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Mercoledì delle Ceneri

DIOCESI DI TRIESTE

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 10 febbraio 2016

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.        Il tempo santo della Quaresima prende avvio con un gesto ricco di significati e di richiami spirituali: l’imposizione delle ceneri sul nostro capo. Esso è, infatti, l’espressione esterna di un atteggiamento interiore che richiama l’umiltà e la sincera consapevolezza della nostra condizione umana, segnata dal limite e dal bisogno di aiuto e di salvezza. Nella Sacra Scrittura, Dio si rivolge al suo popolo con questo lamento: «Ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua» (Ger 2,13). Nel tempo della Quaresima, la Chiesa ci invita a fare un serio esame di coscienza per verificare tutte le volte che non abbiamo ascoltato la voce di Dio Padre, che abbiamo preferito fare di testa nostra, che abbiamo ritenuto che le strade del peccato e del male ci rendano felici e realizzino la nostra vita.

2.        Carissimi fratelli e sorelle, se incappiamo nella sventura del peccato, soprattutto del peccato che produce condizioni mortali per la nostra anima e il nostro spirito, è possibile uscirne? Per rispondere a questa domanda, è bene dire una parola di verità. Da soli, con le nostre povere forze, la risposta è no, non ce la facciamo. Ma, se ci affidiamo a Dio Padre che, nella morte e risurrezione del Figlio suo Gesù Cristo ci ha manifestato il suo volto pieno di misericordia e attraverso l’azione incessante dello Spirito Santo continua a operare il miracolo del rinnovamento delle anime, allora la risposta è positiva. Dio Padre ci offre la strada del perdono, della misericordia e della grazia; una strada di vita e di luce, già percorsa da una folla innumerevole di sante e di santi; una strada con le indicazioni sicure fornite dalla Parola di Dio e dai dieci comandamenti; una strada con le sue aree di servizio quali sono i sacramenti, soprattutto quelli della confessione e dell’eucaristia. «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15): sono queste le parole di Gesù che la Chiesa ci rivolge all’inizio della Quaresima. Se le ascoltiamo e le accogliamo con animo sincero ed aperto, possiamo trovare in esse la voce di Dio stesso che ci invita a dare una svolta alla nostra vita.

3.        Carissimi fratelli e sorelle, la Quaresima di quest’anno si inscrive nelle celebrazioni del Giubileo della misericordia promosso da Papa Francesco, con l’innovativa esperienza di una Porta Santa aperta anche nella nostra Cattedrale. Varcare la Porta Santa non deve essere solo un gesto di devozione formale. Vuole essere e deve essere qualcosa di più: la Porta Santa va intesa come la mèta a cui si arriva dopo aver percorso quella strada che richiamavo prima, la meta quindi di un serio cammino spirituale di affidamento al Padre della misericordia e di conversione del cuore per essere misericordiosi come il Padre (cf. Lc 6,36). È, in definitiva, la meta agognata di un pellegrinaggio. Ha scritto Papa Francesco: “Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraverso la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla Misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi”.

4.        Carissimi fratelli e sorelle, per rendere più agile e sicuro il nostro pellegrinaggio giubilare in questo tempo di Quaresima, consentitemi di offrirvi qualche utile indicazione. Per prima cosa è bene cominciare coltivando un atteggiamento penitenziale. Il vero pellegrinaggio, infatti, incomincia sempre nel cuore di ognuno di noi: è il cammino per la conversione del cuore alla misericordia. In secondo luogo, è bene prepararsi all’incontro con il Signore nel sacramento della riconciliazione. Il pellegrinaggio penitenziale, infatti, deve portare al Sacramento del perdono. In terzo luogo, come sempre nel cristianesimo quando l’esperienza spirituale è autentica, il dono della conversione ci deve portare a farci testimoni dell’amore e della carità di Dio verso il suo prossimo. Varcare la Porta del Cuore misericordioso di Dio significa, utilizzando le parole di Papa Francesco, “fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali… attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale”. È la tappa della testimonianza dell’amore misericordioso, che apre il cuore alle dimensioni ricche e feconde della vita cristiana. Affidiamo questi propositi di conversione e di rinnovamento spirituale alla Madonna che saprà, con la sua materna provvidenza, renderli fecondi di bene.