto la morte ed è già, anche col suo corpo, nella gloria celeste. Abbiamo appena ascoltato le parole di San Paolo: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”. In queste parole risuona l’annuncio centrale della fede cristiana: Cristo è risuscitato dai morti! Oggi infatti contempliamo la potenza vittoriosa della risurrezione di Cristo nel corpo, nella persona di Maria. In Lei costatiamo che “se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti”, dal momento che Maria ha ricevuto in Cristo la pienezza della vita, nella intera realtà della sua persona, anima e corpo.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, la contemplazione del mistero santo dell’assunzione in cielo della Madonna, ci aiuta a capire una dimensione essenziale della salvezza cristiana: quella riguardante il nostro corpo. La salvezza cristiana, infatti, non riguarda solamente la dimensione spirituale della nostra persona. Essa è salvezza, rigenerazione anche del nostro corpo. Noi infatti non abbiamo, ma siamo il nostro corpo: ciascuno di noi è costituito nel suo essere personale anche dal suo corpo. E pertanto una salvezza che non coinvolgesse pienamente anche il corpo, non sarebbe la salvezza cristiana. Il Credo cristiano – professione della nostra fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e nella sua azione creatrice, salvifica e santificante – culmina nella proclamazione della risurrezione della carne, cioè dei nostri corpi: quella che in Maria, per un privilegio singolare, è stata anticipata prima della fine dei tempi. È un punto così centrale nella nostra fede che uno scrittore ecclesiastico antico scrisse: “La risurrezione dei morti è la fede dei cristiani; credendo in essa, noi siamo tali” (Tertulliano, De resurrectione carnis 1,1).

3.        Carissimi fratelli e sorelle, San Paolo scrisse: “Il corpo è per il Signore e il Signore è per il corpo… Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?… Non appartenete a voi stessi… Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Cor 6,13-15; 19-20). Queste parole dell’Apostolo delle Genti sono quanto mai attuali, in considerazione che viviamo in un contesto di pervasivo disordine sessuale – ampiamente legittimato e promosso nei mass-media e sul piano culturale e giuridico – dove proprio il corpo viene umiliato e deturpato nella sua dignità. La fede cristiana propone invece un esercizio ordinato della sessualità, la quale si realizza in forma compiuta o nella castità coniugale o nella castità verginale, cioè nell’amore coniugale unitivo, fedele e fecondo e nell’amore verginale che custodisce indiviso il proprio cuore, che glorifica Dio nel proprio corpo. La celebrazione odierna diventa allora luce che trasforma la nostra mente, perché non ci conformiamo alla mentalità odierna che del corpo umano non ha più nessun rispetto. L’assunzione al cielo di Maria nel suo corpo ci svela il significato ultimo del nostro essere-corpo: essere nella creazione il segno visibile della gloria di Dio, del suo splendore, della sua grazia. La solennità odierna ci dona una speranza forte e piena di consolazione, poiché in Maria noi vediamo anticipata la nostra sorte finale e la piena redenzione del corpo a cui aspiriamo.