Verso il Sinodo: i Giovani e la nostra Chiesa – Nota Pastorale dell’Arcivescovo

DIOCESI DI TRIESTE

VERSO IL SINODO

I GIOVANI E LA NOSTRA CHIESA

NOTA PASTORALE

 

 

PREMESSA

1. Il Santo Padre Francesco ha programmato per il mese di ottobre del 2018 un’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. In questo anno di preparazione al significativo evento anche la nostra Chiesa diocesana si sente impegnata a riflettere – con sensibilità e lungimiranza pastorali – sulle tematiche del Sinodo, facendo tesoro del documento che è stato reso pubblico e della Lettera che nel mese di gennaio di quest’anno Papa Francesco ha inviato ai giovani, dando espressione al suo amore e alla sua forte sollecitudine per essi. Già il nostro V Sinodo diocesano aveva messo a tema il mondo giovanile, offrendo degli spunti assai interessanti e utili[1]. L’evento del Sinodo universale giunge ora propizio per fare un passo in più nella direzione di una maggiore attenzione pastorale al mondo dei giovani. Tutti siamo ben consapevoli che – unitamente alla famiglia – il mondo dei giovani è un mondo che sembra aver preso la strada dell’allontanamento da Cristo e dalla Chiesa, mettendoci tutti di fronte a una situazione complicata e incerta sui suoi esiti futuri. Perché e come si è giunti a questa situazione? È una domanda che, con molta umiltà, tanta preghiera e autentico discernimento pastorale, bisognerà affrontare, ponendosi in ascolto – a partire da questo anno pastorale 2017-2018 – della realtà giovanile sia all’interno delle nostre comunità (parrocchie, associazioni e movimenti) sia dei giovani del nostro territorio, con la convinzione che senza la fede in Cristo e senza l’esperienza della comunione ecclesiale un giovane rischia non di essere più ricco, ma di essere più povero in umanità e nei suoi propositi e progetti di vita.

2. La presente Nota pastorale intende offrire un qualche spunto e orientamento per avviare, in maniera seria e ponderata, una riflessione sulle tematiche pastorali che investono il mondo giovanile e, unitamente, per maturare le scelte pastorali che si rivelino necessarie e lungimiranti. Tutto questo non sarà possibile se il tutto non sarà accompagnato da un atteggiamento spirituale di profonda fiducia nella grazia potente di Dio che sa abbattere i muri dell’indifferenza e di grande fiducia nei giovani stessi che, nella maggior parte dei casi, sono vittime inconsapevoli di adulti che – nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nelle istituzioni, nella Chiesa stessa – sono spesso dediti a contro testimonianze o, peggio ancora, sono anch’essi un popolo di smarriti e di vagabondi senza mete e senza orizzonti. Anche il buio di questo nostro tempo attende di essere illuminato da Cristo, unico e vero lumen gentium! Un mondo che ha bisogno della luce di Cristo. Sta qui la missione della Chiesa, abilitata nella sua azione evangelizzatrice e missionaria a portare Cristo ai giovani e i giovani a Cristo, con fiducia e con speranza.

IL DOCUMENTO PREPARATORIO VATICANO

3. Il documento predisposto dalla Segreteria generale del Sinodo offre alcune piste utili per il lavoro che, come Diocesi, intendiamo fare lungo questo anno pastorale. Esso si colloca dentro l’orizzonte spirituale e pastorale delineato in un passo della Lettera di Papa Francesco ai giovani:Desidero anche ricordarvi le parole che Gesù disse un giorno ai discepoli che gli chiedevano: «Rabbì […], dove dimori?». Egli rispose: «Venite e vedrete» (Gv 1,38-39). Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita. Pure quando il vostro cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta, Dio ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi”.

4. Il documento, che si apre con la citazione di Gv 15,11 in cui emerge la parola gioia, esplicita gli obiettivi del Sinodo, sintetizzati da questi due interrogativi: come la Chiesa può accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza? Come i giovani stessi possono aiutare la Chiesa ad annunciare la Buona Notizia? A partire da questi interrogativi viene strutturato tutto il testo e vengono esposti i suoi contenuti. In primo piano, sono sommariamente delineate alcune dinamiche sociali e culturali dentro le quali i giovani crescono e prendono le loro decisioni; in secondo luogo, vengono proposti alcuni passaggi fondamentali del processo di discernimento, strumento che la Chiesa offre ai giovani per scoprire la propria vocazione; in terzo luogo vengono evidenziati alcuni snodi fondamentali tipici e caratterizzanti la pastorale giovanile vocazionale. Inoltre, il documento, che è come “una sorta di mappa che intende favorire una ricerca i cui frutti saranno disponibili solo al termine del cammino sinodale”, si propone di dare l’avvio alla fase di consultazione di tutta la comunità cristiana, attraverso il questionario con cui si conclude, che sarà oggetto di attenzione anche da parte della nostra Diocesi tramite il Servizio di pastorale giovanile. Viene prevista anche una consultazione di tutti i giovani attraverso un sito Internet, con un questionario sulle loro aspettative e la loro vita. Le risposte ai questionari costituiranno la base per la redazione dell’Instrumentum laboris, che sarà il punto di riferimento per la discussione dei Padri sinodali.

5. In considerazione delle diverse e numerose tematiche enunciate nel testo vaticano – tematiche che in questa Nota pastorale non è possibile riprendere nella loro integralità – invito soprattutto gli operatori pastorali a leggere e a consultare il documento, facilmente reperibile nel sito web del Vaticano (http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20170113_documento-preparatorio-xv_it.html). Oppure invito a procurarselo presso gli Incaricati dell’Ufficio di pastorale, della pastorale giovanile e della pastorale vocazionale. In questa Nota mi sembra utile comunque richiamare alcuni temi presenti nella seconda e nella terza parte del documento vaticano.

6. Nella seconda parte viene tracciato un significativo percorso spirituale che, facendo leva sui verbi affiancare e accompagnare, indica quattro tematiche assai rilevanti e importanti per l’azione pastorale della nostra Chiesa. In primo luogo troviamo il tema del rapporto tra fede e vocazione, declinato secondo l’insegnamento di Lumen Fidei 18. La fede è “partecipazione al modo di vedere Gesù” e non è prodotta dall’uomo, ma è un dono che va reso fecondo “attraverso scelte di vita concrete e coerenti”. In secondo luogo, troviamo il tema del discernimento vocazionale che, in continuità con la tradizione ignaziana del discernimento degli spiriti, si articola in tre verbi: riconoscere, interpretare, scegliere. In terzo luogo, vengono tematizzati i percorsi relativi alla vocazione e alla missione. Il discernimento, sottolinea il documento, è, infatti, un processo che si protrae nel tempo e matura in precisi percorsi vocazionali che richiedono quella necessaria vigilanza affinché la scelta non sia motivata dalla ricerca narcisistica di se stessi piuttosto che dal dono di sé a Dio e agli altri, soprattutto ai poveri e agli ultimi, nella via della croce. In quarto luogo si affronta i temi dell’accompagnamento, soprattutto spirituale e degli accompagnatori, chiamati ad essere uomini di Dio, in sintonia con il suo Spirito, fratelli che favoriscono l’incontro con il Signore, con sguardo amorevole, con parola autorevole, con la capacità di farsi prossimo, con la scelta di camminare accanto, con la testimonianza di autenticità.

7. La terza parte del documento dedicata all’azione pastorale si apre con un’affermazione straordinariamente provocatoria: “Camminando con i giovani si edifica l’intera comunità cristiana”. In questo parte troviamo sintetizzato l’obiettivo di ogni autentica azione pastorale nei confronti dei giovani che ha nel “camminare con loro” il suo tratto distintivo e caratterizzante. In primo luogo, assai pertinente sul piano pastorale risulta il richiamo ai soggetti che, in primis, sono i giovani stessi, inseriti a pieno titolo dentro comunità cristiane responsabili, costituite da adulti credibili e degni di fede: genitori, pastori, catechisti, insegnanti e altre figure educative, ricche di maturità umana, di passione educativa, di competenza e di pazienza perché, con loro, i giovani possano realizzare la propria vocazione umana e cristiana. In secondo luogo, vengono richiamati i luoghi, quelli propriamente ecclesiali e quelli no, soprattutto se abitati dai poveri. Luoghi necessari per maturare l’esperienza del discernimento vocazionale. In questo contesto viene sottolineato il ruolo dei seminari e delle case di formazione dove i seminaristi dovrebbero fare l’esperienza che “li renderà a loro volta in grado di accompagnare altri”. Interessante anche il fugace riferimento al mondo digitale. In terzo luogo, troviamo il richiamo agli strumenti, dove si afferma che nella cura educativa e nell’evangelizzazione, più che a percorsi standardizzati, occorre dar vita a processi di formazione ed evangelizzazione che siano attenti alle persone, alle loro peculiarità e caratteristiche. La parte si conclude con un richiamo al silenzio, alla contemplazione e alla preghiera, come percorsi indispensabili nella cura educativa, nel discernimento e nella chiamata vocazionale.

GIOVANI: ALCUNE URGENZE PASTORALI

8. A partire dalle preziose indicazioni che il documento vaticano ci offre, vorrei ora soffermarmi su alcuni ambiti sui quali richiamo l’attenzione corale della nostra Chiesa diocesana perché sono convinto che se, adeguatamente approfonditi e accolti, consentirebbero un salto di qualità nel rapporto con il mondo giovanile del nostro territorio e ci consentirebbero una significativa preparazione al Sinodo dei Vescovi.

8.1 Il primo ambito, riguarda l’identità stessa della pastorale giovanile della nostra Chiesa che dovrebbe essere sempre e tutta caratterizzata dal primato da dare all’evangelizzazione. Una pastorale giovanile che voglia essere autenticamente vocazionale deve soprattutto orientare i giovani verso l’incontro con Gesù Cristo e verso un’adesione sempre più convinta al senso di vita che Egli rivela. La vocazione è, infatti, sequela di Gesù Cristo. La pastorale deve portare alla relazione personale con Lui, affinché i giovani conformino a Lui lo sviluppo personale e trovino in Lui il centro unificatore della loro vita. In questa prospettiva, la pastorale giovanile diocesana deve prospettare e offrire un cammino di educazione alla fede, unitario e progressivo. Questo comporta la partecipazione attiva dei giovani e considera elemento importante del cammino il loro apporto. Gesù parlò col giovane, lo interrogò, l’ascoltò e riprese le sue risposte; lo stesso fece con Nicodemo, con gli apostoli, con la samaritana. Sul fronte della pastorale giovanile, sento il dovere di ricordare, inoltre, che il Vangelo è cosa seria: siamo ad annunciare Cristo non noi stessi né le nostre idee o le nostre convinzioni. La pastorale giovanile deve essere certamente gioiosa e festosa, ma non frivola né cedevole rispetto alla dottrina ed alla morale evangelica e cristiana. Essa, oltre al compito di preparare i giovani all’incontro con Cristo, è chiamata a dotarli degli strumenti culturali utili per affrontare il complicato mondo di oggi, per coltivare il dialogo con chi non crede, con la matura consapevolezza che ormai la nostra vita di cristiani si dispiega dentro un arco temporale dominato da contesto sociale post-cristiano dove ormai la fede appare cosa antiquata, un peso opprimente, un ostacolo alla felicità. Si colloca qui anche l’esigenza – oggi assai trascurata anche nella nostra Chiesa – di coltivare l’accompagnamento e la direzione spirituale, avviando percorsi formativi per abilitare sacerdoti, religiosi/e e anche laici a questo servizio che spesso è lasciato all’improvvisazione con risultati scadenti se non addirittura problematici. Si tratta in definitiva di invitare i giovani perché assumano mete esigenti, sanando ciò che non è conforme a Dio e favorendo tutto quello che contribuisce a fargli spazio nella vita, rileggendo periodicamente la strada fatta. La nostra Chiesa ha pertanto bisogno di accompagnatori spirituali, capaci di ascolto profondo dei giovani e ricchi di saggezza evangelica nel guidarli, con rispetto e dedizione, all’incontro con il Signore Gesù. Qui si colloca soprattutto il ministero dei presbiteri, in modo particolare di quelli riuniti nel Gruppo dei preti giovani.

8.2 Il secondo ambito riguarda la sfida educativa, sfida che la Chiesa lungo i secoli non ha mai smesso di affrontare. Da qualche tempo questa è una sfida che ha preso i contorni della vera e propria emergenza. Perché? La risposta la troviamo nel Documento preparatorio del Sinodo (cf. i seguenti numeri: I, 2; III,2) che ci ricorda molto bene come il rifiuto dei giovani e degli uomini moderni per le scelte definitive altro non è che il frutto di grosse carenze educative, di educatori che hanno completamente rinunciato al loro ruolo normativo, di generazioni precedenti che, frutto di una ideologica rivoluzione sessantottina hanno completamente rinunciato al rischio educativo, alla responsabilità di indicare a sé stessi e agli altri vie coraggiose per affrontare la vita. Limitarsi a parlare della crisi dei giovani senza inquadrarla nel contesto della crisi del mondo degli adulti diventa quindi fuorviante. Noi adulti – genitori, nonni, dirigenti e sacerdoti… – siamo parte del problema. Dobbiamo pertanto interrogarci seriamente sulla qualità delle nostre relazioni con le generazioni dei più giovani dentro e fuori la Chiesa. La Chiesa, anche la nostra, è chiamata quindi a fare uno sforzo eccezionale, che si rivela tale se si è in grado di mettersi in gioco e di mettere in campo le risorse spirituali ed educative migliori, soprattutto sui seguenti ambiti: il recupero di un significato alto della relazionalità affettiva e sessuale dei giovani in vista del matrimonio e della costituzione della famiglia, oggi inquinata da una visione che ha separato sessualità e genitorialità e che è giunta, tramite una martellante propaganda a proporre, con la teoria del gender, il superamento del dato naturale del maschile e del femminile; il recupero alto del senso del lavoro, dell’uso del tempo libero, del bene comune, della responsabilità sociale e di quella politica dei giovani in un paese come l’Italia dove diventa sempre più difficile anche solo orientarsi tanta è la confusione culturale, il disorientamento generale, l’egoismo distruttivo dei potentati, la corruzione…. In questo caso, la Dottrina sociale della Chiesa, proposta e usata, risulta utilissima. Utilissima anche la valorizzazione in chiave educativa delle attività caritative e di prossimità realizzate dalla Caritas diocesana e da altre associazioni operanti in Diocesi. Su queste questioni sono chiamate ad interrogarsi con sincerità le nostre parrocchie, i gruppi, le associazioni, i movimenti in generale e quelli giovanili in particolare, gli oratori con le loro attività, ma anche le famiglie, la scuola e l’università, ma anche il mondo economico e politico e tutti coloro che avvertono con senso di responsabilità i tratti drammatici che contrassegnano i nostri tempi. In questo sforzo educativo, un impegno speciale va richiesto agli insegnanti, in particolare a quelli di religione. Se non affronteremo con coraggio la sfida educativa, risulta fuorviante chiedersi quale mondo lasceremo ai nostri figli, perché la vera domanda è la seguente: quali figli lasceremo al mondo futuro?

8.3 Il terzo ambito riguarda l’esigenza di incrementare e stabilizzare un efficace coordinamento tra pastorale familiare, quella giovanile e quella vocazionale. Questa esigenza era già stata proposta dai Vescovi italiani nel programma decennale 2001-2010 riguardante proprio il compito educativo della Chiesa. Queste le parole dei Vescovi: “Le nostre comunità sono chiamate a una grande attenzione e a un grande amore per i giovani. In questa direzione avvertiamo la necessità di un maggior coordinamento tra la pastorale giovanile, quella familiare e quella vocazionale: il tema della vocazione è infatti del tutto centrale per la vita di un giovane. Dobbiamo far sì che ciascuno giunga a discernere la forma di vita in cui è chiamato a spendere tutta la propria libertà e creatività: allora sarà possibile valorizzare energie e tesori preziosi. Per ciascuno, infatti, la fede si traduce in vocazione e sequela del Signore Gesù” (CEI, 2001 – 2010). Soprattutto, accompagnare le famiglie nel percorso di fede significa far maturare in loro la disponibilità a lasciarsi entusiasmare dalla sfida educativa cristiana, ad accettare la sfida della testimonianza eroica della fede verso i propri figli e nelle proprie realtà ecclesiali, professionali e sociali. A questo possono contribuire sia il sostegno di altre famiglie, che percorsi rivolti alle famiglie di supporto spirituale e culturale. Molte volte, infatti, queste ultime si trovano impreparate rispetto alle sfide educative da affrontare. Sarebbe utile attivare le numerose risorse provenienti, anche da professionalità diverse, come psicologi e pedagogisti. Occorre inoltre impegnarsi nella formazione dei catechisti, degli educatori e degli animatori. Lo dico con amarezza, ma purtroppo non è raro trovare catechisti, educatori e animatori cristiani, o sedicenti tali, che non conoscono bene o non sposano in toto l’insegnamento della Chiesa e del Vangelo. Va anche favorito un maggiore raccordo tra i livelli diocesano-decanale-parrocchiale. Pensata dentro un’efficace alleanza educativa frutto di un convinto coordinamento con la pastorale familiare e quella vocazionale, la pastorale giovanile della nostra Diocesi potrà prendersi cura, insieme a tutta la comunità ecclesiale, dello sviluppo completo del giovane secondo le direzioni della fede in Cristo, conforme al progetto che Dio ha per ciascuno. Cosi intesa, la pastorale dei giovani ha un carattere eminentemente “educativo”, cioè promuove una crescita integrale della persona e il suo inserimento attivo in un contesto sociale e culturale determinato. Per la stessa ragione include la dimensione vocazionale non come aggiunta, ma come interna e sostanziale.

9. In questo anno pastorale 2017-2018 e in vista della celebrazione del Sinodo dei Vescovi, la nostra Chiesa è chiamata a rivolgere la sua attenzione al mondo giovanile, in maniera corale e convinta. In modo particolare, guidati e coordinati dal Vicario per la pastorale, sono chiamati a offrire strumenti, proposte, suggerimenti la pastorale giovanile e quella vocazionale, ma anche quella catechistica ed universitaria. Un richiamo doveroso è ai parroci che sono chiamati ad essere pronti e disponibili alle proposte che verranno fatte. Un altro richiamo è verso i movimenti, le associazioni e i gruppi presenti in Diocesi, ai quali chiedo di prestare il massimo della collaborazione, invitandoli a far tesoro del Documento vaticano, del Questionario e di questa mia Nota, che evidenzia alcuni ambiti pastorali ben presenti nella nostra Diocesi e nel suo territorio. Dopo la presentazione di questa Nota pastorale che avverrà il 15 di ottobre nel contesto dell’Assemblea diocesana per l’apertura dell’Anno pastorale, da parte del Vicariato per la pastorale, gli Uffici per la pastorale giovanile e quella vocazionale si faranno carico di elaborare una serie di strumenti pastorali e di itinerari, che serviranno a vivere al meglio la nostra preparazione al Sinodo sui giovani. A suggellare questo nostro impegno per l’anno pastorale 2017/2018 è stata annunciata la visita del Santo Padre Francesco alle Chiese del Nordest nell’anno 2018, con in programma un incontro dei giovani a Venezia. Anche questo sarà un’opportunità di grazia da preparare e mettere a frutto.

CONCLUSIONE

10. Tutto lo sforzo che, con amore e generosità pastorali, riusciremo a mettere in campo dovrà servire soprattutto a questo: far incontrare i giovani con Gesù Cristo, perché l’unico senso della vita è l’incontro con Lui, perché fuori da questo incontro decisivo c’è isolamento, disperazione, buio. Dobbiamo fare nostre fino in fondo le parole con le quali San Giovanni Paolo II si rivolgeva ai giovani nella veglia di preghiera a Tor Vergata in occasione della XV GMG, perché, in sintesi, contengono tutto quello che la nostra Chiesa diocesana deve fare per giovani e con i giovani “Cari giovani… in realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”. Alla Vergine Maria che, giovanissima, seppe rispondere con il suo alla chiamata del Signore, a Lei Madre tenerissima di Dio e della Chiesa affidiamo questo impegnativo anno pastorale della nostra Chiesa.

 

+ Giampaolo Crepaldi

Arcivescovo

 

Trieste, 4 ottobre 2017, festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia

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[1]Cfr. Atti del V Sinodo diocesano, ai nn. 35, 54, 74, 92, 94, 96, 103, 105, 137, 139, 143, 162, 188, 190, 196, 197, 198, 200, 202, 203, 207, 208, 209, 210, 211, 222, 240, 247, 249.