Processione eucaristica nella solennità del Corpus Domini

DIOCESI DI TRIESTE

PROCESSIONE CORPUS DOMINI

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 3 giugno 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        Con la processione del Corpus Domini, da San Giacomo fino alla Cattedrale di San Giusto, abbiamo voluto proclamare la nostra fede in Gesù Salvatore che “nell’ultima cena, la notte in cui veniva tradito, istituì il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue, col quale perpetuare nei secoli fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce” (Conc. Vat. II, Sacrosanctum Concilium, 47). Non è un mero simbolo quello che abbiamo portato per le vie della nostra città. È lo stesso nostro Signore Gesù Cristo che, nella figura del pane, ha percorso le nostre strade. E lo abbiamo fatto perché vogliamo che questo passaggio di Cristo sia una grande benedizione per tutti. È in Cristo, infatti, che il Padre ha benedetto l’uomo, con ogni benedizione spirituale (cf. Ef 1,3). Siamo stati in processione quindi perché Cristo sia benedizione sulla sofferenza dei nostri ammalati, sulla solitudine dei nostri giovani e sulle loro speranze, sulle difficoltà delle nostre famiglie. La processione ci ha aperto l’orizzonte del futuro: non stiamo stati fermi attorno all’altare, ma partendo con Cristo ci siamo messi in cammino lungo le strade su cui cammina la nostra esistenza quotidiana. In ciò che abbiamo fatto questa sera è raffigurato tutto il senso della presenza di noi cristiani nella nostra città.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, la nostra processione ha inteso essere soprattutto un atto di fede e di amore nell’Eucaristia. Se venissero meno questa fede e questo amore, verrebbe meno la Chiesa stessa. Questa fede e questo amore li abbiamo sperimentati ieri sera qui nella nostra Cattedrale con l’ordinazione di sei nuovi sacerdoti, che nella totale donazione al Signore hanno reso manifesto il valore profondo e vitale del sacramento eucaristico. San Giovanni Paolo II scrisse: l’Eucaristia “racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa”; “edifica la Chiesa” ed è “il culmine di tutti i sacramenti nel portare a perfezione la comunione con Dio Padre mediante la conformità col Figlio Unigenito per opera dello Spirito Santo” (Ecclesia de Eucharistia). L’Eucaristia è il principio generatore e propulsore della vita della Chiesa, la ragione d’essere della sua esistenza, che dà forma alla sua essenza. È il vincolo d’amore che unisce Cristo alla sua Sposa, è l’alimento del Corpo Mistico di Cristo. Essa contiene tutti i misteri della fede, tutto il tesoro dei doni dello Spirito, tutta la sorgente e la forza delle virtù e i segreti della santità. Essa dona il fervore della carità; tiene saldi nella perseveranza e nella fedeltà. Fa pregustare la gloria futura ed è pegno della vita eterna. Va assunta con la coscienza preparata e purificata dal peccato, con devozione, retta intenzione, fede sincera ed integra e piena comunione ecclesiale (Ecclesia de Eucharistia, 39).

3.        Carissimi fratelli e sorelle, la fede e l’amore all’Eucaristia si manifestano certamente con la partecipazione alla Santa Messa domenicale, ma anche con l’adorazione eucaristica che, nei modi e nei tempi suggeriti dalla saggezza pastorale, non deve mai mancare nei programmi settimanali o mensili delle nostre parrocchie. con l’adorazione eucaristica va anche ripresa la pratica denominata quarant’ore. Adorare regolarmente il Santissimo è veramente importante e di grande valore per la nostra vita. San Giovanni Paolo II nella Lettera Dominicae Cenae del Giovedì Santo 1980 scrisse: “L’animazione e l’approfondimento del culto eucaristico sono prova di quell’autentico rinnovamento che il Concilio si è posto come fine, e ne sono il punto centrale… La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo Sacramento d’amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andarlo a incontrare nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione!”. In definitiva si tratta di arrivare ad incontrare Gesù Cristo resuscitato e vivo! Invisibile dagli occhi del corpo, ma reale, di una realtà che, quando arriva a renderci consapevoli, ci cambia la vita. Infatti, “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” scrisse Papa Benedetto XVI (Deus Caritas est).

4.        Carissimi fratelli e sorelle, mentre camminavamo per le strade della nostra città seguendo Cristo eucaristico non potevamo non riflettere sul tentativo caratterizzante i tempi che viviamo – tentativo promosso e sostenuto con un impressionante dispiegamento di mezzi – di escludere Dio dalla vita pubblica e di censurare anche i più naturali tra i valori umani, soprattutto il diritto alla vita. A questo riguardo consentitemi un riferimento puntuale. Nei giorni scorsi, precisamente il 22 maggio 2018, è ricorso il quarantesimo anniversario dell’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge 194 che ha introdotto nell’ordinamento del nostro Paese l’interruzione volontaria della gravidanza, ossia l’aborto. La pratica dell’aborto è sempre stata condannata dalla Chiesa e ad essa si oppone anche la retta ragione. “Non uccidere” è un principio che appartiene alla coscienza morale dell’umanità intera ed è a baluardo della violenza e dell’ingiustizia dell’uomo sull’uomo. Se questo principio non viene mantenuto saldo nel momento iniziale della vita, sarà poi impossibile garantirlo nelle altre situazioni della vita sociale e politica. La Chiesa non può abbassare la guardia contro la tragedia dell’aborto. E la nostra processione con Gesù, Creatore e Signore della vita, ha inteso esprimere la volontà di noi cristiani di essere sempre e generosamente impegnati sulle strade della vita e non su quelle della morte. Affido tutti alla Vergine Maria pregandoLa di accompagnare con la sua materna intercessione il cammino della nostra Chiesa di Trieste, in modo particolare il cammino dei sei nuovi sacerdoti: sia Lei, Madre di Dio e della Chiesa, ad aiutarci a vivere sempre più intensamente il mistero dell’Eucaristia, sacramento di vita, per essere capaci di annunciare con la parola e la vita l’amore di Dio.