Lettera del Vescovo ai bambini per San Nicolò

Lettera del Vescovo ai bambini per San Nicolò

 

Carissimi bambini e bambine,

 

per la festa di San Nicolò vi ho sempre scritto una letterina. Ve la scrivo anche quest’anno, quale segno della mia amicizia. Però, per quest’anno, sono a chiedere la vostra collaborazione e, conoscendo il vostro buon cuore, sono certo di poter contare sulla vostra comprensione. Questa la mia richiesta: invece di dedicarla a voi questa letterina, ho deciso di dedicarla ai vostri genitori. Sono certo che saranno contenti di sapere che questa letterina scritta dal vescovo Giampaolo li riguarda da vicino. Saranno contenti se glielo farete sapere e, anche, se gliela leggerete. Vi troveranno una parola di coraggio e di speranza. Qualche volta i vostri genitori sono preoccupati per tutto quello che di brutto succede a Trieste, in Italia e nel mondo. Qualche volta sono incerti. Qualche volta vi guardano e, dentro il loro cuore, coltivano una domanda: come crescerà e come sarà da giovane e da grande il mio bambino o la mia bambina? Avrà una vita vuota o una vita piena di senso? Avrà fede in Dio, avrà il dono cristiano della speranza e della carità? I vostri genitori sono un po’ come Don Camillo, un’indimenticabile figura di prete descritta da Guareschi nei suoi libri e protagonista di tanti film. Don Camillo era un prete anziano, vestito sempre con la veste talare e pieno di amore per il Signore e per le anime della sua gente; non faceva distinzione tra ricchi e poveri e andava d’accordo anche con Peppone, il sindaco comunista…non sempre, a dire tutta la verità, ma quasi sempre. Quando aveva qualche problema si portava davanti al Crocifisso e un po’ Lo pregava, un po’ Gli chiedeva consiglio, un po’ si lamentava e  un po’ brontolava… Capitò che, una volta, si era arrabbiato a causa del comportamento maleducato di una ragazza che, come scrisse Guareschi, “s’udì partire a motore imballato”.  Infastidito dal rumore e preoccupato per la ragazza che aveva smesso di frequentare la chiesa, Don Camillo, uscito dal confessionale, andò dritto dritto dal Crocifisso e cominciò a sfogarsi: “Signore, se questi giovani che si prendono gioco delle cose più sacre sono la nuova generazione, che mai sarà della Vostra Chiesa?”… Con il cuore in tumulto, il povero Don Camillo terminò il suo sfogo con una precisa domanda che rivolse direttamente al Signore: “Signore…cosa possiamo fare?”. E’ la stessa domanda che, spesso, anche i vostri genitori si pongono, quando vi guardano e si interrogano sul vostro futuro: “Cosa possiamo fare?”. Sarete curiosi di conoscere la risposta del Signore. Per prima cosa sorrise. Poi, rivolto a Don Camillo, pronunciò queste impegnative e illuminanti parole: bisogna fare “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Don Camillo, bisogna salvare il seme: la fede!”.  Cari bambini e bambine, fate leggere ai vostri genitori queste bellissime parole che il Signore Gesù rivolse a Don Camillo, rivolse a un Don Camillo affranto e vittima dello scoramento, della paura e dell’insicurezza. Don Camillo capì e anche i vostri genitori capiranno subito quello che devono fare: mettere al sicuro il preziosissimo seme della fede. E sul loro cuore tornerà la gioia e sulle loro labbra il sorriso. Così, per San Nicolò non sarete voi a ricevere il regalo, ma sarete voi a farlo ai vostri genitori, che vi ringrazieranno pieni di gratitudine. Così, per voi e per loro, sarà un San Nicolò pieno di fiducia e di speranza.

Vi ringrazio della collaborazione e vi benedico di cuore.

 

Il vostro Vescovo Giampaolo