DIOCESI DI TRIESTE
SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 1 novembre 2017
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. La Chiesa, in questa santa e solenne liturgia di Tutti i Santi, ci invita a guardare verso l’alto, verso la Gerusalemme celeste dove l’assemblea dei nostri fratelli e sorelle glorifica in eterno il nome del Signore. Come guida al nostro sguardo, la Chiesa ci ha fatto ascoltare il famoso brano del Vangelo di Matteo conosciuto come il Vangelo delle beatitudini. Quel beati…, che viene ripetuto per ben otto volte, racchiude il programma di vita che Gesù propone ai discepoli e alle folle per raggiungere la meta della santità. Gesù, il Santo dei Santi, per primo ha vissuto le beatitudini: è stato Lui stesso ad essere povero, mite, misericordioso, portatore di pace. Anche noi, inseriti in Lui tramite il Battesimo e la vita sacramentale, abbiamo l’opportunità di condurre la nostra vita secondo lo spirito delle beatitudini. La santità che oggi celebriamo in tanti nostri fratelli e sorelle che il Signore ci ha dato come “nostri amici e modelli di vita” (cf. Prefazio delle Solennità) è l’invito a collocare la nostra esistenza nella luce delle beatitudini. Esse sono parole di vita: anche se pronunciate in un presente spesso pieno di contraddizioni, di ingiustizie e di delusioni, esse restano cariche di speranza, perché sono il cantus firmus del discepolo che ha consegnato la sua esistenza affinché Dio ne sia l’unica, vera e autentica ricchezza.
2. Carissimi fratelli e sorelle, in questa solenne circostanza la Chiesa ci invita a considerare con la dovuta attenzione un insegnamento fondamentale della nostra fede: tutti noi, che siamo accumunati in Cristo, siamo chiamati alla santità, alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione dell’amore. Infatti, al di sopra di ogni cosa che ci differenzia nei vari generi di vita, la vocazione alla santità a cui il Signore ci chiama è una sola: la pienezza perfetta dell’amore. Si colloca qui, in questa mirabile vocazione, anche la base della nostra grande dignità. Poiché ognuno di noi è chiamato ed è veramente figlio del Padre, predestinato ad essere pienamente conforme all’immagine del Figlio suo unigenito, ognuno di noi è chiamato alla santità. I santi, quindi, non sono gli appartenenti ad un club esclusivo di privilegiati. La santità è la vocazione che tutti ci accumuna, è il nostro destino di vita. Chiamati dal Padre, non “in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia” (Tit 3,5), e resi partecipi della sua stessa vita, con la grazia dello Spirito Santo dobbiamo portare a perfezione questa santità ricevuta in dono. L’apostolo Paolo pertanto ci ammonisce di vivere “come si conviene a santi” (Ef 5,3), di rivestirci “come si conviene a eletti di Dio, santi e prediletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza” (Col 3,12).
3. Carissimi fratelli e sorelle, un grande uomo di Dio, don Divo Barsotti, scrisse: “Nella vita spirituale cristiana i santi sono i fratelli maggiori che ci portano per mano, sono gli amici che ci accompagnano nel cammino. Non ci manca mai il loro amore. Conoscono le nostre debolezze, non si scandalizzano di noi, non si stancano, sono sempre pronti ad aiutarci, ci confortano, ci danno fiducia. Se li conosceremo, non potremo più dimenticarli”. Facendo tesoro di queste sapienti parole, la festa odierna ci dona anche questa consolazione spirituale: i santi sono nostri amici. È importante dunque che essi siano costantemente presenti nella nostra vita quotidiana: li dobbiamo conoscere, li dobbiamo amare, li dobbiamo pregare. Ciascuno, in piena libertà e secondo le proprie preferenze. Personalmente sono profondamente convinto che, per la nostra società, i santi siano più necessari dei politici, degli scienziati, dei filosofi, dei teologi. Per andare avanti, il mondo e la Chiesa hanno bisogno dei santi. Nelle tenebre che ci circondano, nel vuoto di senso che preme dentro le nostre anime, nella tristezza del cuore che ci pervade, essi sono la luce vera di Cristo, essi sono coloro che ci insegnano come camminare nella vita, poiché semplicemente ci insegnano come si ama. Forse tante insicurezze e paure pesano sul nostro cuore anche per questo: non viviamo più in compagnia dei santi. In Cristo Signore, invece, la Chiesa è un’immensa comunione di amore composta di santi e sante, una comunione che lega il cielo alla terra, perché l’amore che la anima vince ogni distanza di tempo e di spazio. Invochiamo Maria, Madre della Chiesa e specchio di ogni santità: Lei, la Tutta Santa, ci renda fedeli discepoli del suo figlio Gesù Cristo!