DIOCESI DI TRIESTE
IN MEMORIAM DI DON GIUSSANI
+ Giampaolo Crepaldi
Chiesa di Nostra Signora della Provvidenza, 18 febbraio 2017
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Sono particolarmente lieto di poter celebrare questa Santa Eucaristia nel ricordo di don Giussani a tredici anni dalla sua morte e a trentasei anni dal riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione. Il fare memoria comporta sempre la cura e la coltivazione di quell’intenzione originaria da cui nacque la Fraternità. Don Giussani, in uno scritto che preparò per San Giovanni Paolo II, la formulò con queste parole: “…ritengo che il genio del Movimento che ho visto nascere sia di avere sentito l’urgenza di proclamare la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali”. E quali erano questi aspetti elementari del cristianesimo? La risposta ancora di don Giussani è questa: “Cristo è tutto per la vita dell’uomo”. E da lì è andata snodandosi una proposta di vita cristiana – rilevantissima e soprattutto attualissima nei suoi riscontri educativi e formativi – dove vengono valorizzate la ragione e la libertà, dove si coltiva l’invito all’incontro con la bellezza – musica, poesia, natura -, dove si nutre la capacità di toccare le profondità del cuore umano e le esigenze fondamentali che lo costituiscono. In questo significativo orizzonte progettuale, desidero esprimere a voi, che siete la componente diocesana della fraternità di Comunione e Liberazione, la mia fiducia e la mia gratitudine per quello che fate in e per questa Chiesa che è in Trieste.
2. Carissimi fratelli e sorelle, la Fraternità di Comunione Liberazione nell’intenzione di preghiera di quest’anno ho posto al centro delle sue attenzioni la passione educativa per le nuove generazioni. Questo il testo: “Nell’anno del Sinodo dei Giovani chiediamo al Signore di vivere l’intensità di passione educativa per le nuove generazioni che sempre ha animato il pensiero e l’opera di don Giussani”. Su questa stessa linea è ben sintonizzata anche la nostra Chiesa diocesana. Su questo orizzonte, vale la pena ricordare alcuni punti che caratterizzano il metodo educativo di don Giussani. In primo luogo, chi incontra il Movimento deve poter avere la grazia di incontrare Cristo e il suo Vangelo di salvezza e di fare un’esperienza riconducibile alla fede trasmessa nei secoli dalla Chiesa cattolica. Questa primordiale e originante esperienza di fede implica una leale accettazione della tradizione: senza ancoraggi al passato cristiano un giovane rischia di essere senza radici e senza riferimenti sostanziali. Ancoraggi che vanno autorevolmente proposti dall’autorità educativa non per diletto conoscitivo o per puro amore delle tradizioni, ma in una corposa corrispondenza con le esigenze ultime del cuore e dentro un vissuto esistenziale. In secondo luogo, don Giussani, nel suo metodo educativo, mette in conto la necessita della critica e della verifica personale, utili per non finire alienati o omologati alla cultura dominante. Per ultimo il rischio, necessario alla libertà: il confronto con il mondo pone il giovane in situazione di rischio a fronte di possibili scelte o orientamenti diversi e perfino contrastanti. Tale situazione è inevitabile affinché la personalità maturi realmente e la libertà si giochi in tutte le sue potenzialità. Carissimi, in questa festosa circostanza, tutti insieme vogliamo invocare la materna protezione della Madonna, Madre di Dio e Madre della Chiesa.