DIOCESI DI TRIESTE
IN MEMORIA DI DON GIUSSANI
INCONTRO CON COMUNIONE E LIBERAZIONE
+ Giampaolo Crepaldi
Chiesa N.S. della Provvidenza, 12 febbraio 2019
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Vi ringrazio molto per avermi partecipato l’invito a presiedere questa santa Eucaristia in memoria di don Giussani che, del Movimento di Comunione e Liberazione, fu l’iniziatore e che fu, nella Chiesa italiana contemporanea, una delle figure più significative per la proposta di fede che formulò tutta centrata su Cristo accolto, amato e testimoniato in un tempo spazzato dai venti gelidi della secolarizzazione che avevano cominciato a soffiare nel nostro Paese. Il suo fu un richiamo forte a vivere la fede e a vivere di fede come l’unica e vera risposta alle esigenze profonde del nostro essere, del nostro cuore in un tempo in cui la fede diventava una merce fuori mercato. Una fede cristiana non campata per aria, ma legata in maniera strettissima con la vita quotidiana, anzi una fede capace di farci agire, pensare, parlare in maniera degna della vocazione che abbiamo ricevuto. Nel brano del Vangelo di Marco che abbiamo ascoltato, Gesù rimprovera proprio quanti negano questi reali e imprescindibili legami tra fede e opere di ogni giorno. Per noi, credenti in Cristo, non ci può essere religione autentica senza azione, fede e amore. San Paolo scriveva: la fede senza le opere è morta. Da qui ne consegue che anche le azioni quotidiane possono diventare culto interiore a Dio Padre e continuazione della nostra preghiera.
2. Carissimi fratelli e sorelle, il legame tra fede e vita don Giussani lo propose con forza durante una lezione che tenne sul prologo del Vangelo di Giovanni – successivamente Giussani stesso chiamerà questo episodio il bel giorno -, e lo espose con queste parole: “Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne. Perciò la bellezza s’è fatta carne, la bontà s’è fatta carne, la giustizia s’è fatta carne, l’amore, la vita, la verità s’è fatta carne: l’essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi». Questa passione per la bellezza e l’attenzione per i gesti quotidiani sono due dei tratti della sua personalità che più colpiranno chi avrà l’occasione di incontrarlo di persona. Da grande educatore di giovani scrisse: “Potenzialmente, almeno nell’educazione, si deve mirare a introdurre l’uomo nella realtà totale”. Questa mirabile visione teologica e spirituale, spiegherà il cardinale Joseph Ratzinger nell’omelia al suo funerale era frutto del suo rapporto personale con Cristo: “Una storia di amore che è tutta la sua vita [e che] era tuttavia lontana da ogni entusiasmo leggero, da ogni romanticismo vago”. L’ultimo messaggio di don Giussani al Movimento è mariano ed è del 16 ottobre 2004 in occasione del pellegrinaggio a Loreto per i cinquant’anni di Comunione e Liberazione: “Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza! Questa è la frase più importante per tutta la storia della Chiesa; in essa si esaurisce tutto il cristianesimo”. Il 22 febbraio 2005, muore nella sua abitazione di Milano e noi continuiamo ad onorarlo con memoria grata.