DIOCESI DI TRIESTE
MADONNA DELLA SALUTE
✠ Giampaolo Crepaldi
Santa Maria Maggiore, 21 novembre 2020
Distinte Autorità, carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre!
1. La dolorosa vicenda della pandemia – che continua a colpire duramente le nostre esistenze sul piano personale, familiare e collettivo – ci ha costretto a dare una forma diversa al tradizionale omaggio di amore e devozione che come popolo di Trieste abbiamo da sempre riservato alla nostra amata Madonna della Salute. Questa sera e in questo Santuario, ci rivolgiamo fiduciosi a Lei per implorare, con umile preghiera, la sua potente intercessione di Consolatrice degli afflitti e di Salute degli infermi. Fu Cristo stesso che ci ha consegnato a Lei, quando, già in croce, le si rivolse con le parole donna, ecco il tuo figlio, nell’atto di affidare alla sua sollecita maternità la cura e la custodia del discepolo Giovanni. Fu quello un atto solenne di amore totale offerto nei suoi ultimi istanti di vita. Nel raccontare l’accaduto, l’evangelista Giovanni non aggiunge altro. Ma, “fu sul Calvario che la sofferenza di Maria Santissima, accanto a quella di Gesù, raggiunse un vertice già difficilmente immaginabile… Quel suo ascendere al Calvario, quel suo stare ai piedi della Croce insieme col discepolo prediletto furono una partecipazione del tutto speciale alla morte redentrice del Figlio…” (Giovanni Paolo II Salvifici Doloris n. 25).
2. Predragi bratje in sestre, carissimi fratelli e sorelle, in questa solenne circostanza vogliamo riservare un’attenzione particolare di affetto e di preghiera agli ammalati, soprattutto a coloro che sono colpiti dal coronavirus, affidandoli alle cure materne della Madonna della Salute. Nella loro dolorosa condizione moltissimi si chiedono: “Ma perché tutto questo? Che cosa ho fatto di male? Che senso ha tutto questo?”. Domande dolorose che alimentano il dubbio che, nella malattia, si riveli il volto assurdo e senza senso dell’esistere. A queste angoscianti domande la Madonna darà una risposta stupefacente: dirà che Dio stesso nel Figlio suo Gesù ha condiviso la loro sofferenza, quella fisica e quella spirituale; li assicurerà che Egli è lì vicino, che Lui può capire, avendo patito le stesse sofferenze; leggerà loro la pagina del vangelo dove è scritto che “venuta la sera … [Gesù] guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,16-17); donerà loro la certezza che, nel Cristo morto e risorto, anche il soffrire ha un significato, che tutto ciò che capita di doloroso può diventare occasione di bene e di salvezza.
3. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, in questa speciale occasione e con gli occhi fissi sull’immagine della Madonna della Salute sento il dovere di dire una parola di stima e di incoraggiamento ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari per la esemplare dedizione che hanno dimostrato e continuano a dimostrare nell’affrontare, con coraggio e professionalità, l’inedita e complessa situazione provocata dall’epidemia da COVID-19 nelle realtà ospedaliere e nelle case di riposo della nostra Città. La loro testimonianza, opportunamente valorizzata, va nella direzione di vedere, in ogni singolo paziente, una persona considerata nella sua integralità, che porta con sé un valore incondizionato e una dignità da onorare. Questo tema risulta di stringente attualità quando la forte pressione della malattia da coronavirus sulle strutture ospedaliere e assistenziali e sugli operatori sanitari, spesso messi a dura prova per la responsabilità verso i pazienti e le loro famiglie, va ad impattare in modo significativo sulle loro esistenze. Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, la Madonna della Salute ci doni la grazia di giorni sereni e operosi da vivere nella fede in Cristo Signore, nella speranza fiduciosa di un futuro migliore e nella sollecita carità verso i poveri e i bisognosi.