DIOCESI DI TRIESTE
VIA CRUCIS
+ Giampaolo Crepaldi
Trieste, 14 aprile 2017
1. Signore Gesù, siamo giunti in questa nostra Cattedrale dopo aver fatto memoria della via che hai percorso per giungere al monte del Gòlgota dove sei stato crocifisso. Idealmente la nostra via si è intrecciata alla tua via, mentre, associati ai misteri dolorosi del tuo camminare verso la Croce, abbiamo meditato sul programma di vita e di felicità che, un giorno, sul monte delle Beatitudini hai proposto ai tuoi discepoli. Due monti, quello prospiciente il Lago di Tiberiade dove, attorniato dai tuoi discepoli ti sei fatto per loro Maestro di vita, e quello del Golgota dove ti sei fatto Testimone con il dono della Tua vita. Tra questi due monti si è giocata la Tua vita e tra questi due monti ci chiedi di inscrivere la nostra vita di discepoli tuoi. Le Beatitudini, che ci hai insegnato e che hai testimoniato nella croce, sono lì a dirci che la vera morale cristiana è l’amore, perché solo amando realizziamo noi stessi. A fronte dell’allettante splendore delle visioni dell’uomo che ci ha consegnato la modernità, tutte costruite nella dimenticanza di te e, spesso, contro di te, la tua via crucis, sembra misera, addirittura improponibile. Ma, fiduciosi in Te che sei Maestro e Testimone di vita, sappiamo che la tua via è il vero “sentiero di alta montagna” della vita, perché solo sulla via dell’amore, i cui percorsi sono descritti dalle Beatitudini, si dischiude la ricchezza della vita e la grandezza della nostra vocazione umana e cristiana.
2. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, Tu stesso ti sei fatto povero: pur essendo nella condizione di Dio, non hai ritenuto un privilegio l’essere come Dio, ma hai svuotato te se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, hai umiliato te stesso, facendoti obbediente fino alla morte e a una morte di croce (cf. Fil 2,6-8). Signore Gesù aiutaci ad essere poveri nello spirito in modo che le preoccupazioni materiali non diventino mai un ostacolo alla ricerca di Te, non ritardino l’amicizia con Te, non appesantiscano il nostro cuore con la ricerca ossessiva del benessere. Signore Gesù fa che la storia triste e penosa del ricco Epulone che non ebbe un pensiero per il povero Lazzaro mendicante alla sua porta (Lc 16,19-31) non diventi mai la storia della nostra vita: fa che la nostra vita sia una vita di amore e di carità, soprattutto capace di generare fraternità e solidarietà.
3. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono coloro che piangono, perché saranno consolati, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, Tu stesso ti sei rivelato come il Messia chinato su tutte le lacrime umane per dare sollievo e consolare. Signore Gesù aiutaci ad abbracciare la croce con amore e con la volontà decisa di seguirti fino al Calvario, fino al sepolcro. Signore Gesù fa che le lacrime di S. Agostino che non cessava di lamentarsi: «Tardi ti ho amato, o bellezza sempre antica e sempre nuova, tardi ti ho amato» (Conf. X, 27, 38), diventino anche le nostre lacrime. Signore Gesù fa che le lacrime che vengono quotidianamente versate nel mondo per il male che dilaga, male che fa tante vittime e travolge tanti innocenti e che offende te, siano consolate: Tu che hai pianto su Gerusalemme, sii la fonte di ogni consolazione.
4. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono i miti, perché avranno in eredità la terra, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, ti sei rivelato pienamente come mite e umile di cuore (Mt 11,29). Signore Gesù rendici miti, rendici capaci di dominare tutte le manifestazioni scomposte del nostro io: irritazione, sdegno, collera, spirito di gelosia e di vendetta. Pur consapevoli che ci hai mandato nel mondo come agnelli in mezzo ai lupi (cf Lc 10,3), rendici testimoni del Vangelo della dolcezza, della pazienza, della longanimità. Tu, Agnello innocente, continua ad insegnarci che per fare il bene bisogna soffrire e pagare di persona, piuttosto che imporsi o difendersi con la forza.
5. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati, mentre nel secondo monte quello della Croce, con la tua obbedienza al Padre hai reso manifesto in modo sublime la tua giustizia, cioè la tua santità. Più volte, Signore Gesù, ti sei occupato della fame e della sete degli uomini e per saziarle ha compiuto prodigi: la moltiplicazione dei pani, la trasformazione dell’acqua in vino. Ma la fame e la sete di cui ci parli nelle Beatitudini non sono quelle del corpo, bensì quelle dello spirito: sono la fame e la sete di giustizia, di perfezione, di santità. Signore Gesù fa che la nostra prima fame sia fare la volontà del Padre nostro. Tu stesso hai detto: «Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 4,34); Signore Gesù fa che la nostra prima sete sia quella dell’acqua viva della grazia, l’acqua che disseta la nostra sete di eternità (Gv 4,14).
6. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono i misericordiosi, perché troveranno misericordia, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, hai portato a compimento il progetto di misericordia del Padre tuo e Padre nostro: «Voglio la misericordia e non il sacrificio; non sono venuto infatti a chiamare i giusti ma i peccatori» (Mt 9,13). Per misericordia, il Padre tuo ci ha tratto dal nulla e ci ha creato a sua immagine e somiglianza; quando poi l’abbiamo tradito, per misericordia ha oltrepassato ogni limite giungendo a sacrificare te il Figlio Unigenito. Tu che sei misericordia, aiutaci ad amarci a vicenda con sentimenti di misericordia, ad amare tutti, a perdonare tutto, seguendo la tua parola: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono» (Lc 6, 27-28).
7. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono i puri di cuore, perché vedranno Dio, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, ci hai rivelato quanto puro fosse il tuo cuore. Tu ci hai insegnato che solo quando il cuore è purificato da ogni ombra di passione, di desiderio cattivo, egoistico, disordinato, tutte le nostre azioni sono splendenti di purezza e la nostra vita è trasparente e senza macchia. Allora anche l’occhio diventa puro. Tu ci hai detto: «La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è limpido tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è torbido tutto il tuo corpo sarà tenebroso» (Mt 6, 22-23). L’occhio limpido suppone il cuore puro. Donaci, Signore, un cuore puro e occhi limpidi capaci di proteggere e coltivare il sacrario della vita concepita e morente, l’innocenza dei bambini, l’amore coniugale fedele e fecondo; capaci di difendere le donne da violenze e sfruttamenti e tutti i deboli che hanno in Te il loro difensore.
8. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio, mentre nel secondo monte quello del Gòlgota, hai portato a compimento la storia salvifica della pace fra Dio e gli uomini, pace offerta dal Padre all’umanità tramite te. Tu, che sei venuto nel mondo «per dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,79); Tu, che sei nato festeggiato dal canto degli angeli: «Pace in terra agli uomini» (Lc 2,14); Tu, che hai ordinato ai tuoi discepoli di essere messaggeri di pace: «In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!» (Lc 10,5); Tu, che alla vigilia della tua morte hai lasciato ad essi, quale conforto e pegno di amore, la pace: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace» (Gv 14, 27) e, risorto, ti sei presentato salutandoli: «Pace a voi!» (Gv 20,21): aiutaci Signore ad essere uomini e donne di pace. In un mondo sconvolto dal terrorismo, dalla violenza, dalle guerre, dall’odio, aiutaci a coltivare il bene incommensurabile della pace.
9. Signore Gesù, sul primo monte hai insegnato che beati e felici sono i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli, mentre nel monte del Gòlgota, Tu, con la tua crocifissione e morte, hai avvalorato un tuo monito ai discepoli: «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Un servo non è da più del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Anzi, viene l’ora che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere ossequio a Dio» (Gv 15, 18.20; 16,2). Quanto vere e attuali queste tue parole, Signore! A conclusione di questa preghiera vogliamo mettere accanto al tuo cuore tutti i fratelli e le sorelle cristiani che subiscono persecuzione in varie parti del mondo. Ti affidiamo soprattutto i fratelli e le sorelle cristiani copti che, domenica in Egitto durante la celebrazione gioiosa delle Palme, sono stati brutalmente uccisi. Dona a loro la palma del martirio! Dona a noi la grazia di essere forti nelle prove e nelle persecuzioni e di esserti fedeli sempre e con tutto il nostro cuore. Amen!