DIOCESI DI TRIESTE
SANTO NATALE: MESSA DELLA NOTTE
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 25 dicembre 2016
1. Carissimi fratelli e sorelle, «Un angelo del Signore si presentò a loro [ai pastori] e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). Con queste parole l’evangelista san Luca ci racconta la nascita di Gesù per come è stata vissuta dai pastori che, tutti presi ad ascoltare la voce dell’angelo, vengono misteriosamente e miracolosamente avvolti dalla luce. La luce, infatti, è la parola chiave di questa liturgia natalizia della notte. L’abbiamo iniziata con questa preghiera: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo». Nella prima lettura biblica, sono state richiamate le profezie di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse». Nella seconda lettura, anche S. Paolo, pur utilizzando altre parole, parla sostanzialmente di luce: «è apparsa la grazia di Dio». L’apparizione della grazia è l’irruzione della luce divina nel mondo. Anche nella proclamazione del santo Vangelo, si narra che quando l’angelo annuncia ai pastori la nascita di Gesù, dice che ad essi apparve la gloria di Dio che «li avvolse di luce».
2. Carissimi fratelli e sorelle, da sempre la coppia di termini luce-tenebra denota due condizioni spirituali che ognuno di noi sperimenta: la luce significa conoscenza che elimina le tenebre del peccato, dell’ignoranza e dell’errore. Perché, allora, proprio la nascita di Gesù a Betlemme fa irrompere nel nostro mondo e nella nostra coscienza la luce che scaccia le tenebre del peccato, dell’errore e dell’ignoranza? Ognuno di noi coltiva dentro di sé il desiderio profondo di avere risposte relative al senso della sua vita. Desidera guardare oltre le cose penultime e mettersi in ricerca di quelle ultime. Con la nascita di Gesù abbiamo la risposta a questo desiderio: Dio è quel bambino posto in una mangiatoia, che ci ama così tanto da farsi uomo e da nascere nel modo più umile, perché l’uomo non abbia paura di accostarsi a Lui; non abbia paura di condividere con Lui la sua vicenda umana. La luce che rifulge a Natale è la luce dell’Amore di Dio per ognuno di noi, che dona senso alla vita e che è fonte di consolazione e di gioia.
3. Carissimi fratelli e sorelle, “Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre”, ci dice san Giovanni (1Gv 1, 5). La luce è fonte di vita. Così la luce ci fa vivere, ci indica la strada. Ma poi, la luce, in quanto dona calore, significa anche amore. Dove c’è amore, emerge una luce nel mondo; dove c’è odio, il mondo è nel buio. Nella stalla di Betlemme è apparsa la grande luce che il mondo attendeva. Nel Bambino Gesù, Dio mostra la sua gloria, la gloria dell’amore. Contro il male di questo mondo, Dio, in quel Bambino, risponde con la sua bontà. Luce e amore sono i pilastri per comprendere fino in fondo la nascita di Gesù. Essi soli sono capaci di dare speranza a chi non l’ha più; capaci di dare coraggio alle nostre famiglie chiamate a vivere unite nella fecondità e nella fedeltà; capaci di animare la nostra città nel segno della solidarietà e dell’amicizia; capaci di sostenere chi ha perso il lavoro, chi è solo, chi è migrante indesiderato, chi è anziano abbandonato, chi trova tutte le porte chiuse; capaci di illuminare la mente di chi porta le responsabilità di operare nella direzione del bene comune; capaci di sostenerci nel combattere ingiustizie, soprusi e violenze che sporcano il nostro vivere civile e il nostro mondo in una maniera indicibile; capaci di indicare le strade sicure della protezione della vita, della famiglia e della libertà; capaci di liberarci dal peso opprimente del peccato e di rinnovare il nostro cuore e la nostra vita nel segno del bene. A tutti un buon e santo Natale!