Beata Vergine Maria Madre della Chiesa

DIOCESI DI TRIESTE

MADRE DELLA CHIESA

+ Giampaolo Crepaldi

Santa Maria Maggiore, 21 maggio 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre!

1.        In questo lunedì di Pentecoste, 21 maggio, celebriamo per la prima volta la memoria liturgica della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa. Lo ha stabilito Papa Francesco. Infatti, con il decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti dell’11 febbraio – 160° anniversario della prima apparizione della Vergine a Bernardette Soubirous, pastorella di Lourdes – in considerazione dell’“importanza del mistero della maternità spirituale di Maria che, dall’attesa dello Spirito Santo a Pentecoste, non ha mai smesso di prendersi cura della Chiesa”, il Santo Padre Francesco ha reso obbligatoria per tutta la Chiesa di rito latino la memoria di Maria Madre della Chiesa. Con questa iniziativa, il Papa auspica “la crescita del senso materno della Chiesa nei pastori, nei religiosi e nei fedeli e della genuina pietà mariana”. Maria, infatti, “è al contempo madre di Cristo, Figlio di Dio, e madre delle membra del suo corpo mistico, cioè della Chiesa”. Si compie così un cammino iniziato 54 anni fa. Il 21 novembre 1964 il beato Paolo VI, nel discorso conclusivo della terza sessione del Concilio Vaticano II, oltre a promulgare la costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium e i decreti sull’ecumenismo Unitatis redintegratio e sulle Chiese cattoliche orientali Orientalium Ecclesiarum, proclamava Maria Madre della Chiesa.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, nelle loro memorie molti Padri Conciliari fissarono il ricordo indelebile del momento in cui, sentendo le parole del beato Paolo VI: “Mariam Sanctissimam declaramus Matrem Ecclesiae dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa”, spontaneamente si alzarono di scatto dalle loro sedie e applaudirono in piedi, rendendo omaggio alla Madre di Dio e alla Madre della Chiesa. In quella genuina e devota espressione di pietà mariana, i Padri del Concilio resero omaggio alla Vergine in ascolto, che vive della Parola di Dio e che serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio e, unendole come in un mosaico, impara a comprenderle (cf. Lc 2,19.51); resero omaggio alla grande Credente che, piena di fiducia, si mette nelle mani di Dio, abbandonandosi alla Sua volontà; resero omaggio all’umile Madre che, quando la missione del Figlio lo esige, si fa da parte e, al contempo, alla donna coraggiosa che, mentre i discepoli si danno alla fuga, sta sotto la Croce.

3.        Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, la Madonna, con la sua divina maternità, ci sostiene come figli e figlie della Chiesa soprattutto nella nostra risposta alla chiamata alla santità, proposta recentemente da Papa Francesco con l’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate: “È la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna. Lei non accetta che quando cadiamo rimaniamo a terra e a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. La Madre non ha bisogno di tante parole, non le serve che ci sforziamo troppo per spiegarle quello che ci succede. Basta sussurrare ancora e ancora: «Ave o Maria…»” (n. 176). Tutti siamo chiamati ad aprire il nostro cuore all’azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore. Non dobbiamo aver paura a puntare verso le altezze di Dio, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore. Affidiamoci a Maria, Madre della Chiesa; in Lei la Chiesa ha riconosciuto “la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato”, “adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare” (Lumen gentium, n. 56).

4.        Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratje in sestre, tra poco, intitolerò alla Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, il primo altare a destra, per chi entra in questo santuario diocesano di Santa Maria Maggiore, dove la Madonna la si contempla mentre tiene in braccio Gesù Bambino. Possa questo altare essere per tutti come un rifugio dove andare come bambini per buttarci tra le braccia della Mamma celeste in cerca di protezione e consolazione; dove trovare ristoro per le nostre anime afflitte dal peccato o gravate dal peso di una vita priva di senso e senza speranza; dove pregare per le nostre famiglie, per i giovani, per gli anziani e i malati, per la nostra città, per la giustizia e la pace nel mondo; dove chiedere la grazia dello Spirito Santo affinché le nostre persone siano ad immagine e somiglianza del Cristo Signore; dove ringraziare per gli innumerevoli doni che ci elargisce. A Maria, Madre della Chiesa, affido in particolare la nostra Chiesa di Trieste: che sia unita nella testimonianza della fede; santa nei cammini di vita dei suoi membri; cattolica nell’annuncio missionario del Vangelo del Signore Gesù; apostolica nella fedeltà al Credo.