DIOCESI DI TRIESTE
ORDINAZIONE DIACONALE
DI SAMUELE CECOTTI E DI DAVIDE CHERSICLA
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 21 giugno 2015
Cari fratelli e sorelle,
1. Con l’ordinazione diaconale di Samuele Cecotti e di Davide Chersicla, la nostra Chiesa innalza, in questa nostra Cattedrale, il suo gioioso ringraziamento al Signore, che, ancora una volta, manifesta il suo infinito amore donandole due nuovi diaconi che, a suo tempo, riceveranno anche il dono del sacerdozio. Come un coro di voci ben intonate, a questo ringraziamento della nostra Chiesa al Signore si uniscono in primo luogo le vostre voci, carissimi Samuele e Davide, che, con generosa disponibilità, avete risposto alla chiamata di Dio. Si aggregano poi le voci dei vostri genitori e dei vostri familiari e amici che hanno assecondato la chiamata di Dio in voi. Si uniscono festanti anche le voci delle vostre comunità parrocchiali e delle aggregazioni cristiane dove la vostra vocazione è germogliata e si è sviluppata, come pure quelle delle altre parrocchie dove avete prestato e tuttora prestate il vostro servizio. Anche la voce del Seminario – quella del Rettore del Vice Rettore del Padre Spirituale dei Professori e dei vostri colleghi – è ben lieta di unirsi al coro che loda il Signore per essere riuscita nell’impresa formativa di portarvi a questa significativa giornata di grazia spirituale.
2. Carissimi Samuele e Davide, con l’ordinazione diaconale la nostra Cattedrale è come il Cenacolo, pronta a rivivere, in un clima di stupore di gioia e di gratitudine per la vostra ordinazione, l’evento straordinario della Pentecoste: l’effusione dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo, infatti, è il vero protagonista di questa nostra celebrazione. Come nel giorno di Pentecoste, egli effonde di nuovo i suoi doni: lo farà in modo particolare nei vostri riguardi nel momento stesso in cui riceverete l’Ordine del Diaconato. È al suo ineffabile e misterioso e miracoloso protagonismo che vi invito a conformare il vostro animo con l’abito della contemplazione. Perché? Perché è lo Spirito che vivifica, che dà vita, che fa rivivere e consacra (Ez 37,1-14). È come l’anima in un corpo. Infatti, è l’anima della Chiesa: è lui che fa nascere e mantiene in vita la Chiesa. È lui che arricchisce di doni la stessa comunità dei credenti, rendendola in grado di svolgere la sua missione. E nel docile e fiducioso affidamento allo Spirito Santo e alla sua potente azione che confermerete la vostra scelta, quella del celibato e della verginità per tutta la vita. Non si tratta semplicemente di una rinuncia, ma di risposta alla chiamata ad un amore più grande, ad entrare, in definitiva, nella vita stessa di Dio, che è amore infinito. E nel docile e fiducioso affidamento allo Spirito Santo e alla sua potente azione che farete anche la vostra promessa di obbedienza. Essa non è un semplice atto esterno di sottomissione disciplinare o di rispettosa riverenza. Obbedire è tenere sempre il cuore aperto e la mente docile alla Chiesa e al Vescovo, nulla nascondendogli, ma riposando sull’autorità di questi per rafforzarvi nel ministero.
3. Carissimi Samuele e Davide, tra poco voi sarete invasi e trasformati dallo Spirito Santo. Con la sua grazia, che viene conferita attraverso l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria, sarete conformati a Cristo, diventerete copia di Cristo, partecipi della sua vita e della sua missione; come Lui, Signore e Maestro, che è venuto non per essere servito ma per servire, così anche voi diventerete servitori, servi per amore, mettendovi al servizio della Chiesa e dei fratelli. Animati e sorretti da questo Spirito, voi vi impegnate a esercitare il vostro ministero in aiuto al Vescovo e ai presbiteri. Il Pontificale romano – il libro che contiene le formule e i riti per le ordinazioni – elenca i compiti del diacono: esortare e istruire nella dottrina di Cristo i fedeli e quanti sono alla ricerca della fede; guidare la preghiera; amministrare il Battesimo; assistere e benedire il Matrimonio; portare il Viatico ai moribondi; presiedere il Rito delle Esequie. Il Pontificale poi esorta ad eseguire questi compiti con totale dedizione a Cristo e alla Chiesa, perché il popolo di Dio riconosca nel diacono un vero discepolo di Cristo. Per assolvere nel migliore dei modi a questi compiti vi suggerisco di pregare molto – la recita quotidiana del Breviario sia una priorità di vita – e di accostare il vostro orecchio alla bocca di Dio per diventare adoratori della Sua Parola. Vi istruisce l’Imitazione di Cristo: “Scrivi le mie parole nel tuo cuore, e meditale con diligenza: nel tempo della tentazione ti saranno indispensabili. Quel che non capisci mentre leggi, lo capirai nel giorno della prova” (Lib. 3, 3). Guardatevi dal diventare degli specialisti di ciò che Dio dice agli altri: prima che agli altri la Parola che ascoltate, meditate e adorate, è rivolta a voi, alla vostra vita. Questa Parola, prima di tutto, vuole cambiare la vostra vita e, poi, quella degli altri. Dovete essere delle tavolette sulle quali la Parola prima si incide e poi si fa leggere.
4. Carissimi Samuele e Davide, quando fu istituito il diaconato agli albori della vita della Chiesa, esso fu legato in maniera essenziale al servizio dei poveri. Il fatto che mettete la stola per traverso non è per distinguervi dai Sacerdoti e per indicare una diversità di grado. Quella stola messa in quel modo ricorda il pezzo di stoffa con il quale il servo teneva raccolta la sua veste per essere più libero e più celere nel servizio. Così è per la dalmatica. Essa ricorda la divisa di lavoro del servo. Quindi stola, indossata di traverso, e dalmatica richiamano il servizio che siete chiamati a rendere al Signore Gesù nei poveri. Siate pronti a farvi carico delle necessità materiali e spirituali dei vostri fratelli; imparate a conoscere non solo le tante povertà presenti in questo nostro mondo, ma anche ad accostare i poveri e gli ultimi e a riscoprire in loro il volto del Signore. Ricordatevi di quanto scrisse san Vincenzo de Paoli: «Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto». L’attenzione alle necessità degli altri, l’accorgersi delle pene e delle sofferenze dei fratelli, la capacità del dono ai fratelli: questi sono i segni distintivi del ministero diaconale.
5. Carissimi fratelli e sorelle, sono ad invitarvi ad accompagnare Samuele e Davide, con la vostra preghiera affinché con il diaconato ora e con il presbiterato poi siano nella Chiesa di Trieste e per gli uomini e le donne di questo territorio un segno di speranza cristiana. Sappiano delineare, con la loro testimonianza di vita e il loro ministero, un orizzonte di fiducia perché Gesù ci ha amato e ci ama, ci ha salvato con la sua morte e risurrezione e anche noi, uniti a lui, possiamo entrare nella vita nuova, che è la vita piena, beata e duratura. La speranza di cui tutti abbiamo bisogno ci viene dal cuore buono e misericordioso di Dio. In definitiva, la missione diaconale di Samuele e di Davide è parte viva di una missione grandiosa: quella di Dio stesso che rinnova il cuore dell’uomo e la vicenda storica dell’umanità con l’incessante dono del suo amore misericordioso. Tutti insieme li affidiamo alla materna protezione della Madonna che dedicò tutta se stessa nel servizio a Dio e al suo progetto di amore misericordioso per l’umanità.