Pasqua di risurrezione del Signore

DIOCESI DI TRIESTE

Pasqua di risurrezione del Signore

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 16 aprile 2017

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        San Giovanni Crisostomo scrisse che «Tutto è perduto e tutto cade, se Cristo non è risorto, perché tutto dipende dalla risurrezione di Cristo». Questa frase di san Giovanni Crisostomo è l’eco di quanto aveva già scritto san Paolo nella prima Lettera ai Corinti: «Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana è la vostra fede e voi siete ancora nei peccati» (1Cor 15,14). Chiediamoci: cosa è e cosa significa la risurrezione di Gesù? Con la sua risurrezione Gesù non rivive come uno che viene rianimato, ma in forza della potenza dello Spirito Santo, rivive al di sopra e al di fuori della zona di quello che è fisicamente e chimicamente misurabile. Lo Spirito di Dio fa sì che il corpo morto di Gesù sia reso partecipe della stessa vita divina, della vita eterna. Passando attraverso la morte, Gesù è quindi introdotto con la sua umanità in quella Gloria divina di cui nella sua divinità godeva da sempre. Questo va sempre tenuto presente, quando celebriamo la risurrezione del Signore, perché ci consente di cogliere il significato vero ed intero dell’avvenimento che ricordiamo. Esso cambia alla radice la nostra condizione umana, perché con la risurrezione di Gesù inizia una nuova creazione. La risurrezione di Gesù non è quindi un semplice miracolo, sia pure il più grande di tutti. È un atto che rivela definitivamente il Mistero di Dio: Egli è il Dio dei viventi, non dei morti; Egli vuole la vita dell’uomo e non la sua morte.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, «Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete”» (Mt 28, 9-10). Come allora anche adesso Gesù il Risorto viene incontro a ciascuno di noi. Non ci resta che avvicinarci a Lui, che cingere con amore i suoi piedi nell’atto dell’adorazione. Lui ci dirà: «Non temete, non abbiate paura». È a Lui che dobbiamo indirizzare il nostro sguardo; è a Lui che dobbiamo indirizzare tutta la nostra umanità, perché è da Lui che ci viene donato il senso della nostra esistenza nel mondo. La resurrezione di Gesù ci offre il diritto di sperare anche contro ogni evidenza contraria, perché la risurrezione di Gesù ci libera dalla paura. E pertanto, la Pasqua del Signore Gesù giunge all’interno della nostra inquieta e contraddittoria condizione umana, al punto più profondo, poiché scende nelle nostre coscienze e tocca il mistero interiore del nostro cuore, dove speranza e paura si scontrano in ogni momento. Cristo risorto è Colui che è penetrato, in un modo unico ed irripetibile, nel mistero della nostra umanità ed è entrato nel nostro cuore per liberarlo dalla paura e ricolmarlo di speranza.

3.        Carissimi fratelli e sorelle, festeggiare il Risorto è quindi motivo di gioia e di speranza, soprattutto ai nostri giorni che vedono le nubi infittirsi e le speranze affievolirsi di fronte alla mancanza di lavoro soprattutto per i giovani, alle incertezze economiche per le famiglie numerose o per i tantissimi anziani che a Trieste vivono di pensione e solitudine. Nubi che si infittiscono per il rarefarsi della credibilità e dell’autorevolezza delle classi dirigenti, per lo scivolamento delle esigenze etiche del bene comune nell’ambito delle professioni, dell’amministrazione e dei servizi pubblici, dell’impresa. Nubi alimentate dall’azione minacciosa del terrorismo internazionale; da conflitti armati distruttivi e devastanti; da una ricerca scientifica che ritiene di non dover più riconoscere nessun limite nelle sue applicazioni tecniche; dallo svuotamento morale e giuridico dell’istituto famigliare fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna; da un numero impressionante di cristiani giusti ed inermi perseguitati e uccisi (ricordiamo nella preghiera soprattutto i fratelli e le sorelle cristiani uccisi domenica scorsa mentre pregavano in chiesa in due attentati in Egitto). A fronte di una situazione che alimenta incertezze e paure, il Risorto ci dice che il bisogno di cui è impastata la nostra umanità, il bisogno di un senso pieno e compiuto della vita e della storia, non è vano. Egli entra nel nostro cuore donandoci la certezza che, con la sua risurrezione, le nostre domande hanno ricevuto una risposta. A tutti giunga l’augurio di una serena e santa Pasqua!