DIOCESI DI TRIESTE
BEATA VERGINE MARIA MADRE DELLA CHIESA
Messaggio
+ Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo – Vescovo
Carissimi presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate, fedeli laici della Chiesa di Trieste: “grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1Cor 1,3)!
1. In data 11 febbraio 2018, il Santo Padre Francesco, attraverso un Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a firma del suo Prefetto Robert Card. Sarah, ha iscritto nel Calendario Romano la memoria obbligatoria della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, da celebrarsi da tutti già quest’anno il lunedì dopo Pentecoste. Si legge, infatti, nel suddetto Decreto: Il Sommo Pontefice Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito che la memoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia iscritta nel Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste e celebrata ogni anno. Questa celebrazione ci aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti.
2. La decisione di papa Francesco fa seguito ad un diffuso sentire ecclesiale, per cui, come si legge ancora nel Decreto, nel corso dei secoli, la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”, come appare in testi di autori spirituali e pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII. Al titolo esplicito a Maria, quale “Madre della Chiesa”, si arrivò quando, nel discorso di chiusura del terzo periodo del Concilio Ecumenico Vaticano II (il 21 novembre 1964), il beato papa Paolo VI annunciava solennemente: A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi proclamiamo Maria Santissima “Madre della Chiesa”, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei Pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissimo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata ed invocata da tutto il popolo cristiano. Si tratta di un titolo… [che] appartiene alla genuina sostanza della devozione a Maria, trovando la sua giustificazione nella dignità stessa della Madre del Verbo incarnato.
3. Sebbene, dunque, il titolo di “Madre della Chiesa” sia, in ordine di tempo, tra gli ultimi attribuiti ufficialmente alla Vergine, la sua sostanza la si trova presso molti Padri della Chiesa. Su questo argomento lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano II cita sant’Agostino che afferma: [Maria è] veramente madre delle membra [di Cristo]… perché… ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel capo sono le membra (LG n. 53; cfr. CCC n. 963). Ma noi, figli della madre Chiesa di Aquileia, abbiamo in San Cromazio un padre, maestro e precursore del titolo riconosciuto alla Vergine come Madre della Chiesa. Egli, nel sermone 29, rivolge ai fedeli questa esortazione: …veniamo alla casa di Maria, [cioè] alla Chiesa di Cristo dove abita Maria, la Madre del Signore (n. 4). Inoltre, nel Sermone 30 – che lo stesso beato Paolo VI cita nell’Esortazione apostolica Marialis cultus del 2 febbraio 1973, al n. 28 – leggiamo: La Chiesa si riunì in una camera al piano superiore con Maria, la Madre di Gesù, e con i suoi fratelli. Non si può dunque parlare di Chiesa se Maria, la Madre del Signore, non è lì con i suoi fratelli: ivi è la Chiesa di Cristo dove si predica l’incarnazione di Cristo dalla Vergine (n. 1). Desidero aggiungere ancora una doppia testimonianza. San Cipriano, nel suo scritto sull’Unità della Chiesa, afferma: Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre (c. 6). Quasi traslitterando questa affermazione, san Luigi Maria Grignon de Montfort, nel suo famosissimo Trattato della vera devozione a Maria, scrive: Come nella generazione naturale e fisica c’è un padre e una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale c’è un padre che è Dio e una madre che è Maria. Tutti i veri figli di Dio e predestinati hanno Dio per padre e Maria per madre, e chi non ha Maria per madre non ha Dio per padre (n. 30).
4. Maria, con la sua divina maternità, ci sostiene come figli e figlie della Chiesa nella nostra risposta alla chiamata alla santità, proposta recentemente da papa Francesco con l’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate: “È la santa tra i santi, la più benedetta, colei che ci mostra la via della santità e ci accompagna. Lei non accetta che quando cadiamo rimaniamo a terra e a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. La Madre non ha bisogno di tante parole, non le serve che ci sforziamo troppo per spiegarle quello che ci succede. Basta sussurrare ancora e ancora: «Ave o Maria…” (n. 176). In modo particolare, la Madonna va pregata affinché le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata nella nostra Chiesa di Trieste non siano solo numerose, ma anche espressione e manifestazione di santità: il suo essere tutta consacrata all’opera redentiva e salvifica del Figlio suo, la pone come esempio per coloro che fanno della loro vita un’offerta totale a Dio.
5. Secondo quanto deciso dal Sommo Pontefice Francesco e decretato dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, informo tutti i parroci, i vicari parrocchiali e i cappellani che il Lunedì dopo Pentecoste di ogni anno, a partire dal 21 maggio p. v., in tutta la Chiesa si celebrerà la memoria obbligatoria della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa. La celebrazione viene così regolata dalla Notificazione della stessa Congregazione: …a parità di importanza, è da preferire la memoria obbligatoria della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, i cui testi sono annessi al Decreto, con le letture indicate, da ritenere proprie, poiché illuminano il mistero della Maternità spirituale. In una futura edizione dell’Ordo lectionum Missae n. 572 bis la rubrica indicherà espressamente che le letture sono proprie e pertanto, sebbene si tratti di memoria, sono da adottare al posto delle letture del giorno corrente.
6. Per sottolineare e solennizzare maggiormente anche a livello diocesano questo dono che il Santo Padre ha fatto alla Chiesa universale, ritengo sia opportuno lasciare un segno di questa fausta ricorrenza alle generazioni future. A tale scopo, lunedì 21 maggio p. v., intendo intitolare alla Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, il primo altare a destra, per chi entra nel santuario diocesano della chiesa di Santa Maria Maggiore, posto sotto l’immagine della Madonna delle grazie. Per questo avvenimento invito tutti a partecipare con me alla preghiera e alla celebrazione dell’Eucaristia. Mentre viviamo questo tempo pasquale nella gioia del Risorto, prepariamoci a ricevere il dono dello Spirito Santo in compagnia degli Apostoli e di Maria, la madre di Gesù e della Chiesa.
7. Il modo migliore per venerare la beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, è quello di pregarla con fiducia e fervore. Quindi, invito tutti a recitare con devozione la seguente preghiera.
Maria, Madre della Chiesa,
rendi il popolo di Dio capace
di generare, come Te a Betlemme,
figli e figlie del Padre celeste;
di stare, come Te sul Golgota,
ai piedi del Crocifisso che salva;
di ricevere, come Te nel Cenacolo,
il dono dello Spirito che vivifica.
Maria, Madre della Chiesa,
con San Giuseppe tuo Sposo,
aiuta il popolo di Dio ad essere
unito nella testimonianza della fede;
santo nei cammini della vita;
cattolico nell’annuncio del Vangelo;
apostolico nella fedeltà al Credo.
Maria, Madre della Chiesa,
con San Giuseppe tuo Sposo,
proteggi il popolo di Dio dalle insidie del male;
accompagna le famiglie, santuari dell’amore;
consola i malati e gli anziani, custodi della croce;
orienta i giovani, cultori della speranza;
fortifica i lavoratori, operatori della giustizia e della pace.
Maria, Madre della Chiesa,
con San Giuseppe tuo Sposo,
sostieni il popolo di Dio nel suo farsi
prossimo di chi non ha più speranza;
amico di chi vive senza amore;
difensore di chi si vede negata la dignità;
compagno di viaggio di chi cerca il senso del vivere. Amen.
Trieste, 9 aprile 2018, Annunciazione del Signore.