Ordinazione presbiterale di don Domenico de Filippi e di don Marijo Varga

DIOCESI DI TRIESTE

ORDINAZIONE PRESBITERALE
Don Domenico de Filippi e Don Marijo Varga

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 7 dicembre 2016

 

Fratelli nel sacerdozio, carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

1.            La Chiesa che è in Trieste partecipa oggi, con l’ordinazione presbiterale di don Domenico de Filippi e di don Marijo Varga, ad un evento di grazia che l’Amore Trinitario le ha preparato da tanto tempo. Per questo, tutti insieme vogliamo esprimere la nostra gratitudine a questo Amore incommensurabile per il dono di due nuovi sacerdoti. Una gratitudine che la Chiesa esprime anche ai genitori, ai parenti e agli amici dei candidati, ai loro parroci e alle rispettive comunità parrocchiali di origine e a quelle attuali e a tutti i sacerdoti che li hanno accompagnati in questi anni di preparazione. Il momento dell’ordinazione non è mai una tappa che si raggiunge in solitudine; la si raggiunge perché lungo il percorso c’è stato chi generosamente ha offerto un contributo preziosissimo di preghiera, di disponibilità, di sacrificio. Nella sua infinita bontà, l’Amore Trinitario gratifica la nostra Chiesa con due nuovi sacerdoti; e la Chiesa è nella gioia per questo dono speciale, perché sa che una comunità cristiana non può vivere senza sacerdoti. Cari don Domenico e don Marijo, anche per voi è questo il momento della gratitudine: con l’ordinazione il Signore vi associa alla sua opera di salvezza; attraverso l’antico rito dell’imposizione delle mani e della preghiera consacratoria del Vescovo sarete configurati a Cristo sacerdote e pastore della Chiesa.

2.            Carissimi don Domenico e don Marijo, abbiamo ascoltato un brano del Vangelo di Luca che racconta l’annunciazione dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria.Il dialogo tra Maria e l’arcangelo si conclude con delle stupende parole, uscite dalla bocca e soprattutto dal cuore di quella umile fanciulla: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Con queste parole la salvezza entrò nel mondo. L’obbedienza di Maria alle parole dell’Angelo sciolse il nodo provocato dalla disobbedienza di Eva, la quale diede ascolto all’angelo delle tenebre. Maria riscattò Eva e il Redentore del mondo salvò l’umanità peccatrice. Da una donna, Eva, venne la rovina; da un’altra donna, Maria, venne la salvezza. La prima fu ingannata dal serpente tentatore, disobbedì e fu causa di rovina; la seconda ascoltò le parole dell’Angelo, obbedì a Dio, e diede al mondo il Salvatore. Con il “sì” della Vergine Maria ebbero compimento le profezie dell’Antico Testamento. Con il “sì” della Vergine Maria risuonò nel mondo il lieto annuncio della salvezza, e il Vangelo, «avvolto nel silenzio per secoli eterni fu annunciato a tutte le genti» (Rm 16,25-26). Sull’esempio della Vergine Maria, anche voi dovete dire il vostro definitivo “sì” a Dio, dovete dirlo con gioia e con perseveranza, ogni giorno della vostra vita. La Madonna aderì alla volontà di Dio in ogni momento, anche sul Golgota, quando vide il suo Figlio morire per noi. Anche voi dovete ripetere il vostro “sì”, anche quando ciò comporterà sacrificio. Così il Signore, per mezzo della vostra umile collaborazione, realizzerà le sue meraviglie, a beneficio di tutta la Chiesa e del mondo intero.

3.            Carissimi don Domenico e don Marijo, da sacerdoti vi esorto a custodire e a coltivare il senso del mistero, perché mistero è il vostro sacerdozio nel senso più pieno e più vero, come mistero è Cristo, la Trinità, l’Eucaristia, la Pasqua del Signore. Mistero di luce, di verità, di grazia, di amore che vede la vostra fragile e povera creatura umana diventare epifania di Dio, segno efficace della presenza amorevole e salvifica di Cristo: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,23). Prendete e mangiate, prendete e bevete questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, fate questo in memoria di me. Mistero che annuncia e rende presente, con la potenza e con la forza dello Spirito, le meraviglie di Dio Salvatore. Mistero che illumina, con la Parola e la testimonianza della vita, il tormentato e difficile cammino dell’uomo sulla terra. Vi esorto, inoltre, a custodire e a coltivare la consapevolezza che siete sacerdoti per sempre, per infiammare i cuori dei credenti dell’amore a Cristo e alla Chiesa. Sacerdoti per sempre per perpetuare nei secoli il divino sacrificio dell’altare, la Pasqua di risurrezione e di vita, la Santa Eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa. Sacerdoti per sempre per donare il perdono di Cristo, per favorire il ritorno del figliol prodigo nelle braccia del Padre. Questa è la stupenda e impegnativa missione che vi aspetta. Vi esorto a restare fedeli al vostro impegno celibatario che dà una marcia in più al vostro cuore, rendendolo capace di amare con il cuore di Cristo, che vuole i suoi ministri puri e felici. Vi esorto ad amare la Chiesa che vi è madre nella fede, ad amare la Chiesa che vi impegnate a servire con gioia, ad amare la Chiesa che ha fiducia in voi e vi affida i suoi tesori più grandi: la Parola, l’Eucaristia, i poveri. Tu, don Domenico, che hai alle spalle una lunga frequenza con i Servi di Maria, avverti come un compito pressante quello di portare in mezzo al popolo la necessità e l’urgenza di privilegiare in ogni momento il primato di Dio che trova espressione nell’inclinazione al silenzio e all’eremitaggio spirituale. Tu, don Marijo, che hai alle spalle la frequentazione della vita francescana e che hai avuto la grazia di incontrare la Fraternità degli Adoratori perpetui della Santissima Trinità fondata a Trieste da P. Rozo, cura in modo particolare, con l’esempio e la parola, la devozione all’Amore trinitario. Tutti e due, inoltre, sentitevi legati alla Vergine Maria e impegnati a diffonderne la devozione. Comunque, non vi lasci mai tranquilli l’imperativo di Cristo: “andate, predicate, battezzate” (Mt 28,19), perché il presbitero è un uomo votato alla contemplazione e all’azione, che si lascia condurre dallo Spirito e si consuma ogni istante per la gloria di Dio e per il bene delle anime.

4.            Carissimi don Domenico e don Marijo, concludo questa mia omelia consegnandovi idealmente alcune parole che il beato Paolo VI pronunciò 17 maggio del 1970. Era la sera di Pentecoste e il Papa celebrava il suo cinquantesimo anniversario e conferiva la sacra ordinazione sacerdotale a duecentosettantotto diaconi di ogni continente: “Vieni, o Spirito Santo, e dà a questi ministri del Popolo di Dio un cuore grande, aperto alla Tua silenziosa e potente Parola ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina ambizione, alieno da ogni miserabile competizione umana e tutto pervaso dal senso della Santa Chiesa; un cuore grande e avido d’eguagliarsi a quello del Signore Gesù e teso a contenere dentro di sé le proporzioni della Chiesa, le dimensioni del mondo; grande e forte da amare tutti, a tutti servire, per tutti soffrire; grande e forte a sostenere ogni tentazione, ogni prova, ogni noia, ogni stanchezza, ogni delusione, ogni offesa; un cuore grande e forte, costante, quando occorre fino al sacrificio, solo beato di palpitare con il cuore di Cristo e di compiere umilmente, fedelmente, virilmente la divina volontà”. Vi affido, carissimi, alla Vergine Madre Maria perché vi aiuti, vi protegga, vi guidi, vi sorregga e vi mostri Gesù al cui servizio avete con volontà ferma votato la vostra vita per la salvezza delle anime.