Conclusione della Peregrinatio Mariae al Santuario di Monte Grisa

DIOCESI DI TRIESTE
MESSA CONCLUSIVA PEREGRINATIO MARIAE
+ Giampaolo Crepaldi

Santuario Monte Grisa, 31 maggio 2015

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1. Siamo qui convenuti al Santuario di Monte Grisa per chiudere degnamente con un atto di devozione mariana la Peregrinatio Mariae, il pellegrinaggio della Madonna nelle parrocchie della nostra Diocesi. È stata un’esperienza spirituale che ha visto molte persone riscoprire il volto materno della Vergine Maria e, in quel volto dolcissimo, riscoprire il volto del Signore Gesù e il volto della fede e della carità cristiane. È stata un atto di amore del popolo cristiano di Trieste verso la Madre celeste reso ricco dalla preghiera del rosario per chiedere protezione, conforto e speranza nelle tante difficoltà della vita. In questa domenica la Chiesa ci invita a contemplare il mistero santo della santissima Trinità. In questa salutare contemplazione scopriremo che la Trinità è Amore: l’immagine cristiana di Dio, e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino… L’amore di Dio per noi è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1).Tutta la nostra vita cristiana deve diventare trasparenza e riflesso dell’Amore della Trinità. “Se vedi la carità, vedi la Trinità” (S. Agostino).

2. Carissimi fratelli e sorelle, giunti alla conclusione della Peregrinatio Mariae, vogliamo ringraziare la Madonna per tutte le grazie che ha concesso a noi, a tantissime persone, alla nostra Chiesa diocesana e alla nostra città. Vogliamo tuttavia rivolgere il nostro sguardo fiducioso affinché aiuti tutti in un proposito di bene quanto mai necessario al giorno d’oggi: quello di amare e rispettare la vita umana come sacra. Il Santo Padre Francesco ha affermato pochi giorni fa: “È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia”. Vogliamo allora chiedere alla Madonna di farci la grazia di amare la vita, di promuovere una cultura della vita capace di prendersi cura dell’altro e di volere il suo bene, coltivando e rispettando la sua dignità trascendente.

3. Carissimi fratelli e sorelle, in questa devota celebrazione conclusiva della Peregrinatio Mariae vogliamo pregare la Madonna per la famiglia. Al giorno d’oggi, la difesa della famiglia e dell’unione coniugale rappresenta una ineludibile frontiera per progettare il futuro dell’umanità, perché gli attacchi al matrimonio come unione di un uomo e una donna rappresentano una sorta di suicidio dell’umanità stessa, soprattutto nei nostri paesi occidentali. Dal punto di vista cristiano è erroneo affermare che la relazione fondamentale tra uomo e donna sia soltanto un prodotto culturale o sociale, un “dono” di un governo o la costruzione dell’uomo. Anche i bambini non sono un prodotto della società o dello stato. I governi non possono soppiantare la primordiale responsabilità dei genitori per i loro figli, né possono negare ai bambini il diritto di crescere con una mamma e un papà. In Cristo lo stato naturale del matrimonio, il naturale legame tra un uomo e una donna uniti in matrimonio, è elevato a sacramento, a segno e strumento della Sua grazia e della Sua stessa relazione con la Chiesa. Questa grazia è azione di misericordia, è il sigillo del vincolo coniugale. Qualcosa a cui credere, un dono da coltivare. L’indissolubilità è grazia e non un problema per il quale è necessario trovare eccezioni.

4. Carissimi fratelli e sorelle, vogliamo pregare la Madonna anche perché vengano garantiti alle nostre famiglie dignità e futuro attraverso il lavoro che, purtroppo, oggi spesso manca. Come cristiani sappiamo che va custodito l’alto valore assegnato al lavoro; che va difesa la sostanza dei diritti fondamentali dei lavoratori, pur nella necessità di adattarne le forme giuridiche; che va salvaguardata la dimensione comunitaria e solidale del lavoro e della stessa impresa, argine all’individualismo e alla frammentazione; che va accresciuta la consapevolezza che il lavoro ha il primato sul capitale e che l’uomo ha il primato sul lavoro; che va maggiormente diffusa la convinzione (espressa tra l’altro nella Costituzione italiana) che il lavoro deve servire anche al mantenimento della famiglia; che va incentivata l’armonizzazione tra il lavoro e la vita complessiva della persona che lavora, rispettando il riposo e il tempo della festa. Una società priva di lavoro è una società senza futuro. Una società che coltiva il bene-lavoro è una società piena di salutare speranza.

5. Vergine benedetta, Madre di Dio e Madre nostra, guarda con amore materno alle nostre necessità e alle nostre miserie, e vieni ancora una volta in nostro soccorso. Dal tuo aiuto, o Maria, i poveri aspettano il pane, gli infermi la salute, i disoccupati il lavoro. Concedici di incontrare e amare profondamente il tuo Figlio, che il mondo vorrebbe bandito dalla vita, dalla famiglia, dalla società. Aiutaci a custodire gelosamente il dono della fede cristiana, senza il quale tutto nella nostra vita diventa illusione, inquietudine e veleno. In Cristo, Figlio tuo amatissimo, facci la grazia della luce che dissipa gli errori; facci la grazia della purezza dei costumi, della modestia della vita, della carità, che vince ogni egoismo. Aiutaci Madre celeste nelle avversità per non restarne abbattuti, nelle prosperità per non riuscirne corrotti; nel lavoro per ordinarlo in Dio, nella sofferenza per accettarla con umiltà. Aiutaci Madre di Dio e Madre della Chiesa a vivere ogni giorno secondo le virtù del Vangelo, mantienici nel timor santo di Dio e nel suo amore, conservaci nella carità fraterna che consola, sopporta e perdona. Così sia.