Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

DIOCESI DI TRIESTE

GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

+ Giampaolo Crepaldi

Parrocchia Nostra Signora di Lourdes, 22 aprile 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle!

1.        Sono particolarmente lieto di celebrare con voi, riuniti attorno alla mensa del Signore, la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che, quest’anno, si è svolta nella nostra Diocesi sotto la guida del Centro Diocesano – che ringrazio di cuore – mossa da un motto assai stimolante: Dammi un cuore che ascolta. Una giornata di ringraziamento; una giornata di preghiera; una giornata per maturare nuovi e generosi impegni; una giornata per rendere il nostro cuore capace di ascoltare la voce di Dio, la sua chiamata; la sua parola oggi particolarmente intensa per la lezione di vita che ci offre. Il Vangelo di Giovanni che è stato proclamato, infatti, ci presenta Gesù come il vero ed unico Pastore, colui, cioè, che dona tutto se stesso per le sue pecore. Il verbo “offrire”, ripetuto da Gesù tante volte, esprime con forza la sua missione redentiva di amore per tutta l’umanità. La passione e la morte di Gesù sulla croce, ma non solo, tutta la sua vita, le sue parole, i miracoli, i suoi gesti misteriosi e indimenticabili, sono un’offerta continua e totale, sono la sua risposta alla chiamata del Padre. Offrire significa donare, cioè privarsi di qualche cosa: Gesù “svuotò se stesso” (Fil 2,7) interamente. Avendo visto lo stesso Pastore farsi Agnello immolato per amore nostro, cresceremo nella conoscenza intima di Lui, ci nutriremo di Lui che ci renderà forti per vivere da redenti. Le parole del Buon Pastore sono un chiaro invito a liberarci dalle nostre paure nel rispondere alla sua chiamata e ad andargli incontro con gioia nella certezza di essere intimamente conosciuti, amati e salvati.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, per questa Giornata siamo invitati a coltivare l’ascolto di Dio. Per ascoltare non basta stare zitti, bisogna stare in silenzio. “Lo stare zitti e lo stare in silenzio sono due cose diverse: uno può stare zitto, tacere, ma essere con la mente e il cuore altrove rispetto alla realtà che ha davanti. Così come uno può, invece, stare in silenzio perché sta ascoltando pienamente ciò che ha di fronte. Questo capita quando si sta davanti a chi si ama” (Epicoco, Sale, non miele pp. 11-12). È questo il modo più spirituale per coltivare l’ascolto di Dio: è nel silenzio dell’ascolto che inizia ogni avventura vocazionale che ci porta lungo la strada nuova e inedita della vita, quella disegnata per noi dall’amore del Cristo. Infatti, a dominare la scena vocazionale c’è Lui. Lui, non le cose; Lui, non la terra; Lui non il mondo; Lui non i nostri propositi; Lui, solamente Lui. Con le parole di Sant’Agostino vogliamo chiedere al Signore la grazia dell’ascolto: “Dammi, Signore, un cuore che ti pensi, un’anima che ti ami, una mente che ti contempli, un intelletto che t’intenda, una ragione che sempre aderisca fortemente a te, dolcissimo; e sapientemente, o Amore sapiente, ti ami. O vita per cui vivono tutte le cose, vita che mi doni la vita, vita che sei la mia vita, vita per la quale vivo, senza la quale muoio; vita per la quale sono risuscitato, senza la quale sono perduto; vita per la quale godo, senza la quale sono tormentato; vita vitale, dolce e amabile, vita indimenticabile”.

3.        Carissimi fratelli e sorelle, ricordiamo oggi una serie di anniversari che riguardano presbiteri, religiosi e religiose, diaconi. È anche questo uno dei momenti più significativi della Giornata che stiamo celebrando. A nome della nostra Chiesa ringrazio tutti per la testimonianza e per le innumerevoli opere di bene e, insieme, vogliamo soprattutto ringraziare il Signore Gesù che ha donato a questi fratelli e a queste sorelle lo Spirito che ha coltivato in loro una risposta piena e generosa alla sua chiamata che, in fondo e per tutti, è la chiamata alla santità. Il Santo Padre Francesco lo ha ben precisato nella sua Esortazione apostolica Gaudete et exultate: “…la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita (cfr Gal 5,22-23). Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: “Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore”. Nella Chiesa, santa e composta da peccatori, troverai tutto ciò di cui hai bisogno per crescere verso la santità. Il Signore l’ha colmata di doni con la Parola, i Sacramenti, i santuari, la vita delle comunità, la testimonianza dei santi, e una multiforme bellezza che procede dall’amore del Signore, «come una sposa si adorna di gioielli” (Is 61,10) (n. 15). Affidiamo tutto alla Madonna che, il lunedì dopo la Pentecoste onoreremo con il titolo di Madre della Chiesa: preghiamola intensamente affinché le vocazioni al ministero ordinato e alla vita consacrata nella nostra Chiesa di Trieste non siano solo numerose, ma anche espressione e manifestazione di santità: il suo essere tutta consacrata all’opera redentiva e salvifica del Figlio suo, la pone come esempio per coloro che fanno della loro vita un’offerta totale a Dio.