Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace

DIOCESI DI TRIESTE

MARIA MADRE DI DIO

LI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

+ Giampaolo Crepaldi

Sant’Antonio Taumaturgo, 1 gennaio 2018

 

Distinte Autorità, carissimi fratelli e sorelle in Cristo!

1.        È fonte di grande consolazione iniziare il nuovo anno con lo sguardo rivolto a Maria, che oggi la Chiesa ci invita a venerare con il titolo di Mater Dei, Madre di Dio, avendo concepito e generato nella nostra natura umana la divina persona del Verbo. A questo riguardo, le parole di S. Paolo ascoltate nella seconda lettura non lasciano dubbi. Se poi, con l’occhio educato dalla fede, ci mettiamo a scrutare le narrazioni evangeliche, esse ci illustrano tratti fondamentali della maternità di Maria. Fin dall’inizio è stata una maternità disprezzata: «perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7), scrive nel suo Vangelo l’evangelista Luca. È stata una maternità a rischio: «Erode vuole cercare il bambino per ucciderlo» (Mt 2,13), scrive l’evangelista Matteo. Fu anche una maternità benedetta, quella di Maria: «I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto» (Lc 2,20), scrive ancora Luca; ma anche una maternità combattuta: «Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito» (Ap 12,4), come troviamo scritto nel Libro dell’Apocalisse di San Giovanni. La maternità di Maria è stata e continua ad essere un segno di contraddizione.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, con la sua divina maternità la Vergine Maria ha introdotto nel mondo il Signore Gesù che ha vinto il principe di questo mondo, il demonio; inoltre, ha abbattuto gli idoli davanti ai quali l’uomo rinuncia alla sua dignità. Con la divina maternità di Maria l’uomo è riportato nella sua dignità: “Non sei più schiavo”, ci ha detto l’Apostolo, “ma figlio”. Opportunamente quindi, nel primo giorno del Nuovo Anno la Chiesa, invitandoci a fissare lo sguardo sulla divina maternità di Maria, ci trasmette alcune fondamentali verità circa la persona umana, perché ne facciamo il fondamento della nostra vita. La maternità divina di Maria è il vero inizio dell’anno nuovo, perché è l’inizio del tempo della nostra salvezza. Per la divina maternità di Maria, lo scorrere degli anni ha cessato di essere un viaggio senza speranza cui l’uomo è condannato alla morte, ma è diventato il pellegrinaggio in compagnia del Signore verso la dimora definitiva in Dio. Ecco che in Maria Madre di Dio, si rivela Maria come Madre nostra. Come abbiamo avuto bisogno di una madre per nascere a questo mondo, così abbiamo avuto bisogno della Madre Celeste per rinascere alla vita di grazia. Questa consolante verità di fede ci sprona a dare la massima importanza al nostro amore per la Madonna. Il beato Paolo VI scrisse che non possiamo essere cristiani senza essere mariani. E Trieste, grazie a Dio, con i suoi numerosi luoghi dedicati alla Vergine Maria e con i suoi numerosissimi devoti, è una città fortemente mariana. Questo fa ben sperare.

3.        Carissimi fratelli e sorelle, in questo primo giorno dell’anno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Pace, che anche la nostra Chiesa tergestina promuove, tramite il fattivo e generoso impegno dell’Azione Cattolica Diocesana, con lo scopo di pregare per la pace e di educare, soprattutto le giovani generazioni, alla pace. Anche per questa LI Giornata Mondiale, Papa Francesco ci ha offerto un prezioso messaggio, intitolato Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace, del quale offrirò qualche spunto, invitandovi a leggerlo e a meditarlo per intero. Il Santo Padre, nel cuore del testo al n. 4, ci indica quattro pietre miliari per l’azione, nello sforzo – personale e collettivo, della società civile e delle Istituzioni – di offrire ai richiedenti asilo, rifugiati, migranti e vittime di tratta una possibilità di trovare quella pace che stanno cercando.

– La prima pietra indicata dal Papa è accogliere. Essa «richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali».

– La seconda pietra è proteggere. Essa «ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi».

– La terza pietra è promuovere. Essa «rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro».

– La quarta pietra è integrare. Essa «significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali».

Cari fratelli e sorelle, abbiamo contemplato la divina maternità di Maria e, guidati da Papa Francesco, abbiamo riflettuto su uno dei temi più delicati per costruire la pace. Voglia la Madre del Signore ottenerci dal suo divino Figlio il dono della pace, il dono di un nuovo Anno non turbato da preoccupazioni e pericoli, ma da vivere nella tranquillità e nella pace. Con questi sentimenti auguro a tutti un buon Anno!