Coronavirus: tenere al centro il malato e l’anziano

DIOCESI DI TRIESTE

COMMISSIONE DIOCESANA PER LA PASTORALE DELLA SALUTE “MARCELLO LABOR”

 

Coronavirus: tenere al centro il malato e l’anziano

 

1.        In questo tempo pasquale che la Chiesa ci offre per professare la fede nella vittoria del Cristo Risorto sul mistero umano della sofferenza e della morte, la Commissione diocesana per la salute ha avvertito l’esigenza di dire una parola di fiducia e speranza nella difficile situazione che si è creata con l’epidemia da coronavirus anche nel territorio di Trieste. Il Signore Risorto ci rivela che siamo il termine dell’amore infinito di un Dio il quale ci ama come se ognuno di noi fosse solo davanti al suo amore: “Mi ha amato” – esclama S. Paolo – “ed ha dato se stesso per me“. Nasce qui la consapevolezza che ciascuno di noi è un “io eterno” e che il valore di ogni persona è veramente infinito. Ed è in questo contesto che la Commissione diocesana per la Pastorale della salute richiama il valore inestimabile della persona malata. Nelle drammatiche contingenze che stiamo sperimentando, è importante che qualsiasi scelta di sanità sia sempre tesa al rispetto dell’inalienabile dignità della persona malata e alla necessaria erogazione delle cure, senza cedimenti a selezioni improprie delle stesse e di chi curare sulla base di valutazioni aprioristiche.

2.        La Commissione diocesana avverte l’urgenza di dire una parola anche sul valore delle strutture sanitarie ed assistenziali presenti nel territorio di Trieste, che si occupano di anziani. Troppe volte alcune sbrigative condanne tradiscono l’incapacità di comprendere l’effettivo impegno organizzativo ed umano di queste realtà che, nonostante le difficoltà drammatiche dell’attuale emergenza che ha colpito duramente alcune di loro, sono per tanti anziani, la sola casa e la sola famiglia che hanno. Molto si poteva fare e molto resta ancora da fare in e per queste realtà con l’obiettivo di renderle sicure e conformi alle esigenze degli ospiti. A questo riguardo, la Commissione auspica un continuo e rinnovato dialogo tra di esse e le Istituzioni pubbliche regionali e comunali, in grado di far tesoro della dolorosa esperienza fatta e di implementare nuove linee progettuali di cura e assistenza secondo il criterio che pone al centro la persona dell’anziano, pienamente ed efficacemente valorizzata. Il difficile tempo che viviamo, infatti, può costituire una insperata opportunità per far diventare queste realtà dei luoghi in cui si coltiva un fecondo patto tra le generazioni, tra le persone anziane e tutte le componenti della comunità civile, un patto che parte dal presupposto che anche il soggetto debole e anziano è una risorsa preziosa per il presente e per il futuro di tutti.

3.        Una parola di gratitudine e di stima la Commissione diocesana desidera riservare ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari – alcuni appartenenti alla nostra stessa Commissione colpiti dal virus nel loro lavoro, ai quali facciamo giungere l’assicurazione della nostra preghiera e della nostra amicizia – per la dedizione straordinaria che stanno dimostrando nell’affrontare, con coraggio e professionalità, l’inedita e complessa situazione provocata dall’epidemia da COVID-19 nelle realtà ospedaliere e nelle case di riposo della nostra Città. La loro testimonianza dovrà essere maggiormente valorizzata come base e garanzia per ogni futura politica sanitaria regionale, le cui scelte non dovranno sottostare all’unico criterio dell’efficientismo economicista. La loro testimonianza va nella direzione di vedere, in ogni singolo paziente, una persona considerata nella sua integralità, che porta con sé un valore incondizionato e una dignità da onorare. Questo tema risulta di stringente attualità quando la forte pressione della malattia da coronavirus sulle strutture e gli operatori sanitari, spesso messi a dura prova per la responsabilità verso i pazienti e le loro famiglie, è andata ad impattare in modo significativo sulle loro scelte e sui loro comportamenti.

4.        In questo tempo pasquale, il riferimento costante alla risurrezione del Signore Gesù è luce che ci consente di affrontare il periodo buio che stiamo attraversando e di guardare al futuro con speranza: Cristo risorto illumina le nostre menti, consola i nostri cuori e fascia le ferite di tante persone malate, anziane, famiglie e operatori sanitari. Come ci ha indicato il nostro Vescovo, viviamo questo tempo pasquale con la consapevolezza di essere del Signore: questo ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno oggi e che la Commissione diocesana per la salute vuole condividere con tutti, con l’aiuto materno della Madonna della Salute.

 

Trieste, 23 aprile 2020