La solennità del nostro patrono san Giusto richiama anche quest’anno la comunità diocesana e in particolare i giovani a sostare in preghiera davanti a questa figura di cristiano e di martire. “Giusto– ricorda il racconto della sua Passio – era tale non solo di nome, ma giusto per ogni sua azione fin dall’infanzia”. Ed è proprio su questo punto che verterà la veglia di quest’anno: uno non si improvvisa martire nel momento supremo della propria morte, ma lo diventa perché ha vissuto una vita in conformità al Vangelo. Giusto era timorato di Dio e offriva digiuni ed elemosine. In questi atteggiamenti si vede l’amore per Dio e per il prossimo, il comandamento nuovo che il Signore Gesù ci ha lasciato. Solo grazie a questa fede forte il beato Giusto non si curerà delle minacce del magistrato Mannacio e abbraccerà il martirio, “portando lui stesso con gioia i pesi di piombo” e avviandosi al mare camminando “in fretta come se fosse invitato a un banchetto”. Quanti giovani e meno giovani, per amore di Dio e del prossimo sono capaci di portare con gioia i pesi di una sofferenza, propria o vissuta in famiglia, quanti vivono la costanza di un servizio educativo, sacrificando generosamente tempo ed energie per i ragazzi di cui si prendono cura.
In una parola essi sanno che “Amare è servire”. È questo il titolo della prossima veglia di San Giusto, che si terrà come da tradizione la sera del 2 novembre alle 20.30 nella Basilica Cattedrale. Ad essa sono invitati in particolar modo i giovani e le famiglie.