Vigilia di Pentecoste – Incontro con i giovani

DIOCESI DI TRIESTE

Vigilia di Pentecoste – Incontro con i giovani

+Giampaolo Crepaldi

18 maggio 2013 – Parrocchia Beata Vergine delle Grazie

Carissimi amici,

1.           Oggi è la vigilia della Pentecoste, il giorno della discesa dello Spirito Santo. Cinquanta giorni dopo la Pasqua, gli Apostoli erano riuniti nel Cenacolo con Maria, la Madre di Gesù, e improvvisamente discese su di loro, sotto forma di lingue di fuoco, lo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità. Gesù aveva promesso ai suoi Apostoli che non li avrebbe lasciati orfani e aveva detto loro: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16). Questa promessa si è realizzata proprio nel giorno della Pentecoste. La Pentecoste rimanda alla conosciutissima storia della costruzione della Torre di Babele presente nell’Antico Testamento (cfr Gen 11,1-9). Ma cosa capita a Babele? Babele “è la descrizione di un regno in cui gli uomini hanno concentrato tanto potere da pensare di non dover fare più riferimento a un Dio lontano e di essere così forti da poter costruire da soli una via che porti al cielo per aprirne le porte e mettersi al posto di Dio. Ma proprio in questa situazione si verifica qualcosa di strano e di singolare. Mentre gli uomini stavano lavorando insieme per costruire la torre, improvvisamente si resero conto che stavano costruendo l’uno contro l’altro. Mentre tentavano di essere come Dio, correvano il pericolo di non essere più neppure uomini, perché avevano perduto un elemento fondamentale dell’essere persone umane: la capacità di accordarsi, di capirsi e di operare insieme” (Benedetto XVI, Omelia, Pentecoste 2012). Cosa capita invece a Pentecoste? “In quel mattino, cinquanta giorni dopo la Pasqua, un vento impetuoso soffiò su Gerusalemme e la fiamma dello Spirito Santo discese sui discepoli riuniti, si posò su ciascuno e accese in essi il fuoco divino, un fuoco di amore capace di trasformare. La paura scomparve, il cuore sentì una nuova forza, le lingue si sciolsero e iniziarono a parlare con franchezza, in modo che tutti potessero capire l’annuncio di Gesù Cristo morto e risorto. A Pentecoste dove c’era divisione ed estraneità, sono nate unità e comprensione” (Ivi).

2.           Carissimi amici, con la Pentecoste la divina persona dello Spirito Santo. è venuto ad abitare nel cuore umano, dentro la nostra storia personale e comunitaria. Questo è il grande mistero che oggi celebriamo. Chi è questa divina persona? Egli è lo Spirito del Padre e del Figlio Gesù Cristo; è l’Amore che unisce il Padre ed il Figlio e viene in ciascuno di noi per compiere l’opera del Cristo. La Pentecoste fa sì che Cristo, la sua Persona, la sua vita e la sua azione redentiva diventino una realtà nostra. Lo Spirito venendo ad abitare in ciascuno di noi, ci dona l’esperienza, Egli che è l’Amore, dell’amore stesso con cui il Padre ci ama. Amati dal Padre, perdonati nel nostro peccato, possiamo gustare il dono della pace. Tuttavia, lo Spirito Santo, venuto ad abitare dentro di noi, non è l’unico ospite della nostra persona. Ne esiste anche un altro: il nostro io in quanto ancora dominato dalle passioni e dal peccato. La venuta dello Spirito in noi, pone in noi una specie di contrasto, un conflitto interiore che possiamo verificare spesso: una cultura della vita, e una cultura della morte; una cultura dell’amore e una cultura dell’egoismo; una cultura della verità e una cultura della menzogna. Quando amiamo più noi stessi fino al disprezzo degli altri; quando non riconosciamo più nell’altro il fratello da amare, ma l’estraneo da cui difendersi; quando preferiamo godere o consumare la ricchezza anziché investirla e creare nuovi posti di lavoro; quando rendiamo falsata la verità del rapporto umano più originario, quello dell’uomo colla donna: tutto questo accade perché non si  conosce più l’amore. E non si conosce più l’amore, perché non si è guidati dallo Spirito Santo, dallo Spirito del Padre celeste e del Figlio Gesù e del suo Vangelo.

3.         Carissimi amici, tra poco vi consegnerò un testimone su cui è inciso il Credo cristiano, la nostra professione di fede, la nostra carta di identità come cristiani. Noi crediamo che in cielo c’è un Dio che è Padre di tutti e tutti ama con un amore dolcissimo e infinito; noi crediamo in Gesù Cristo che è morto per amore di tutti e a tutti ha lasciato il suo Vangelo di grazia e di beatitudine: “beati i poveri.. i misericordiosi…i puri di cuore…gli operatori di pace..quelli che sono assettati di giustizia…i perseguitati per il mio nome”; noi crediamo nello Spirito Santo, che è lo Spirito della verità e lo Spirito dell’amore; noi crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Io credo, noi crediamo: ecco, amici carissimi, il dono e il miracolo della fede. Ogni giorno prendete in mano il testimone che vi consegnerò: leggete, meditate e pregate il Credo che vi è inciso. In quelle parole, troverete la risposta ai tanti interrogativi che si agitano nel vostro cuore; in quelle parole troverete la chiave e il segreto della gioia e della serenità che cercate. Quando il vostro cuore sarà pieno dello Spirito di Dio, allora passate il testimone a un vostro amico o a una vostra amica che sta cercando…La gioia cresce e aumenta quando la si dona. Amici carissimi, la nostra storia personale, la storia della nostra città di Trieste passa attraverso il vostro cuore, poiché è nel cuore che avviene l’incontro con lo Spirito Santo. Egli scende oggi in ciascuno di noi, come consolatore delle nostre fatiche e come custode della nostra speranza. Affidiamo alla Madonna, che in questa chiesa veneriamo come la Beata Vergine delle Grazie, i nostri cuori e le nostre speranze, pregandola di farci il dono di professare il Credo cristiano, sempre e con delicata, ma convinta fierezza. Amen!