Natale: l’incontro con Dio

DIOCESI DI TRIESTE

NATALE: L’INCONTRO CON DIO

MESSAGGIO NATALIZIO

+ Giampaolo Crepaldi

Arcivescovo-Vescovo di Trieste

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.         «Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia» (Lc 2,16). Con queste semplici parole il Vangelo di Luca ci descrive l’avvenimento più grande che possa accadere: l’incontro con Dio. È accaduto per la prima volta ai pastori; accadrà poi ad una dozzina di pescatori; accadrà in seguito a Zaccheo, alla Maddalena, a tanti altri. E, con il Santo Natale di Gesù, come i pastori anche noi dobbiamo essere pronti e disponibili ad incontrare Dio stesso. Tutto cominciò quando i pastori furono scossi dall’incredibile notizia di un fatto appena accaduto: «Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2, 9-11). Oltre ad essere diversa da ogni altra, questa notizia incrociava i desideri profondi dei loro cuori: «Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15).I pastori, capiscono che non sono stati chiamati ad imparare una dottrina religiosa o un codice di leggi da osservare o una serie di riti religiosi, ma ad incontrare «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2, 12).  Ecco la risposta di Dio alle attese del nostro cuore: Dio si è fatto uomo nel seno di una ragazza chiamata Maria, nel «ventre che fu albergo del nostro disiro», scrisse Dante (Paradiso, XXIII, 104-105). Il cuore del cristianesimo è tutto qui. Lo è stato, per la prima volta, per i pastori. Lo è anche per ciascuno di noi: si può incontrare Dio stesso dentro la vita di ogni giorno, dal momento che Dio stesso è venuto a vivere dentro a questa vita.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, come i pastori anche noi dobbiamo portarci alla grotta di Betlemme per incontrare Maria e Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia. Come? Sono certo che molti di voi hanno allestito il presepio dentro la propria casa. È anche questo un modo, semplice e diretto, per testimoniare la fede cristiana di fronte a quelli che, in nome di un laicismo insipiente e arrogante, pretendono che oggi il presepio non s’ha da fare. A questo proposito il nostro Consiglio Comunale, con il voto unanime dei suoi 34 componenti, ha deliberato che il presepio venga allestito anche nei luoghi pubblici come le scuole. È un fatto che onora il Consiglio e la nostra Città di Trieste. Il presepio è come un libro aperto, pieno di insegnamenti necessari per condurre una vita buona. Ci insegna la sacralità della vita umana nascente, della maternità della donna e della famiglia fondata sul matrimonio. Ci insegna che le persone umili, i pastori, sono privilegiate perché chiamate per prime ad incontrare Gesù. Ci insegna la pace (“Pace in terra agli uomini di buona volontà”) e l’accoglienza di altri popoli (i Magi venuti dall’Oriente). Ci insegna il rispetto per la natura e per gli animali creati da Dio: per rendere viva la rappresentazione della Natività, nel presepio, in genere, non mancano mai le stelle, le campagne, i monti, i corsi d’acqua e il bue, l’asinello e le pecorelle. Ci insegna, soprattutto, quanto sia bello incontrare Gesù. Papa Francesco ci incoraggia a seguire questa direzione: «…fermiamoci a guardare il presepe… Entriamo nel vero Natale con i pastori, portiamo a Gesù quello che siamo, le nostre emarginazioni, le nostre ferite non guarite, i nostri peccati. Così, in Gesù, assaporeremo lo spirito vero del Natale: la bellezza di essere amati da Dio. Con Maria e Giuseppe stiamo davanti alla mangiatoia, a Gesù che nasce come pane per la mia vita. Contemplando il suo amore umile e infinito, diciamogli semplicemente grazie: grazie, perché hai fatto tutto questo per me».

Buon Natale a tutti!