19 marzo | Messaggio alla Diocesi in occasione del XX anniversario dell’Ordinazione episcopale dell’Arcivescovo

DIOCESI DI TRIESTE

20° ANNIVERSARIO ORDINAZIONE EPISCOPALE

Messaggio

Trieste, 16 marzo 2021

 

Carissimi sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, fratelli e sorelle in Cristo!

1.         Il 19 marzo del 2001, nella solennità di San Giuseppe, fui ordinato vescovo nella Basilica di San Pietro dal grande e santo Giovanni Paolo II. Nel gioioso ricordo di quella giornata sono ora a chiedere la vostra preghiera che sostenga il mio ministero tra voi. In quella circostanza il Papa propose come modello agli ordinandi – eravamo in nove – San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria e Custode del Redentore. Queste le sue parole: “Sto per imporre le mani a nove Sacerdoti, che vengono chiamati ad assumere la responsabilità di Vescovi nella Chiesa. Il Vescovo svolge nella Comunità cristiana un compito che ha molte analogie con quello di san Giuseppe. Lo pone bene in risalto il Prefazio dell’odierna solennità, indicando Giuseppe come “servo saggio e fedele posto a capo della santa Famiglia, per custodire, come padre il Figlio Dio”. “Padri” e “custodi” sono i Pastori nella Chiesa, chiamati a comportarsi come “servi” saggi e fedeli. A loro è affidata la quotidiana cura del popolo cristiano che, grazie al loro aiuto, può avanzare con sicurezza sul cammino della perfezione cristiana”.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, a vent’anni da quel giorno, vissuto con il cuore pieno di trepidazione per quella consacrazione che cambiava il corso della mia vita, voglio ricordare con gratitudine le tante persone che mi si strinsero attorno in un abbraccio di affetto e di fede: i miei familiari, i numerosissimi amici, i collaboratori del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, i moltissimi conoscenti. In particolare e con immutata riconoscenza, desidero ricordare il Card. François Xavier Nguyên Van Thuân, a quel tempo Presidente del Dicastero. Dopo la mia ordinazione venne ad abbracciarmi e mi regalò la croce pettorale che gli avevano donato i suoi genitori il giorno della sua ordinazione episcopale. Lo ricordo qui perché mi insegnò a far tesoro di una convinzione che mi ha guidato in tutti questi anni di ministero: mettere sempre Dio al primo posto e farmi bastare Lui. Egli, che aveva passato 13 anni di ingiusta reclusione nelle carceri vietnamite – 9 dei quali in completo isolamento –, mi raccontava che, nei giorni tribolati della prigionia, impaurito e sfiduciato, meditava spesso sulla domanda dei discepoli a Gesù durante la tempesta: “Maestro, non t’importa che moriamo?” (Mc 4,38). Poi continuava con questo singolare racconto. Una notte, dal fondo del cuore, una voce gli parlò: “Perché ti tormenti così? Devi distinguere tra Dio e le opere di Dio…. Tu hai scelto Dio solamente, non le sue opere!” Mi confidava che questa ispirazione lo salvò.

3.         Carissimi fratelli e sorelle, anch’io in occasione della mia ordinazione episcopale preparai un santino, scegliendo l’immagine della Madonna delle Grazie che si venera nel Santuario-parrocchia di Pettorazza Papafava dove sono nato. Un’immagine che evocava le radici che hanno alimentato la mia vita umana e cristiana e i riferimenti essenziali a cui ho sempre fatto ricorso nei momenti decisivi del mio ministero sacerdotale ed episcopale. Oggi, con tutti voi, desidero ringraziare la Madonna e chiedere la sua materna protezione, rinsaldando il mio legame con Colei che assicura la grazia celeste attraverso una mirabile e straordinaria opera di intercessione. Ella è Madre, è Madre di ciascuno di noi, ci è vicina, ci ama di vero amore e prega per la nostra salvezza. Maria è all’origine di ogni grazia celeste: tutto ci viene da Cristo e per mezzo di Cristo, ma non senza Maria. Così tutti viviamo nel suo cuore materno.

4.         Carissimi fratelli e sorelle, con la vostra preghiera aiutatemi ad essere un vescovo padre e custode secondo l’esempio di San Giuseppe; a mettere sempre Dio al primo posto come fece il Card. Van Thuân; ad affidarmi fiducioso a Maria che, nella sua materna tenerezza, è rifugio sicuro nel momento della fatica, della stanchezza e della prova. Con la vostra preghiera aiutatemi ad amare e servire la Santa Chiesa di Trieste; aiutatemi ad accettare di soffrire con Cristo a vantaggio del suo Corpo mistico (cf Col 1,24), perché con Lui possa gioire di una Chiesa tutta bella, senza macchia né ruga, santa e immacolata (cf Ef 5,27). Con la carità della vostra preghiera, il Signore non mi farà mancare la sua grazia. Nel mio cuore sono custodite queste sue parole: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28,20). Come Maria, come Giuseppe, mi fido di Lui. Fidatevi anche voi, perché Egli ha vinto il mondo. Vi ringrazio di cuore e vi benedico.

✠ Giampaolo Crepaldi

Madonna_delle_Grazie_Pettorazza
Il quadro della Madonna delle Grazie venerato nel Santuario di Pettorazza Papafava