Al Mondo della Scuola – Messaggio per l’apertura dell’anno scolastico 2017-2018

AL MONDO DELLA SCUOLA
Messaggio per l’apertura dell’anno scolastico 2017-2018

1. In occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2017-2018 il pensiero si rivolge al mondo della scuola, rappresentato dagli studenti, dagli insegnanti, dal personale tecnico-amministrativo e da coloro che hanno la responsabilità della sua organizzazione e gestione. Compito di grande rilievo quello del mondo della scuola, di rilevanti potenzialità, ove tutti gli attori sono chiamati ad operare nei delicati compiti loro affidati, e da intendersi – ovviamente – non come luogo di semplice parcheggio, più o meno comodo.

2. Un mondo cui non possono essere estranei gli stessi genitori, poiché alla famiglia compete il compito primario dell’educazione dei figli, cui la scuola partecipa in via sussidiaria, seppur con particolare rilievo. I genitori, pertanto, non deleghino alla scuola l’istruzione e l’educazione dei loro figli disinteressandosi di quanto loro offerto e mirando solo al risultato finale (la promozione), ma partecipino attivamente a tale processo. Un’attenzione che permetta loro di vigilare sul contenuto di certe discipline o progetti, specie opzionali, se contrastano con i princìpi fondanti dell’essere e della natura dell’uomo (quale, ad esempio, la teoria del gender). Una responsabilità che non faccia gravare sul corpo docente, in modo acritico, le eventuali difficoltà o i risultati negativi nell’apprendimento. Intese e sinergie fra insegnanti e genitori sono pertanto indispensabili ed irrinunciabili.

3. Il mondo della scuola è, innanzi tutto, il luogo dell’incontro di tutte le sue componenti, in un costante interagire. Lo stesso incontro è educazione formativa, nel rispetto reciproco dell’altro, ove venga accolto anche il più debole (per ragioni sociali, fisiche o caratteriali) ed il diverso (per etnia, religione, orientamento sessuale). A tale proposito ad insegnanti e genitori è richiesta una particolare attenzione nel rilevare e contrastare gli episodi di bullismo, cercando di fare opera di prevenzione e, ove necessario, di recupero educativo. Inoltre, ai giovani va ricordato che ogni persona è unica, oggetto dell’amore di Dio e che il mondo in cui operano è quello reale, non quello virtuale dei social, che può condurre a comportamenti disgreganti e perfino ad attività estreme o (auto)distruttive, sotto minaccia di esclusione da tale contesto. Ognuno esiste ed è importante, non perché partecipe, riconoscibile ed apprezzato nel mondo virtuale, ma perché in quanto tale come persona è sempre presente nello sguardo misericordioso del Signore.

4. I giovani e gli stessi docenti non possono considerare l’insegnamento nell’ottica di una produttività futura in un mondo, quale quello della globalizzazione, rivolto solo al profitto, bensì in quella fondata sull’acquisizione di un patrimonio culturale, teso alla conoscenza del vero, del bene e del bello. Così come l’unità del sapere non frammentata nelle varie autonome discipline va apprezzata nell’ambito della costruzione dello sviluppo armonico e della formazione integrale della persona. Una conoscenza che, stimolando la curiosità, accenda il desiderio di progredire ulteriormente, in un continuo processo di crescita spirituale, culturale e sociale.

5. Per quanto nella consapevolezza delle difficoltà attuali in cui versano le famiglie, spesso variegate e scomposte nei loro componenti o pressate da indigenze non solo economiche, e gli insegnanti, a volte sfiduciati per la loro instabilità giuridica, l’eccesso di burocrazia, la scarsità dei mezzi o la criticità delle strutture, va ricordato il grande rilievo ed il fascino del compito educativo e didattico, che nella conoscenza del passato è rivolto al futuro operando nel presente, contribuendo alla crescita armonica delle nuove generazioni, insegnando loro ad amare la vita ed i valori ad essa correlati, quasi con stupore, meraviglia di fronte al Creato e sprone per continuare nella missione di genitori e di insegnanti. Il pensiero si estende, con animo grato, anche alle strutture scolastiche paritarie, che svolgono un ruolo insostituibile nella società democratica e nella comunità cattolica, nonché ai vari insegnanti di religione che, laici, religiosi o presbiteri, annunciano, educando, la Buona Novella del Salvatore.

+ Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo

Commissione diocesana per l’Educazione cattolica,
la Scuola e l’Università