Giovedì Santo | Messa del Crisma

DIOCESI DI TRIESTE

GIOVEDÌ SANTO – MESSA DEL CRISMA

+ Giampaolo Crepaldi

Arcivescovo-Vescovo

 

Cattedrale di San Giusto, 5 aprile 2012

 

             Eccellenza, dragi sobratje v duhovništvu carissimi confratelli nel sacerdozio, carissimi diaconi, Gesù Cristo ha fatto di noi un regno e ci ha costituiti sacerdoti per il suo Dio e Padre; a lui gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen! (Ap 1,6)

1.            Essere lieti nella speranza può essere considerato il messaggio consolante e la consegna esigente di questa Liturgia crismale. In essa, i santi segni – l’olio per l’unzione degli infermi, quello dei catecumeni, l’olio crismale – richiamano la missione propria del nostro ministero ordinato nella Chiesa. Noi siamo inviati, come ci ricorda Isaia e ribadisce Gesù, a ungere con olio di speranza i nostri fratelli, ovvero a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore. In questa prospettiva di speranza, affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre celeste i confratelli che ci hanno lasciato: can. Adriano Campitelli, don Anton Žužek, don Giuseppe Marcovigi, can. Guerrino Zangrando, Mons. Antonio Dessanti, don Danilo Albanese. Accompagniamo con la carità della nostra preghiera e della nostra amicizia i confratelli che vivono il tempo doloroso e sofferto della malattia e anche i confratelli appartenenti al nostro presbiterio che non sono qui oggi tra noi perché impegnati a svolgere il loro ministero altrove: in Kenya, in Svizzera, in America Latina, in Finlandia, a Roma e a New York.

2.            Carissimi fratelli nel sacerdozio, in questo anno che vede la nostra Chiesa impegnata a far tesoro del sacramento dell’Eucaristia per prepararsi al Sinodo diocesano, permettetemi di dire una parola che valorizzi la sua relazione con il sacramento dell’Ordine.  Infatti, la relazione tra il sacerdote e l’eucaristia ha qualcosa di unico. Tutti possono annunciare il vangelo, ma solo noi possiamo trasformare del pane in corpo di Cristo; tutti possono insegnare i misteri della fede, ma solo il sacerdote può dire questo è il mio sangue; tutti sono chiamati alla santità, ma solo a chi sono state imposte le mani è chiesto qualcosa di più radicale: noi siamo chiamati ad agire in persona Christi per diventare noi stessi l’offerta gradita al Padre. “Se l’eucaristia è centro e vertice della vita della Chiesa, parimenti lo è del ministero sacerdotale”, scrisse Giovanni Paolo II nella sua enciclica Ecclesia de Eucharistia. E continuava con queste altre parole: “Per questo, con animo grato a Gesù Cristo Signore nostro ribadisco che l’eucaristia è la principale e centrale ragion d’essere del Sacramento del sacerdozio, nato effettivamente nel momento dell’istituzione dell’eucaristia e insieme con essa. Le attività pastorali del presbitero sono molteplici. Se si pensa poi alle condizioni sociali e culturali del mondo attuale, è facile capire quanto sia incombente sui presbiteri il pericolo della dispersione in un gran numero di compiti diversi… Si capisce, dunque, quanto sia importante per la vita spirituale del sacerdote, oltre che per il bene della Chiesa e del mondo, che egli attui la raccomandazione conciliare di celebrare quotidianamente l’eucaristia… In questo modo il sacerdote è in grado di vincere ogni tensione dispersiva nelle sue giornate, trovando nel sacrificio eucaristico, vero centro della sua vita e del suo ministero, l’energia spirituale necessaria per affrontare i diversi compiti pastorali. Le sue giornate diventeranno così veramente eucaristiche” (n. 31).

 

3.            Predragi, k evharistiji se morajo stekati in iz evharistije morajo izvirati vsa naša pastoralna prizadevanja, ki dobivajo svojo obliko in svojo moč prav v evharistiji, ki je uresničenje velikonočne skrivnosti Kristusove smrti in vstajenja. Carissimi, verso l’eucaristia devono convergere e dall’eucaristia devono partire tutte le strade del nostro impegno pastorale. Esso prende forma e forza dall’eucaristia, che è l’attualizzazione del mistero pasquale di Cristo morto e risorto. Questa attualizzazione presuppone l’annuncio ed esige la comunicazione. E’ quindi sempre annuncio, celebrazione e comunicazione, cioè, profezia, liturgia e diaconia. Alla luce dell’eucaristia, la missione appare più che mai l’unica missione possibile, cioè quella di Cristo, ricevuta dal Padre sotto l’azione dello Spirito e comunicata a tutta Chiesa. La presenza eucaristica domanda una presenza di Cristo in tutte le anime, poiché il suo corpo e il suo sangue sono per tutti (Mt 26,27). Il sacrificio eucaristico attualizza l’oblazione di Cristo che è morto per tutti (2Cor 5,14). La comunione è ricevere lo stesso Cristo pane vivo… per la vita del mondo (Gv 6,51). Niente come l’eucaristia impegna la Chiesa a vivere la sua intrinseca vocazione all’unità e alla fraternità. Scriveva Ignazio ai cristiani di Filadelfia: “Preoccupatevi di attendere ad una sola eucaristia. Una sola è la carne del nostro Signore Gesù Cristo e uno il calice nell’unità del suo sangue. Uno è l’altare come uno solo è il Vescovo con il presbiterato e i diaconi. Se farete questo, lo farete secondo Dio” (IV). Se nella celebrazione eucaristica annunziamo la morte del Signore finché egli venga (1Cor 11,26), lì la Chiesa impara a vivere la sua realtà di sacramento universale di salvezza come incarico missionario di speranza, preparando la venuta definitiva del Signore: fate questo in memoria di me (1Cor 11,25), andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni (Mt 28,19). La forza dello Spirito che trasforma il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù, è la stessa forza vitale che trasforma l’intera umanità e tutta la creazione in un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1). In questa salutare prospettiva si capisce che ogni Messa, anche quando è celebrata nel nascondimento e in una regione sperduta della terra, porta sempre il segno dell’universalità.

 

4.            Carissimi, anche la spiritualità sacerdotale è eminentemente eucaristica. Cristo morto e risorto presente, immolato incruentamente nell’eucaristia, è la nostra ragion d’essere: per me infatti il vivere è Cristo (Fil 1,21). Nutrirsi del corpo e del sangue di Cristo realizza con lui un’unità inscindibile, un solo corpo, tanto che a noi non è più permesso partecipare a nessun’altra mensa sacra, né condividere il nostro corpo con altri (cf.1Cor 6,15-20). L’essere espropriato di sé per divenire corpo di Cristo è quanto ci attesta il sacramento dell’eucaristia. L’amore di Cristo dovrà bastare per riempire il nostro cuore di gioia e far diventare feconda la nostra vita. Proprio su l’unità inscindibile con Cristo, il Vescovo ci ha interrogati nel giorno della nostra ordinazione: “Vuoi essere sempre più strettamente unito a Cristo sommo sacerdote, che come vittima pura si è offerto al Padre per noi, consacrando te stesso a Dio insieme con lui per la salvezza di tutti gli uomini?”. La nostra risposta fu: “Sì con l’aiuto di Dio, lo voglio”. L’adempimento di questo impegno solenne richiede una fedeltà quotidiana che non conosce sosta e una preghiera continua che ci fa andare oltre la stanchezza e le inevitabili delusioni. Sì, cari fratelli nel sacerdozio, sull’altare c’è davvero tutta la nostra vita.

 

5.            Carissimi, il beato Giovanni Paolo II scrisse nell’Ecclesia de Eucharistia: “Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche” (n. 57). A Lei affidiamo il nostro sacerdozio. Affermava san Giovanni Eudes che Maria vede nel sacerdote un Gesù vivente da generare sotto l’azione dello Spirito Santo. E’ il Gesù vivente che, alla fine, vogliamo pregare con una preghiera composta dal beato Giovanni Paolo II.

Ci rivolgiamo a te, Signore Gesù,

presente nel SS. Sacramento dell’altare,

e ti ringraziamo per aver scelto i presbiteri

ad essere associati in modo tutto speciale

al tuo sacerdozio,

segnandoli con un carattere indelebile,

che rende ciascuno di loro idoneo

ad offrire il tuo proprio sacrificio,

ad essere ministri del tuo perdono,

a partecipare alla tua missione evangelizzatrice

e a servire il popolo della nuova alleanza.

Ora ti preghiamo per i nostri presbiteri!

Fa’ che ognuno ritrovi nel proprio cuore

e confermi nella vita l’autentico significato

della vocazione sacerdotale,

affinché si consolidi nella fedeltà a questo santo dono.

Manda, o Signore, il tuo Spirito

e rinnova la faccia della terra sacerdotale,

che tu hai reso fertile con il sacrificio

del tuo Corpo e del suo Sangue. Amen

____________________________________

Leimmagini della Celebrazione (flb)