Santa Messa in occasione della festa della donna

DIOCESI DI TRIESTE
GIORNATA DELLA DONNA
+ Giampaolo Crepaldi
Sant’Antonio Taumaturgo, 12 marzo 2016

Carissimi fratelli e sorelle,

1. Sono particolarmente lieto di essere qui nella Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo a presiedere la Santa Eucaristia in occasione della ricorrenza della festa della donna che, ogni anno con encomiabile impegno, viene organizzata dal Centro Italiano Femminile di Trieste. Ringrazio di cuore la Presidente e tutte le associate per quello che fanno per promuovere gli autentici valori femminili in un tempo caratterizzato da una falsa emancipazione femminista che li sta di fatto distruggendo. In modo particolare, desidero attirare la vostra attenzione sul valore della maternità, oggi particolarmente messo a rischio da chi fa della donna, della sua capacità generativa, del mistero di amore che coltiva nel suo grembo, un qualcosa da ascrivere all’ambito delle relazioni mercantili. E’ quello che avviene quando si comprano i figli, disposti a pagare un utero femminile preso in affitto, invece di onorarlo e rispettarlo come il tabernacolo della vita. Tutto questo è contro il disegno creatore di Dio, è contro la civiltà umana ed è contro la donna e la sua dignità. Quelli che spacciano come progresso il fatto di vendere e acquistare dei bambini affittando degli uteri, spacciano solo dei veleni che ammorbano l’anima e degradano la vita delle società. Le donne devono ribellarsi a queste pratiche e a queste ideologie che le riducono a un ingranaggio di un mercato vergognoso. Il Vangelo di oggi ci descrive l’atteggiamento di Gesù nei confronti di una donna sorpresa in flagrante adulterio. In questo caso, la Legge mosaica imponeva la lapidazione. I farisei chiedono il parere a Gesù: se avesse detto di no alla lapidazione, Egli sarebbe andato contro la legge mosaica; se avesse detto di sì, avrebbe trasgredito la legge romana che proibiva la lapidazione, e inoltre sarebbe andato contro il suo stesso messaggio di misericordia.

2. Carissimi fratelli e sorelle, come risponde Gesù ai farisei? Non risponde e, in maniera inaspettata e inusuale, Egli si mette a scrivere con il dito per terra. Perché? Prima di tutto, intende esprimere il suo disinteresse per le trame dei farisei e, in secondo luogo, intende richiamare i suoi interlocutori a quanto scriveva il profeta Geremia: «Quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore» (17,13). Con questo gesto simbolico Gesù fa capire ai suoi interlocutori che anch’essi erano pieni di peccati, che avevano anch’essi abbandonato il Signore, la fonte di acqua viva. A questo punto, Gesù dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). Ricordando questo brano evangelico, san Francesco d’Assisi scrisse nella sua Regola: «Ciascuno giudichi e disprezzi se stesso». Non possiamo condannare il nostro prossimo quando siamo noi ad essere carichi di peccati. Sempre pronti a puntare il dito contro il nostro fratello, noi siamo molto bravi a scusare i nostri difetti. Sull’esempio dei Santi dobbiamo fare invece il contrario. Dopo questa frase di Gesù, se ne andarono tutti via, «uno per uno, cominciando dai più anziani» (Gv 8,9). Rimangono allora soli, la donna e Gesù. Gesù non la condanna e neppure l’approva, ma l’incoraggia sulla via della conversione, dicendole: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11).

3. Carissimi fratelli e sorelle, alla donna perduta per la legge e per gli uomini, il Signore apre il cammino della speranza. Nel deserto dell’umana disperazione, Dio è sempre capace di far germogliare la speranza: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova…». Le realtà vecchie e mortificanti che esistono in noi sono frutto del peccato. L’opera di Dio è rendere nuovo il vecchio, sciogliere i legami della schiavitù, ridare vita a ciò che sembra morto. Dimenticarsi dei peccati passati significa pentirsi profondamente e avere un sincero proposito di non commetterli mai più. Come Dio li dimentica, così anche noi dobbiamo cancellarli definitivamente e iniziare una vita nuova. Il Vangelo di oggi ci insegna inoltre a non considerare il peccato del prossimo, a non condannare il fratello. Questo è il giusto atteggiamento da prendere nei confronti dei peccatori. Gesù odia profondamente il peccato, ma ama immensamente il peccatore. Così dobbiamo fare anche noi: rispettare e amare il peccatore, ma combattere senza mezze misure il peccato, soprattutto il nostro. Affidiamo alla Madre celeste i nostri buoni propositi, pregandola di stendere il suo manto protettivo sulle nostre persone e sulle nostre vite.