Giorno del Ricordo

DIOCESI DI TRIESTE

GIORNO DEL RICORDO

Foiba di Basovizza, 10 febbraio 2015

+Giampaolo Crepaldi

 

 

Distinte autorità, cari amici, fratelli e sorelle,

1.     Siamo qui riuniti presso la Foiba di Basovizza per fare memoria dei tragici eventi che coinvolsero migliaia di nostri fratelli e sorelle in umanità, vittime innocenti delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Un ricordo che opportunamente ha ricevuto, anche se tardivamente, un suo profilo istituzionale che lo ha reso una giornata nazionale con una legge dello Stato nel 2004. Siamo qui soprattutto per pregare e ricordare quei fratelli e quelle sorelle in umanità che furono oggetto di violenze inaudite e di un odio sconsiderato da parte di chi coltivava ideologie etniche e di classe, scrivendo così un capitolo tenebroso nella storia di queste nostre terre. Un capitolo di storia che ci parla di ferite ancora aperte e dolorosissime. Un capitolo di storia che ci rende avvertiti nell’esercizio morale della vigilanza affinché simili tragedie non si ripetano mai più. Il Giorno del Ricordo, infatti, riguarda certamente il nostro passato, ma riguarda soprattutto il nostro presente e il nostro futuro che vogliamo tutti siano all’insegna del bene, della riscoperta della comune e fraterna appartenenza all’umanità, di pace e di giustizia. Se siamo qui è per dire un No deciso all’odio e al terrore come motori della storia e per dire Si alla fraternità come orizzonte autentico per ogni convivenza umana, civile e giuridica.

 

2.        Cari amici, da questo luogo emblematico il nostro sguardo si allarga all’oggi che stiamo vivendo, un oggi segnato, in maniera vasta e pervasiva, da fenomeni di odio – penso alle persecuzioni contro i cristiani – di guerra e di terrorismo giunto fino al punto di provocare recentemente una serie terribile di stragi con motivazioni religiose. Vogliamo qui, nel contesto di questa santa Messa e di questo Giorno del Ricordo, formulare, con tutte le nostre forze, una condanna ferma dell’odio etnico e religioso e della violenza terroristica che non sono altro che il frutto velenoso di una visione disumana della storia e della civiltà. Nel valutare questi fatti tremendi, affidiamoci agli illuminanti insegnamenti della fede cristiana. Essa ci dice che ogni uomo e ogni donna sono creati ad immagine e somiglianza di Dio ed esigono il massimo del rispetto; ci dice che Dio è Padre e che ogni uomo e ogni donna sono un fratello e una sorella in umanità; ci dice che non si può mai usare la violenza per imporre la propria verità; ci dice che il vero martire non è quello che uccide in nome di Dio, ma quello che si lascia uccidere piuttosto che rinnegare la sua fede in Dio. Preghiamo, carissimi, affinché il continente europeo – ancora pervaso dalla follia della guerra – ritrovi la forza di partire da queste elementari verità per recuperare le sue radici cristiane sulle quali, lungo i secoli e nonostante tantissimi errori, ha costruito una straordinaria e luminosa civiltà. Preghiamo anche affinché nel mondo – in tutto il mondo – si diffonda la comprensione tra i popoli e la fraternità. La fraternità è vita, la guerra è morte; la fraternità è il bene, l’odio etnico e razzista è il male; la fraternità unisce, la violenza disgrega e distrugge; la fraternità apre per tutti i cieli del Dio dell’amore e della misericordia, il terrorismo li chiude sempre e per tutti. Affidiamo questo significativo Giorno del Ricordo alla Vergine Maria che invochiamo come Regina dei popoli e della pace.

 


 

 

Invocazione per le Vittime delle Foibe

 

O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre, dalla profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te.

Ascolta , o Signore, la nostra voce.

“De profundis clamo ad Te, Domine; Domine, audi vocem meam”.

Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori, ma anche apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti. E ci rivolgiamo a Te, perché Tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.

Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.

In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche; hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.

Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua pace, una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.

Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo, ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre.

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.

Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi Morti, profonda come le voragini che li accolgono.

Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici, perché giungano presto a gioire della splendore del Tuo volto.

E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà. Tu ci hai detto:

“Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, beati coloro che piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità.

O Signore, a questi nostri Morti senza nome, ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace. Risplenda a loro la luce perpetua e brilli la Tua luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori. E per il loro sacrificio fa che le speranze dei buoni fioriscano.

Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. Amen

 

Mons. Antonio Santin , Vescovo di Trieste , 1959