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Messaggio per la Pasqua

DIOCESI DI TRIESTE

Pasqua 2016

Messaggio

+ Giampaolo Crepaldi

 

Cari fratelli e sorelle,

venti secoli fa è avvenuto qualcosa di importante, che ci riguarda da vicino. Gesù stesso ce lo spiega con parole semplici: Io sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e torno al Padre (Gv 16,28). La Pasqua è questa avventura terrestre di Gesù Cristo, che discese dal cielo nel nostro mondo segnato da tante miserie e peccati, e con la sua morte e la sua risurrezione tornò in cielo, portandosi con sé quelli che credono in lui. Questa è la Pasqua, che significa appunto passaggio dal nostro mondo al mondo eterno di Dio Padre, che riguardò prima Cristo e, in Cristo, riguarda ora tutti noi. Questo passaggio, San Paolo lo descrive con un’immagine suggestiva: con la Pasqua, la nostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3). Se nascosta in Cristo risorto, la nostra vita è preziosa agli occhi di Dio. Se nascosta in Cristo risorto, dinanzi alle miserie delle nostre piccole esistenze c’è l’infinita pazienza di Dio. Se nascosta in Cristo risorto, dinanzi al rifiuto e all’incomprensione della paternità di Dio c’è la sua attesa del nostro ritorno. Se nascosta in Cristo risorto, dinanzi al nostro peccato c’è il dono della misericordia e di un perdono divini che fa nuove tutte le cose.

Chiunque tu sia, in qualunque situazione ti trovi, ancora una volta la Pasqua di Cristo viene a dirti che Dio ti ama, che Dio è misericordia. Era l’esperienza di questo amore così “incontenibile” che spesso faceva piangere san Francesco, il poverello d’Assisi, davanti al crocefisso: era lì che toccava l’amore di Dio e, con la tristezza nel cuore, si accorgeva che troppe volte questo amore non è riamato. Ma quello che lo rendeva forte era la certezza che nonostante il fatto che l’amore non sia amato, non per questo smette di amare! Pasqua ci racconta la storia dell’amore infinito di Dio.

Pasqua deve diventare la storia del nostro amore. In un mondo segnato da tante povertà e miserie spirituali, morali e materiali, Pasqua sia il passaggio anche verso una rinnovata e generosa testimonianza di carità. È quello che ci chiede il Santo Padre Francesco in questo Anno giubilare, invitandoci a mettere in pratica le opere di misericordia corporale e spirituale. Queste le parole del Papa: “La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti” (Misericordiae vultus, n. 15).

A tutti l’augurio di una santa e serena Pasqua, nella luce del Cristo risorto.