greccio

La lettera apostolica “Admirabile signum” di Papa Francesco

DIOCESI DI TRIESTE

PRESENTAZIONE DI ADMIRABILE SIGNUM DI PAPA FRANCESCO
SUL VALORE DEL PRESEPIO

MESSAGGIO
+ Giampaolo Crepaldi

Carissimi fratelli e sorelle,

la prima domenica di Avvento, in occasione della sua visita al Santuario di Greccio, dove san Francesco organizzò la prima rappresentazione della Natività, Papa Francesco ha reso pubblica la Lettera apostolica Admirabile signum  per sostenere “la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe” e “la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze”, formulando l’auspicio che “questa pratica non venga mai meno” e che “possa essere riscoperta e rivitalizzata” là dove fosse caduta in disuso. Facendo tesoro delle Fonti francescane, la Lettera apostolica ricostruisce sul piano storico quanto avvenne nella notte del 1223 a Greccio, dove il Poverello d’Assisi, con l’invenzione del presepio, realizza “una grande opera di evangelizzazione” che ci consente di vivere in maniera più intensa e partecipata il mistero dell’Incarnazione.

In questa ottica, il documento papale si sofferma ad analizzare il significato dei singoli segni che compongono il Presepio.

–  Il cielo stellato e il silenzio della notte, ci ricordano che “Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza”, portando luce dove c’è buio e rischiarando “quanti attraversano le tenebre della sofferenza”.

I paesaggi con palazzi e case in rovina, sono “il segno visibile dell’umanità decaduta, di tutto ciò che va in rovina, che è corrotto e intristito”, mentre “Gesù è la novità in mezzo a un mondo vecchio, ed è venuto a guarire e ricostruire, a riportare la nostra vita e il mondo al loro splendore originario”.

La rappresentazione delle montagne, dei ruscelli, delle pecore e dei pastori ci parlano della presenza di Dio in mezzo a noi, mentre “il palazzo di Erode è sullo sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di gioia”, a indicare che “non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicità”.

Le statuine di Maria Santissima e di san Giuseppe: la prima ci fa pensare al “grande mistero che ha coinvolto questa ragazza quando Dio ha bussato alla porta del suo cuore immacolato”, la seconda rappresenta “il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia” e che “da uomo giusto si è sempre affidato alla volontà di Dio e l’ha messa in pratica”.

La statuina di Gesù Bambino, collocata nel Presepio allo scoccare della mezzanotte, illustra “il modo di agire di Dio”. In questo modo, “il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita”.

La figura dei Magi insegna che “si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo”: questi uomini ricchi, stranieri e sapienti “non esitano a mettersi in ginocchio” e ad adorare Gesù Bambino, perché consapevoli che Dio guida “il corso della storia, abbassando i potenti ed esaltando gli umili”.

Papa Francesco con la sua Lettera apostolica Admirabile signum ci fa notare che il Presepio riporta alla mente l’attesa per il suo allestimento negli anni dell’infanzia e dunque alla famiglia, ovvero il luogo privilegiato per la trasmissione della fede: “Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza”. La bella tradizione del Presepio favorisce la nostra presa di coscienza nel credere che “Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria”.