Domenica 5 novembre, il Signore ha chiamato a sé M. Annunziata Contarato O.S.B., Abbadessa Emerita del Monastero di San Cipriano.
La Santa Messa e i funerali sono stati celebrati dall’Arcivescovo mons. Crepaldi giovedì 9 novembre presso il Monastero San Cipriano a Prosecco. Riportiamo il testo dell’omelia dell’Arcivescovo e di seguito il ricordo di Madre Annunziata offerto dalle sue consorelle.
DIOCESI DI TRIESTE
FUNERALE DI MADRE ANNUNZIATA CONTARATO
+ Giampaolo Crepaldi
Monastero di San Cipriano – Prosecco, 9 novembre 2017
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Siamo convocati per le esequie cristiane di Madre Annunziata Contarato che vogliamo vivere in maniera consona, contemplando il mistero pasquale di Cristo Signore. Esso ci consente di squarciare il velo, doloroso e penoso, del distacco della morte di una persona cara a tutta la comunità delle monache e a tutta la Chiesa di Trieste: la nostra sorella Annunziata, incorporata per il battesimo a Cristo morto e risorto, è passata con Lui dalla morte alta vita e, debitamente purificata nell’anima, è stata accolta con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il suo corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti. Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, brano che ci descrive Gesù che guarda verso il futuro e manifesta il suo grande desiderio di unità, ci aiuta ulteriormente a cogliere, con illuminante profondità, il mistero della morte di questa amatissima sorella. Gesù non vuole rimanere solo. Dice: Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato, poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Gesù è felice quando noi tutti siamo con lui. Lui vuole che i suoi discepoli abbiamo la stessa esperienza che lui ebbe del Padre. Vuole che noi conosciamo il Padre e che lui ci conosca. Anche Madre Annunziata ora è dove c’è Gesù e con Lui a conoscere il Padre.
2. Carissimi fratelli e sorelle, la vita di Madre Annunziata fu un intreccio fecondo e singolare di preghiera e di lavoro. Una vita cristiana vissuta nell’orizzonte del carisma di San Benedetto che ha trovato ora la sua conclusione qui in terra per aprirsi alla dimensione trascendente del paradiso celeste dove vive unita per sempre e in maniera indefettibile allo Sposo celeste che ha amato con tutta sé stessa. La sua morte è, di fatto, il suo dies natalis: spente le luci terrene si sono accese le luci del cielo, si è accesa anzi per lei la luce che è Cristo Signore. Nel 1975 è stata eletta Badessa, ruolo di responsabilità e servizio che svolse fino al 2007. Con il suo governo si aprirono nuove e significative esperienze. Voglio qui ricordare, tra le tante, l’apertura del Laboratorio di restauro del libro antico e della legatoria, che ha curato personalmente con alcune monache; i numerosi restauri nel vecchio monastero per migliorare le condizioni di vita e la funzionalità degli stessi. La ricerca di un luogo adeguato per il trasferimento del Monastero, ora qui in località Prosecco. Ebbe anche responsabilità che andarono oltre le mura del monastero come Presidente della Federazione dei Monasteri dell’Italia Nord dal 1987 al 1999; l’invio di alcune monache in aiuto ad altri Monasteri e la fondazione della Casa dipendente poi eretta a Monastero di Poffabro (PN). Ma forse, la cosa più bella e convincente che fece fu quella di donare a tutti il suo sorriso che manifestava la lieta consapevolezza di essere una donna tutta di e per Dio. Sì, il suo ministero più prezioso fu quello del sorriso!
3. Carissimi fratelli e sorelle, di fronte alla bara di Madre Annunziata desidero farmi interprete del generale sentimento di gratitudine per tutte le sorelle monache che, in questi anni di lunga e dolorosa malattia, l’hanno assistita con amorevole cura e dedizione. Un grazie specialissimo va all’attuale Badessa, Madre Elena. E seguendo la logica – imperscrutabile, ma vera – che accumuna nel mistero del Corpo mistico noi che siamo qui sulla terra e la Monaca Annunziata già arrivata in cielo, permettetemi un’ultima considerazione che vuole essere un omaggio pieno di gratitudine spirituale a Lei e a tutte le sue sorelle monache. La Madre entrò in monastero giovanissima e qui trascorse tutta la sua vita. Chiediamoci: perché lo fece e perché continuano a farlo le sue sorelle monache? Infatti, a uno sguardo mondano, queste donne di clausura, vivono una vita incomprensibile. Ma ad uno sguardo cristianamente educato, esse hanno eroicamente abbandonato tutto e tutti e per sempre per gridare a tutti, con la loro presenza silenziosa e orante, che Dio è tutto, che senza Dio e prive di Dio le nostre vite sono perdute e infelici. Esse si sono liberamente e responsabilmente rinchiuse, per vivere un’esclusiva e avvincente storia d’amore con Dio. Esse sono le innamorate dell’Amore che è Dio. Esse sono qui per dirci che solo l’Amore che è Dio è in grado di dare senso e gioia al nostro vivere personale e collettivo. Madre Annunziata, con il suo sorriso buono e rassicurante, insieme con le sue sorelle, fu la profetessa e la testimone dell’Amore, che ora contempla nella pace eterna della sua bella anima. Qui in terra ha sempre e generosamente creduto all’Amore e servito l’Amore nella piena e umile consapevolezza che un giorno “ci attende la corona di giustizia che il Signore giusto giudice ci ha promesso” (2Tm 4,8). La Vergine Santissima l’accompagni ora nella scoperta sorprendente delle meraviglie del cielo!
Madre Annunziata, al secolo Teresina Contarato è nata a Bastia di Rovolon (PD) l’8 gennaio 1932, primogenita di cinque fratelli. I genitori, profondamente religiosi, hanno trasmesso alla loro giovane figlia, insieme ai valori religiosi e umani della vita, anche l’arte della sartoria, che la Madre ha esercitato con passione, fra un impegno e l’altro, sino a quando ha potuto.
Ha sentito la chiamata alla vita religiosa molto presto: a 13 anni era già decisa a consacrarsi al Signore; a 16 ha compiuto una prima esperienza religiosa, il 15 ottobre 1953 approda definitivamente al Monastero San Cipriano in Trieste, consigliata dal suo Padre spirituale.
Considerate le sue capacità, la Comunità decise di farle continuare gli studi e conseguire il diploma di maestra elementare, ufficio che svolse, dopo la professione solenne, sino alla chiusura della scuola.
Il Signore si è servito di M. Annunziata per scrivere una lunga pagina di storia del Monastero.
Nel 1975 è stata eletta Abbadessa, ruolo che ha svolto sino al 2007: trentatré anni di laborioso e orante servizio al Signore e alle Consorelle.
Sotto il suo governo il Monastero ha cambiato volto materialmente e spiritualmente: la chiusura della scuola e l’apertura del Laboratorio di restauro del libro antico e legatoria, che ha curato personalmente assieme ad alcune monache; gli innumerevoli restauri nel vecchio comprensorio urbano per migliorare le condizioni di vita e la funzionalità degli stessi (basti pensare, ad esempio, l’installazione dell’impianto di riscaldamento e il restauro della chiesa, la realizzazione della foresteria). La sua apertura all’ascolto e a scrutare i segni dei tempi hanno caratterizzato il suo rapportarsi con la Comunità e con chi l’avvicinava, sempre pronta a mettersi in discussione e ad esaminare profondamente le situazioni per scoprire e seguire fedelmente la volontà di Dio, ricercata assiduamente nella preghiera. Questo suo desiderio profondo di fedeltà a Dio e all’uomo ha supportato alcune scelte fondamentali della sua missione di Madre: l’invio di alcune monache in aiuto ad altri Monasteri; l’assumersi il compito di Presidente della Federazione dei Monasteri dell’Italia Nord (ricoperto dal 1987 al 1999); la fondazione della Casa dipendente poi eretta a Monastero di Poffabro (PN); la ricerca, iniziata nel 1990 e approvata dall’allora Vescovo mons. Bellomi, di un terreno o di una casa idonea sul carso per trasferirvi la nuova sede, ricerca terminata nel 2006 con l’individuazione del terreno di Prosecco.
Passato il testimone a Madre Elena nel 2007, Madre Annunziata ha continuato ad arricchire la Comunità con la sua presenza orante, con i suoi consigli impreziositi da una pienezza di vita che, nonostante l’avanzare della malattia, risplendeva nel suo sereno sorriso, sempre più luminoso.
La chiamata dello Sposo l’ha raggiunta domenica 5 novembre, festa della dedicazione della cattedrale di S. Giusto, tre giorni dopo il rientro dall’ultimo ricovero, attorniata da alcune Consorelle e dalla Madre, che l’anno seguita con amorevole dedizione durante tutto il periodo della sua lunga malattia.