Pasqua di risurrezione del Signore

DIOCESI DI TRIESTE

Pasqua di risurrezione

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 1 aprile 2018

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        Soffermiamoci sul brano del Vangelo che ci racconta la risurrezione del Signore Gesù: «Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte». Con questa accurata informazione che vede protagonista san Pietro, il Vangelo di Giovanni ci comunica che il cadavere che era stato posto in quel sepolcro, il cadavere di Gesù, distrutto e devastato dalla crocifissione, non c’è più. Qualche settimana più tardi, lo stesso Pietro, che aveva fatto una minuziosa ispezione del sepolcro, dirà la vera ragione per cui lo trovò vuoto. «Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse … a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione dai morti». Il cadavere non è più nel sepolcro, perché Gesù morto crocifisso è stato risuscitato, cioè su di Lui la corruzione della morte non l’ha avuta vinta in quanto Dio lo ha liberato e gli ha donato la vita incorruttibile. Noi oggi celebriamo il fatto che costituisce l’unica, vera svolta nella storia dell’umanità e di ciascuno di noi: a noi, incapaci di sperare oltre la morte, a noi che riteniamo di essere destinati ad un nulla eterno, oggi viene detto che questa nostra esistenza per la morte è finita, ed in Cristo risorto è subentrata una esistenza per la vita.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, con la Pasqua del Signore Gesù la morte non ha più potere sull’uomo e sul mondo. Tuttavia rimangono ancora numerosissimi segni del suo tragico dominio. Cristo, che ha estirpato la radice del male, chiama ognuno di noi ad aiutarLo nel compito di affermare la sua vittoria sulla morte, combattendo con le sue stesse armi: le armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore. In questa prospettiva, la Pasqua del Signore è una grazia; la Pasqua del Signore è una chiamata; la Pasqua del Signore è un compito e una missione, da vivere con dedizione e carità, anche a Trieste. Nessuno deve tirarsi indietro in questa impegnativa battaglia iniziata con la Pasqua di Cristo. In un tempo di povertà antiche e nuove, di fratelli e sorelle costretti a lasciare la propria terra in cerca di sopravvivenza, di paure crescenti a causa dell’incertezza del domani per mancanza di lavoro, di crescente fragilità delle nostre famiglie, di mancato rispetto del valore della vita al suo nascere e al suo terminare, è urgente collaborate con il Signore risorto che ha fatto nuove tutte le cose per costruire un mondo nel segno della civiltà dell’amore. A Pasqua, la Chiesa invoca Maria perché accompagni tutti noi verso il porto sicuro della salvezza che è il cuore di Cristo, la Vittima pasquale, l’Agnello che ha redento il mondo, l’Innocente che ha riconciliato noi peccatori col Padre. A Lui, Re vittorioso, a Lui crocifisso e risorto, noi gridiamo con gioia il nostro Alleluia! In questo orizzonte di luce e di speranza, auguro a tutti una santa e buona Pasqua!